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architetto russo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Lev Vladimirovič Rudnev (in russo Лев Владимирович Руднев?; Opočka, 13 marzo 1885[1] – Mosca, 19 novembre 1956) è stato un architetto russo che progettò alcuni tra gli edifici più rappresentativi dell'architettura staliniana.
Rudnev nacque da una famiglia di insegnanti nella città di Opočka (altre fonti però affermano che nacque a Novgorod). Si diplomò alla Realschule[2] di Riga (oggi primo liceo statale di Riga) e entrò all'Accademia Imperiale di Belle Arti di San Pietroburgo nel 1906. Qui studiò pittura con Leon Benois e architettura con Ivan Fomin.
A partire dal 1911 Rudnev ebbe successo in vari concorsi architettonici e nel 1915 ottenne un certificato di specializzazione in architettura. Dopo la Rivoluzione di febbraio Rudnev vinse il concorso per la costruzione del Campo di Marte a San Pietroburgo. Tra il 1922 e il 1948 Rudnev fu professore all'Accademia Russa di Belle Arti di Leningrado. Dopo la Grande Guerra Patriottica fu attivo nella ricostruzione delle città di Voronež, Stalingrado, Riga e Mosca devastate dalle ostilità. Tra il 1948 e il 1952 insegnò all'Istituto di Architettura di Mosca (Moskovskij Arkhitekturny Institut). Rudnev fu inoltre membro dell'Accademia Sovietica di Architettura.
Il più notevole lavoro architettonico di Lev Rudnev è il complesso di edifici dell'Università Statale Lomonosov - MSU (Mosca), situato sulle colline Vorobyovy (Colline di Lenin, poi tornate al nome originario Colline dei Passeri). Esso fu realizzato tra il 1948 e il 1953 e alla progettazione parteciparono anche gli architetti S. Chernyshov, P. Abrosimov, A. Khryakov e l'ingegnere V. Nasonov. Per il progetto dell'edificio principale del complesso universitario Rudnev fu insignito nel 1949 del Premio Stalin.
Il suo Palazzo della Cultura e della Scienza nel centro di Varsavia (Polonia, 1952-1955) richiama lo stile marcatamente scultoreo del complesso della MSU.
Fu inoltre l'autore di vari importanti progetti in Unione Sovietica tra i quali:
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