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171° vescovo di Roma e papa della Chiesa cattolica dal 1181 al 1185 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lucio III, nato Ubaldo Allucingoli (Lucca, 1097-1105 – Verona, 25 novembre 1185), è stato il 171º papa della Chiesa cattolica dal 1181 alla sua morte.
Papa Lucio III | |
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Miniatura di papa Lucio III dal Liber ad honorem Augusti (Pietro da Eboli, 1196). | |
171º papa della Chiesa cattolica | |
Elezione | 1º settembre 1181 |
Insediamento | 6 settembre 1181 |
Fine pontificato | 25 novembre 1185 (4 anni e 85 giorni) |
Cardinali creati | vedi Concistori di papa Lucio III |
Predecessore | papa Alessandro III |
Successore | papa Urbano III |
Nome | Ubaldo Allucingoli |
Nascita | Lucca, 1097/1105 |
Consacrazione a vescovo | 1159 |
Creazione a cardinale | 16 dicembre 1138 da papa Innocenzo II |
Morte | Verona, 25 novembre 1185 |
Sepoltura | Duomo di Verona |
Nativo della città di Lucca, era figlio di Orlando Allucingoli. Non si hanno notizie se fosse imparentato con i nobili lucchesi.
Monaco dell'Ordine cistercense, nel 1138 venne nominato da papa Innocenzo II cardinale diacono di Sant'Adriano al foro, quindi promosso cardinale presbitero di Santa Prassede nel maggio del 1141. Grazie alle sue capacità scalò rapidamente le gerarchie della Curia e nel 1158 fu nominato cardinale-vescovo di Ostia e Velletri da papa Adriano IV. Ricevette la consacrazione episcopale nel 1159. Fu uno dei cardinali più influenti durante il pontificato di papa Alessandro III. Nel 1156 condusse a Benevento le trattative con Guglielmo I di Sicilia. Fu legato apostolico in Sicilia nel 1166 e 1167. Nel medesimo anno e nei due seguenti fu legato pontificio a Costantinopoli. Fu Decano del Sacro Collegio dal 1163 alla sua elezione al Soglio Pontificio.
La sua elezione fu la prima nel medioevo (non solo fra quelle papali, ma anche di quelle di re e imperatori) in cui fosse stato fissato il principio di maggioranza, nel caso del conclave maggioranza qualificata di due terzi dei votanti, sulla base del licet de vitanda discordia di Alessandro III del 1179; fino a quel momento tutte le nomine, anche quando si parla di "elezione", avvenivano invece col metodo che oggi definiamo "acclamazione"[1].
Come cardinale, Ubaldo Allucingoli partecipò ai seguenti conclavi:
Dopo essere stato eletto papa, a 84 anni, fu incoronato a Velletri, città dov'era vescovo, tenne qui anche la sede pontificia per due anni, e qui fece le sue prime promozioni cardinalizie. Visse a Roma dal novembre 1181 al marzo 1182, ma il dissenso che regnava in città lo spinse a passare il resto del suo pontificato fuori dall'Urbe, principalmente a Velletri e Anagni, infine a Verona.
Lucio si scontrò con l'imperatore Federico I per il possesso dei territori che erano appartenuti alla contessa Matilde di Toscana. La controversia sulla successione all'eredità della contessa era rimasta in sospeso dalla Pace di Venezia (conclusa dal suo predecessore Alessandro III nel 1177), e l'imperatore Federico propose nel 1182 che la Santa Sede dovesse rinunciare alle sue pretese, ricevendo in cambio due decimi delle entrate imperiali dell'Italia: un decimo per il Papa e l'altro per i cardinali. Lucio non acconsentì né a questa proposta, né ad un compromesso avanzato da Federico l'anno successivo; tantomeno la discussione personale tra i due potenti, che si svolse a Verona nell'ottobre del 1184, portò a risultati definitivi.
Nel frattempo apparvero altri motivi di disaccordo nel rifiuto del Papa a soddisfare i desideri di Federico circa la regolamentazione delle elezioni episcopali tedesche, che si erano svolte durante lo scisma[2], e in particolare delle contestate elezioni per la sede episcopale di Treviri nel 1183.
Nel 1184 Lucio III incontrò nei pressi dell’abbazia di Casamari l’abate Gioacchino da Fiore, dal quale ebbe l'interpretazione di una profezia[3] e gli concesse poi la Licentia Scribendi. Inoltre, il Pontefice esortò Gioacchino a scrivere le sue opere, come è testimoniato da Luca Campano e dallo stesso fondatore dell'Ordine Florense.
Nel perseguimento della sua politica di difesa delle prerogative pontificie, Lucio infine declinò, nel 1185, l'invito a incoronare Enrico VI come successore predestinato di Federico, e la frattura tra impero e Santa Sede divenne ancor più ampia sulle questioni della politica italiana.
Nel novembre 1184 Lucio III tenne un sinodo a Verona, che condannò Catari, Patarini, Valdesi e Arnaldisti, e anatemizzò tutti quelli che erano stati dichiarati come eretici e i loro sostenitori. Al termine del sinodo con la bolla Ad abolendam condannò tutte le forme di eresia e ingiunse a tutti i vescovi di compiere accurate inchieste sull'eresia nella loro diocesi, una o due volte all'anno.[4]
Nel 1185 cominciarono i preparativi per la Terza crociata, in risposta agli appelli di Baldovino IV di Gerusalemme. Prima che questi venissero completati, Lucio morì a 88 anni a Verona e fu sepolto nella cattedrale di quella città.
Papa Lucio III durante il suo pontificato ha creato 17 cardinali nel corso di 5 distinti concistori.[5]
La successione apostolica è:
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