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attrice italiana (1920-1988) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lia (Amalia) Zoppelli (Milano, 16 novembre 1920 – Milano, 3 gennaio 1988) è stata un'attrice italiana attiva in cinema, teatro e televisione soprattutto in ruoli brillanti.
Debutta in teatro a diciotto anni con la compagnia Cimara-Maltagliati-Ninchi e prosegue l'attività durante e dopo la guerra, al fianco di interpreti di prestigio quali Ruggero Ruggeri, Memo Benassi, Sarah Ferrati, Tino Carraro. In seguito all'armistizio firmato l'8 settembre 1943 e la costituzione della Repubblica di Salò, si arruola nel Servizio Ausiliario Femminile (SAF), inquadrato nelle forze armate fasciste. Dopo aver lavorato con Luchino Visconti, dal 1947 l'attrice comincia la sua proficua collaborazione con Giorgio Strehler, che la dirige nell'allestimento di opere come Piccoli borghesi di Maksim Gor'kij, Le notti dell'ira di Salacrou e Arlecchino servitore di due padroni di Carlo Goldoni.
Negli anni seguenti fonda una fortunata compagnia insieme a Ernesto Calindri, Franco Volpi e Valeria Valeri. Nel 1951 è diretta da Mario Ferrero per la prima italiana di The Cocktail Party di Thomas Stearns Eliot. Viene poi scelta da Garinei e Giovannini per la commedia musicale Giove in doppiopetto, in cui recita con Carlo Dapporto. Al cinema partecipa come attrice brillante a un buon numero di pellicole, talvolta al fianco di Totò: Chi si ferma è perduto (1960), Totòtruffa 62 (1961), Sua Eccellenza si fermò a mangiare (1961), in cui si distingue sempre per una recitazione sobria, ironica ed elegante.[1]
A partire dai primi anni sessanta Lia Zoppelli prende parte, specialmente in ruoli secondari, a molti sceneggiati televisivi, come Tom Jones, per la regia di Eros Macchi, I Giacobini (1962) di Edmo Fenoglio, Paura per Janet (1963) di Daniele D'Anza, e a numerosi lavori di prosa andati in onda per la serie "La prosa del venerdì", come Mancia competente (1957) e Affari di stato (1961). Sempre in televisione offre le proprie doti d'interprete brillante ad alcuni varietà televisivi, come Gente che va, gente che viene (1960), Za-bum (1964) e Biblioteca di Studio Uno (1964).
Nel doppiaggio ha prestato la voce a Lucyna Winnicka, protagonista del film polacco Madre Giovanna degli Angeli, e a Bette Davis nel secondo dei suoi due film italiani: Lo scopone scientifico. Malgrado la grande quantità di lavori ai quali ha partecipato, il personaggio che le ha dato maggiore popolarità è sicuramente quello interpretato negli spot pubblicitari di Carosello tra il 1957 e il 1965 per Alemagna, al fianco di Enrico Viarisio,[1][2] che si concludevano immancabilmente con lo slogan "Ullallà, è una cuccagna!". Negli ultimi anni si è dedicata soprattutto all'attività teatrale. Era sposata con il pilota automobilistico Eugenio Minetti.
Muore a Milano dopo una lunga malattia.[3] Riposa nel cimitero maggiore del capoluogo lombardo.
Lia Zoppelli partecipò a numerose serie di sketch della rubrica televisiva pubblicitaria italiana Carosello:[4]
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