La famiglia na-dene[1][2] (anche na-dené o nadene) è una famiglia linguistica che raggruppa alcune lingue native americane, ossia le lingue athabaska, l'eyak e il tlingit.
Lingue na-dene | |
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Parlato in | Stati Uniti Canada Messico |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue dene-ienisseiane |
Codici di classificazione | |
ISO 639-5 | xnd
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Glottolog | atha1245 (EN)
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Distribuzione delle lingue na-dene nell'America pre-colombiana (in rosso) | |
Classificazione
La famiglia na-dene comprende:
- lingua tlingit: 700 parlanti (M. Krauss, 1995)
- Eyak-Athabaska
- lingua eyak: estinta. (N. Barnes, 1996)
- lingue athabaska
- lingue athabaska del nord (o Lingue athabaska settentrionali)
- lingue athabaska del Pacifico
- lingue athabaska meridionali (o Apache)
La lingua navajo è la più parlata della famiglia na-dene, parlata in Arizona, New Mexico e altre regioni del Sudovest americano. Il Dene o Dine è un gruppo ampiamente distribuito di lingue dei nativi americani e delle genti che popolano il Canada, l'Alaska, parti dell'Oregon e della California settentrionale. L'eyak era parlato nell'Alaska centro-meridionale. L'ultima parlante nativa, Marie Smith Jones, è morta il 21 gennaio 2008 all'età di 90 anni.
La lingua haida è stata esclusa dalle lingue na-dene.
Proposte di relazioni genetiche
La lingua haida, con 15 parlanti madrelingua (M. Krauss, 1995), era stata inizialmente inclusa nella famiglia, proposta da Franz Boas. Molti linguisti oggi la considerano parte del gruppo na-dene, sebbene Joseph Greenberg lo riammetta solo in base al suo metodo piuttosto controverso del confronto lessicale grezzo. Per enfatizzare l'esclusione dell'haida, la famiglia viene denominata anche athabaska-eyak-tlingit. La proposta na-dene originaria è stata rivisitata di recente tramite l'opera del linguista John Enrico che si è occupato dell'haida.
Secondo la classificazione di Greenberg delle lingue aborigene nordamericane, il gruppo na-dene rappresenterebbe un'ondata migratoria distinta dall'Asia alle Americhe. Le lingue na dene infatti, sono diverse da tutte le altre lingue del continente americano: le lingue amerinde (quest'ultime comprendono anche le lingue eschimo-aleutine, parlate in Siberia, Alaska, Artico canadese e Groenlandia).
Perfino i sostenitori contemporanei della teoria di Greenberg come Merritt Ruhlen hanno suggerito che la famiglia linguistica na-dene rappresenti una migrazione distinta di popoli dall'Asia al nuovo mondo. Questa migrazione sarebbe avvenuta tra i 6.000 e gli 8.000 anni fa, collocandosi così circa 4.000 anni dopo la migrazione nelle Americhe dei parlanti amerindi. Ruhlen sostiene che i parlanti na-dene sarebbero arrivati con barche, stabilendosi inizialmente nelle Alexander Islands e Queen Charlotte Islands, in Columbia Britannica, Canada.
Inoltre, Edward Sapir, sostenne che il na-dene fosse un membro della superfamiglia dene-caucasica, insieme alle lingue caucasiche nordorientali, le lingue sino-tibetane, le lingue ienisseiane e il basco.
Il Professor Edward Vajda della Western Washington University suggerisce che queste lingue siano imparentate con le lingue ienisseiane della Siberia, e quindi facenti parte di una famiglia più ampia detta dene-ienisseiana.[3] Questa proposta è stata sostenuta anche da studi biologici (Rubicz 2002).
Note
Bibliografia
Voci correlate
Collegamenti esterni
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