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musicologo e critico musicale italiano (1913-1986) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Luigi Rognoni (Milano, 27 agosto 1913 – Milano, 25 giugno 1986) è stato un musicologo, critico musicale e regista teatrale italiano.
Nacque da Luigia Arbib Clément, pianista e cantante lirica, nota con il nome d'arte Franca Luisa Clementi, e Italo Rognoni, commerciante di origine pavese.[1]
Fu studente antifascista del liceo Manzoni.[1] All'età di 17 anni venne arrestato, "ammonito" dal regime.[1][2] Fu cacciato da tutti i licei e non poté concludere gli studi.[1] Nel 1933 iniziò a seguire da uditore le lezioni di Antonio Banfi all’Università di Milano.[1]
Collaborò con il periodico L'Ambrosiano dal 1934 al 1938, pubblicando vari articoli su Erik Satie, Maurice Ravel, Arnold Schönberg, Albert Roussel e Francis Poulenc.[2]
Nel 1935 trasformò il Bollettino mensile di vita e cultura musicale in una delle più importanti pubblicazioni culturali dell'epoca, con collaboratori come Gianandrea Gavazzeni, Luigi Dallapiccola e Fausto Torrefranca.[1]
Sposò Eva Nibbi Randi il 16 gennaio 1939, con cui ebbe un figlio, chiamato Enzo.[1]
Divenne musicologo di grande levatura e considerato uno dei massimi esperti italiani di dodecafonia[senza fonte][3]. Fu anche regista di teatro, editore, scrittore, direttore d'orchestra e studioso di estetica musicale. Nel dopoguerra aveva seguito attivamente l'avanguardia musicale viennese.
Si laureò presso la Facoltà di Filosofia dell'Università degli Studi di Milano, dove fu allievo di Antonio Banfi e studiò con Alfredo Casella[4]. Si dedicò inizialmente all'attività cinematografica, fondando nel 1935 la Cineteca italiana, successivamente contribuì alla nascita dello Studio di fonologia musicale Rai di Milano e curò la regia di opere di Arnold Schönberg, Emmanuel Chabrier, Jules Massenet e Hugo Wolf.
Fu titolare della cattedra di Storia della musica all'Università degli Studi di Palermo dal 1957 al 1970, e dal 1971 al 1983 al DAMS dell'Università di Bologna[5].
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