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varietà della lingua aramaica usata in alcune parti della Bibbia Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'aramaico biblico è la varietà della lingua aramaica usata in parte nei libri di Daniele, Esdra e Neemia, e in alcuni altri brevi scritti dell'Antico Testamento (Genesi e Geremia, forse Numeri e Giobbe).
Aramaico biblico † Arâmît | |
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Parlato in | Medio Oriente |
Periodo | V sec. a.C. - II sec. a.C. |
Locutori | |
Classifica | estinta |
Altre informazioni | |
Scrittura | Alfabeto aramaico |
Tipo | VSO |
Tassonomia | |
Filogenesi | Lingue afroasiatiche Lingue semitiche occidentali Lingua aramaica biblica |
Codici di classificazione | |
ISO 639-3 | arc (EN)
|
Esso non va confuso con la meno antica varietà di aramaico impiegata per la letteratura dei Targumim; costituita da parafrasi, spiegazioni ed espansioni delle Scritture ebraiche. L'aramaico biblico non va confuso nemmeno con le citazioni in aramaico galileo presenti nel Nuovo Testamento.
Siccome l'aramaico antico è servito da lingua franca nell'Impero neo-assiro dall'VIII secolo a.C., è molto facile reperire informazioni riguardo ai suoi contatti linguistici con le fasi più antiche dell'ebraico biblico.
Nella Bibbia (Re 2, 18:26) si parla della situazione linguistica, in quanto Gerusalemme nel 701 a.C., durante il regno di Ezechia, era sotto l'assedio dell'esercito di Sennacherib. Il libro riporta gli incontri degli ambasciatori delle due parti in lotta avvenuti appena all'esterno delle mura cittadine. Gli inviati di Ezechia chiesero agli Assiri che proponessero le loro condizioni in aramaico, in modo che la gente che ascoltava non capisse. Quindi l'aramaico era diventato la lingua dei rapporti internazionali, ma non della gente comune.
Durante la cattività babilonese l'aramaico diventò la lingua parlata dagli Ebrei, e l'alfabeto aramaico quadrato sostituì l'alfabeto paleo-ebraico. Dopo la presa di Babilonia da parte dell'Impero Persiano, l'aramaico diventò la lingua della cultura e dell'istruzione. Nel 500 a.C. il Re Dario I proclamò l'aramaico lingua ufficiale della metà occidentale dell'impero; e fu questa lingua aramaica dell'impero che costituì le basi dell'aramaico biblico. L'ebraico biblico si ridusse gradualmente allo stato di lingua liturgica e per gli studi teologici; mentre gli Ebrei del Secondo tempio parlavano una forma occidentale di aramaico antico, fino alla loro parziale ellenizzazione a partire dal III secolo a.C., e l'affermazione finale dell'aramaico medio nel III secolo d.C.
Il dibattito sulla cronologia approssimativa dell'aramaico biblico riguarda soprattutto la datazione del Libro di Daniele. Nel 1929 Rowley affermò che le sue origini fossero successive al VI secolo a.C., e che la lingua fosse più simile a quella dei Targumim che a quella dei documenti in aramaico dell'impero disponibili nella sua epoca. Altri sostennero che la lingua assomigli più strettamente a quella dei papiri di Elefantina del V secolo a.C., e sia quindi ben rappresentativa del tipico aramaico dell'impero. Kenneth Kitchen prende una posizione "neutrale", dichiarando che l'aramaico del Libro di Daniele sia compatibile con quello di ogni periodo dal V fino all'inizio del II secolo a.C.
L'ebraico biblico è di gran lunga la lingua principale della Bibbia ebraica. In aramaico sono scritti circa 250 versi su un totale di oltre 23.000. L'aramaico biblico è strettamente imparentato con l'ebraico, facendo parte entrambi della famiglia linguistica semitica nord-occidentale. Qui sotto vengono elencate alcune chiare analogie e differenze:
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