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comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lurago d'Erba (semplicemente Lurago fino al 1863; Luragh in dialetto brianzolo,[4][5] AFI: /lyˈraːk/) è un comune italiano di 5 503 abitanti della provincia di Como in Lombardia.
Lurago d'Erba comune | |
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La Chiesa di San Giovanni Evangelista svetta in posizione dominante sopra le case di Lurago d'Erba. | |
Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | Lombardia |
Provincia | Como |
Amministrazione | |
Sindaco | Davide Colombo (lista civica Progetto Lurago) dal 15-5-2023 |
Territorio | |
Coordinate | 45°45′N 9°13′E |
Altitudine | 351 m s.l.m. |
Superficie | 4,7 km² |
Abitanti | 5 503[1] (31-12-2023) |
Densità | 1 170,85 ab./km² |
Frazioni | Calpuno, Careggia, Colciago, Piazza. |
Comuni confinanti | Alzate Brianza, Anzano del Parco, Inverigo, Lambrugo, Merone, Monguzzo |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 22040 |
Prefisso | 031 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 013136 |
Cod. catastale | E749 |
Targa | CO |
Cl. sismica | zona 4 (sismicità molto bassa)[2] |
Cl. climatica | zona E, 2 568 GG[3] |
Nome abitanti | luraghesi |
Patrono | san Giovanni Evangelista e san Rocco |
Cartografia | |
Posizione del comune di Lurago d'Erba nella provincia di Como | |
Sito istituzionale | |
Sia toponimo di Lurago sia quello della frazione Calpuno sarebbero di origini romana.[6]
Lurago deriva da Lauriacum[6][5], che in epoca medievale si ritrova anche come Luriacum[5] o, in alcuni testi ecclesiastici,[7] come Citerago[8].
Il nome Calpuno sarebbe invece da legare alla gens Calpurnia originata da Calpo, figlio del re di Roma Numa Pompilio.[5][9] Alcune monete recanti l'effige di quest'ultimo sarebbero effettivamente emerse durante alcuni scavi archeologici effettuati nel territorio luraghese[6]. Tale denominazione si ritrova anche in una lapide, conservata presso il Museo archeologico di Como, che recita quanto segue:[5]
«V F
L. CALPURNI
US. EUNUS
VI - VIR - COMI»
Da Lauriacum, nome latino di Lurago d'Erba, passava la via Mediolanum-Bellasium, strada romana che metteva in comunicazione Milano con Bellagio.
All'epoca romana risalgono alcune sepolture rinvenute sul territorio,[10] nelle quali vennero trovate monete degli imperatori romani Antonino Pio, Faustina, Marco Aurelio, Alessandro Severo, Gordiano III, Costantino I, Costantino II e Valente.[11]
La più antica menzione storica di Lurago si ritrova nel testamento dell'arcivescovo milanese Ansperto, datato 879,[6] documento nel quale viene citato un tal Grasberto de Laurico[8]. All'891 risale invece la prima menzione storica di Rachinulfo, arciprete di Incino e figlio del fu Ilderado di Lurago.[8]
Al 920 risale invece la prima attestazione della corte di Calpuno, commenda affidata al Capitolo del Duomo di Monza[6] da Berengario del Friuli.[12] Nel 1210, la giurisdizione della corte di Calpuno risultava estendersi su Monguzzo[7].
Sotto la Signoria di Milano, gli “Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano fatti nel 1346” riportano “el locho da Luyrago con le cassine de Montesello” tra le località che, all'interno della pieve di Incino, hanno il compito della manutenzione della “strata da Niguarda”[13].
Ai tempi del Ducato di Milano, in un primo momento Lurago seguì le sorti della pieve d'Incino, infeudata dapprima a Facino Cane e poi ai Dal Verme,[14] per concessione di Filippo Maria Visconti nel 1441.[13]
A partire dal 1486 e fino al XVIII secolo una parte di Lurago finì ai Bentivoglio,[13] per decisione di Gian Galeazzo Sforza,[14] come parte di un feudo che comprendeva anche Colciago, Monticello, Monguzzo[13] e Cavogna[14].
Durante la peste del 1576, Lurago figura tra i comuni più colpiti della pieve d'Incino.[15]
Nel XVII secolo il resto di Lurago fu in un primo momento concesso in feudo ai Giussani[14] assieme a Lambrugo, Alserio, Anzano, Cassina Pugnago, Cassina Marcetta, Cassina Visconti, Nobile, Camisasca, Brenno e Centemero (1656), per poi tornare a disposizione della Regia Camera del Ducato di Milano per motivi di apprensione in un secondo momento (1682).[13]
Nel 1751 il territorio di Lurago si estendeva anche sui cassinaggi di “San Giorgio”, “la Casetta”, “la Cadè”, “li Ronchi”, Cabassa, Caregiola, Fornace, Monticello e sulla “Cavolta”[13].
Fino al 1753, Calpuno era un piccolo comune a sè stante, libero dal Ducato di Milano e da qualsiasi tipo di infeudazione, e comprendeva i cassinaggi di Caregiola e di Matteo (o Mateo) Nava.[16] Nel territorio di Calpuno ricadeva anche la frazione di San Giorgio, che ospitava l'omonima chiesa.[8] Nel 1753, Calpuno venne accorpato a Colciago, formando un'unica entità comunale con Cassina Marcetta, Cassina Carreggia e Cassina Visconti[16].
Nel 1757 il comune di Lurago è attestato con la dicitura "Lurago con porzione di Calpuno".[17]
Con la riorganizzazione amministrativa del Regno d'Italia napoleonico decretata nel 1807, il territorio di Lurago si estese ai comuni di Colciago ed uniti e di Lambrugo[18]. L'annessione di Lambrugo fu tuttavia abrogata dagli austro-ungarici, ritornati in possesso della Lombardia dopo la caduta di Napoleone[19].
Nel 1863 la denominazione del comune passò da "Lurago" a "Lurago d'Erba"[20], per distinguerlo dal comune all'epoca omonimo, che a propria volta divenne Lurago Marinone.
Nel 1967 Lurago d'Erba cedette la frazione di Cadea al comune di Lambrugo[20][21].
Lo stemma del Comune è stato concesso con regio decreto il 17 giugno 1937.[22]
«Trinciato dentato di rosso e argento: nel primo alla torre di rosso; nel secondo al leone d'argento. Ornamenti esteriori da Comune.»
La dentellatura del trinciato è ripresa dallo stemma dei Bentivoglio (trinciato dentato d'oro e di rosso); la torre nella parte superiore dello scudo è il simbolo della famiglia Giussani, mentre il leone rampante evoca le famiglie Sormani e Balbiani.[22]
Il gonfalone è un drappo partito di bianco e di rosso.
Nelle vicinanze della parrocchiale di San Giovanni Battista si trova Villa Sormani[32], costruita nel 1783[32][6][33] sulla base di un precedente edificio, [33]all'interno di un parco che ospita anche un torrione del XVI secolo.[6]
Commissionata da Alessandro Sormani, erede dei Giussani già feudatari di Lurago,[6] la villa è anche nota come Villa Sormani Andreani Verri, dal nome delle famiglie che la possedettero nel 1831 (gli Andreani) e nel 1903 (i Verri)[6].
Esternamente in stile neoclassico, la villa conserva interni in stile rococò e dipinti del XVIII secolo.[33]
Abitanti censiti[34]
Nel secondo dopoguerra, Lurago d'Erba accolse numerosi immigrati provenienti dal Veneto e da varie regioni del Sud Italia.[35]
Il Comune di Lurago d'Erba si può suddividere in cinque centri principali, che sorgono sulle diverse colline che fanno parte del territorio comunale:
Come in tutti i paesi della Brianza, anche a Lurago d'Erba sono presenti numerose cascine, per la maggior parte ristrutturate ed adibite oggi ad abitazione[36]; tra queste, si possono citare:
Anticamente, in ciascuna cascina vivevano più famiglie, discendenti da un medesimo avo (il cosiddetto regiur) che, con l'aiuto dalla propria moglie (la regiura), amministrava la cascina con autorità indiscussa da parte del resto degli inquilini. In questa economia familiare, particolare era il ruolo delle cosiddette balzare, donne di età avanzata che si occupavano di accudire i bambini, gli anziani e i malati.[36]
Territorio di millenaria vocazione agricola,[36] Lurago d'Erba fu un centro dedito alla bachicoltura[6] e, più in generale, alla coltivazione di vasti terreni agricoli appartenenti a famiglie nobiliari come i Sormani e i Durini[36]. Molto praticato era anche l'allevamento, specialmente di vitelli - localmente detti buscìn - e di maiali[36].
Nel XIX secolo, il territorio luraghese divenne rinomato per la lavorazione artigianale del vimini finalizzata alla produzione di ceste e canestri[6]. In questo contesto, negli anni 1957 e 1959 Lurago ospitò una Mostra del vimini di carattere nazionale,[37] evento che si tenne ancora negli anni 1960[35].
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
---|---|---|---|---|---|
1883 | 1890 | Conte Lorenzo Sormani Andreani Verri | Sindaco | ||
1890 | 1896 | Cesare Marelli | Sindaco | ||
1896 | 1899 | Dott. Amilcare Tacchini speziale | Sindaco | ||
1899 | 1910 | Conte Lorenzo Sormani Andreani Verri | Sindaco | ||
1910 | 1922 | Gaetano Carlo Colombo | Sindaco | ||
1922 | 1925 | Battista Intraina | Commissario prefettizio | ||
1925 | 1926 | Cav. Carlo Caspani | Commissario prefettizio | ||
1926 | 1936 | Cav. Carlo Caspani | Podestà | ||
1936 | 1937 | Conte Antonio Sormani | Commissario prefettizio | ||
1937 | 1943 | idem podestà in sua assenza Bassani Giovanni | Podestà | ||
1943 | 1945 | Francesco Molteni e Vanni Biraghi | Commissario prefettizio | ||
1945 | 1946 | Vittorio Bonacina | Sindaco | ||
1946 | 1951 | Michele Vitali | Sindaco | ||
1951 | 1952 | Fiorello Cremona | Sindaco | Dimissionario | |
1952 | 1956 | Piero Viganò | Sindaco | ||
1956 | 1970 | Corrado Bertelè | Sindaco | ||
1970 | 1975 | Luigi Panzeri | Sindaco | ||
1975 | 1980 | Marco Consonni | Sindaco | ||
1980 | 1985 | Piergiuseppe Panzeri | Sindaco | ||
1985 | 1990 | Piergiuseppe Panzeri | Sindaco | ||
1990 | 1995 | Piergiuseppe Panzeri | Sindaco | ||
1995 | 1999 | Salvatore Colombo | Sindaco | ||
1999 | 2004 | Rinaldo Mario Redaelli | lista civica Uniti per Lurago d'Erba, centrodestra | Sindaco | |
2004 | 2009 | Rinaldo Mario Redaelli | lista civica Uniti per Lurago d'Erba, centrodestra | Sindaco | |
2009 | 2012 | Carlo Cova | lista civica Uniti per Lurago d'Erba, centrodestra | Sindaco | deceduto il 25/12/2012 |
2013 | 2018 | Federico Bassani | lista civica Progetto Lurago | Sindaco | |
2018 | 2023 | Federico Bassani | lista civica Progetto Lurago | Sindaco | |
2023 | in carica | Davide Colombo | lista civica Progetto Lurago | Sindaco |
Nel 1960, Giacomo Fornoni, allora residente a Lurago d'Erba,[38] vinse la medaglia d'oro nella 100 km a squadre alle Olimpiadi di Roma[39].
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