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regista, attore e alpinista italiano (1892-1990) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Alois Franz Trenker, meglio noto come Luis (Ortisei, 4 ottobre 1892 – Bolzano, 12 aprile 1990), è stato un regista, attore, alpinista, bobbista e scrittore italiano, altoatesino di madrelingua ladina.
Paolo Herbert | |||||||
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Nazionalità | Italia | ||||||
Bob | |||||||
Specialità | A quattro | ||||||
Ruolo | Frenatore | ||||||
Carriera | |||||||
Nazionale | |||||||
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Statistiche aggiornate all'11 giugno 2019 | |||||||
Luis Trenker nacque il 4 ottobre 1892, figlio di un artigiano indoratore di Ortisei in Val Gardena (all'epoca St. Ulrich in Austria-Ungheria). Il padre, Jakob Trenker, era di madrelingua tedesca dal Tirolo del Nord; la madre, Karolina Demetz, di madrelingua ladina. Già durante le vacanze scolastiche lavorava come guida alpina e maestro di sci. Dopo la maturità studiò architettura all'Università di Vienna. Fin dall'inizio della prima guerra mondiale combatté nelle file dell'imperial regio esercito dell'Austria-Ungheria come aspirante ufficiale di un reggimento di artiglieria pesante in Galizia e Polonia russa. Dopo lo scoppio della guerra con il Regno d'Italia fu trasferito sul fronte italiano, inizialmente come ufficiale di artiglieria presso il forte Verle in Trentino, ma in seguito ad una ferita nel 1916 passò alla compagnia guide alpine nelle Dolomiti. Al termine della guerra aveva raggiunto il grado di tenente. Dal punto di vista letterario scrisse le proprie esperienze di guerra in numerosi libri, dei quali Sperrfort Rocca Alta (Forte di sbarramento Rocca Alta) e Berge in Flammen (Montagne in fiamme) sono i più rilevanti. Dopo la guerra Trenker riprese gli studi di architettura che concluse a Graz nel 1924, dopodiché lavorò a Bolzano come architetto. Per breve tempo collaborò con Clemens Holzmeister.
I primi contatti con la pellicola risalgono al 1921. Trenker venne ingaggiato come guida alpina per il film di Arnold Fanck Berg des Schicksals (Il monte del destino). Poiché Fanck si rese conto che il protagonista non era capace di scalare, diede a Trenker il ruolo principale. Seguirono in breve tempo altri film, inizialmente come attore, dal 1928 anche come regista. In questi Trenker fu spesso protagonista, regista ed autore nella stessa persona. Nel 1927 rinunciò al suo studio di architettura e lavorò solamente come artista.
Un tema fondamentale nelle opere di Trenker è l'idealizzazione di una vita legata alla Heimat, la terra natia, spesso confrontata con la decadenza delle città e dei suoi abitanti; un altro riguarda la fratellanza fra le genti di montagna, anche di etnia e lingua diverse.
Il regime fascista in Italia e quello nazionalsocialista in Germania cercarono, riuscendoci solo in parte, di strumentalizzare le opere di Trenker, che seppe sempre abilmente barcamenarsi senza mai firmare opere di smaccata propaganda nazista o fascista. Circa le sue posizioni etico-politiche si è affermato: «Le opere cinematografiche di Luis Trenker degli anni Trenta e Quaranta erano indubbiamente all’altezza delle esigenze völkisch, sebbene in ragione della qualità della produzione di questo regista ci fosse sempre anche un sovrappiù estetico che non risultava del tutto chiaro nell’orizzonte valoriale fascista, né in quello nazionalsocialista».[1] Tuttavia fondò tra l'altro, insieme a Fritz Lang, l'organizzazione d'impresa nazionalsocialista, reparto regia.
Trenker, di temperamento tendenzialmente anarchico anche se profondamente cristiano e preoccupato soprattutto delle proprie ambizioni artistiche, si rifiutò di sottomettersi artisticamente al nazismo e quindi gli venne di fatto proibito l'esercizio della professione, anche perché in occasione delle famigerate Opzioni del 1939 (i sudtirolesi avrebbero dovuto scegliere se rimanere in Alto Adige ma rinunciando completamente alla loro lingua e cultura tedesca, in pratica italianizzandosi, oppure emigrare in Germania) non si era schierato con chiarezza a favore del Reich. Suo nemico accanito fu soprattutto Goebbels.
Nel 1940 lasciò Berlino ed andò a Roma, dove sperava di incontrare condizioni migliori grazie all'appoggio di Mussolini. Dopo due film documentari, Pastor Angelicus (1942) e Germanin (1943), tornò a Bolzano.
Nel clima nazionalista dell'Alto Adige del secondo dopoguerra gli venne rimproverato un certo opportunismo e fu costretto a subire un'evidente emarginazione: notevole, peraltro, è la sua partecipazione, come socio fondatore, all'Union di Ladins de Gherdëina. Tutto ciò durò fino agli anni cinquanta, fin quando Trenker, che nel frattempo faceva il pendolare fra Monaco di Baviera e Bolzano, non rinnovò, o quasi, i vecchi successi. Girò inizialmente film documentari che riguardavano la montagna e dal 1955 rincominciò a dedicarsi anche a film per il cinema.
Nel 1959 la Bayerischer Rundfunk (TV bavarese) realizzò la trasmissione Luis Trenker erzählt (Luis Trenker racconta), dove Trenker narrava estratti della propria vita. Dal 1965 girò prevalentemente film documentari sulla sua terra, il Sud Tirolo. Negli anni settanta realizzò una propria trasmissione per la televisione pubblica, Berge und Geschichten (Montagne e storie).
Prese parte ai Giochi olimpici invernali di Chamonix-Mont-Blanc 1924, prima edizione della rassegna, gareggiando nel bob e terminando la gara di bob a quattro al sesto posto.
Luis Trenker morì a Bolzano nel 1990, all'età di 97 anni.
Nel 1928 sposò Hilde von Bleichert con la quale ebbe quattro figli, Floriano, Ferdinand, Barbara e Joseph. Rimase vedovo nel 1988.
Il Museo della Val Gardena espone un'ampia selezione di oggetti personali di Luis Trenker e dispone del lascito di lettere e fotografie donati al museo per sua volontà dai figli[3].
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