Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani

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Il Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani (CIFI) è un'associazione tecnica e professionale senza fini di lucro, costituita nel 1899, che ha per scopi la promozione della cultura ferroviaria specialmente in Italia, il sostegno alla professione di ingegnere ferroviario e l'aggiornamento professionale del personale delle industrie e società ferroviarie.

Fatti in breve Abbreviazione, Tipo ...
Collegio Ingegneri Ferroviari Italiani
AbbreviazioneCIFI
TipoAssociazione
Affiliazione internazionaleUEEIV - Union European Railway Engineering Associations
Fondazione1899
FondatorePietro Mallegori
ScopoPromozione della cultura ferroviaria, sostegno alla professione di ingegnere ferroviario e aggiornamento professionale del personale delle industrie e società ferroviarie
Sede centrale Roma
Presidente Gianpiero Strisciuglio
Lingua ufficialeitaliano
Membri2400 (2019)
Impiegati5 (2019)
Sito web
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Il CIFI raccoglie al suo interno soci individuali (soci ordinari se laureati in ingegneria e soci aggregati se laureati in altre discipline o esperti del settore con titolo di studio diverso dalla laurea) e soci collettivi (società, industrie e aziende di trasporto e dipartimenti universitari).

Storia

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La prima pagina del fascicolo de L'ingegneria ferroviaria contenente il necrologio ufficiale di Pietro Mallegori.

Il CIFI fu fondato nel 1899 per iniziativa dell'ingegner Pietro Mallegori (Bergamo, 22 settembre 1858-Milano, 5 agosto 1908), laureato nel Politecnico di Milano nel 1881, quadro delle Strade ferrate dell'Alta Italia e poi della Rete Adriatica[1]. Il primo presidente fu Leonardo Loria, docente di Ferrovie nel Politecnico di Milano. Presidente onorario dal 10 dicembre 1905 fu Riccardo Bianchi, il primo direttore generale delle Ferrovie dello Stato[2].

Tra i suoi soci individuali si segnalano gli ingegneri Uberto Bajocchi[3], Riccardo Bianchi, Ugo Cantutti, Guido Corbellini, Alfredo D'Arbela, Giulio Giovanardi, Franco Di Majo, Pietro Lanino[4], Leonardo Loria, Matteo Maternini, Lucio Mayer, Piero Muscolino, Manlio Perilli[5], Vincenzo Leuzzi[6], Giovanni Robert, Giuseppe Vicuna.

Scopi dell'associazione

Riepilogo
Prospettiva

Gli scopi del CIFI sono la promozione della cultura ferroviaria in Italia, il sostegno alla professione di ingegnere ferroviario e l'aggiornamento professionale del personale delle industrie e società ferroviarie.

Conseguentemente esso raccoglie al suo interno soci individuali (soci ordinari se laureati in ingegneria e soci aggregati se laureati in altre discipline o esperti del settore) e soci collettivi (società, industrie e aziende di trasporto e dipartimenti universitari).

Organizza visite tecniche e presentazioni d'infrastrutture, impianti e rotabili.

Inoltre organizza e patrocina conferenze, seminari e congressi specialistici, anche internazionali, dei quali pubblica gli atti.

Pubblica le riviste Ingegneria Ferroviaria (di livello post-universitario, edita dal 1946, mensile; seguito della Rivista tecnica delle ferrovie italiane, promossa da Riccardo Bianchi con la collaborazione di Pietro Lanino nel 1912 e sospesa nel 1944[7]), che è anche il suo organo ufficiale[8][9][10], e La tecnica professionale (dedicata all'aggiornamento del personale delle Ferrovie dello Stato e delle altre società ferroviarie, mensile, edita dal 1933 al 1998 in sezioni corrispondenti agli ex Servizi delle FS; nel 1998 s'è iniziata la nuova serie, in un solo fascicolo mensile interdisciplinare).

Inoltre pubblica testi professionali, d'aggiornamento e di alta divulgazione (anche storiografici), anche in coedizione con case editrici specializzate. Con alcune di esse ha stabilito accordi per la distribuzione di monografie su temi specialistici, anche di carattere generale e storiografico.

Bandisce e patrocina, con cadenze annuali o pluriennali, premi per i migliori contributi scientifici editi o inediti e per tesi di laurea sulle discipline ferroviarie (il più antico è il premio Mallégori)[11].

Eroga borse di studio per studenti delle scuole superiori e universitari e per orfani di dipendenti delle Ferrovie dello Stato.

Organigramma e sede

La sede centrale del CIFI dal 1949 è a Roma, nell'edificio della stazione ferroviaria di Roma Termini[12]

Presidente del CIFI, per il quadriennio 2016-2019, è l'ingegner Maurizio Gentile, ex amministratore delegato di Rete Ferroviaria Italiana (nel 1905 fu scelto quale presidente onorario il primo direttore generale delle FS ingegner Riccardo Bianchi)[13].

Il CIFI è organizzato in quindici sezioni regionali, localizzate nelle città sedi delle ex Direzioni Compartimentali delle Ferrovie dello Stato, raggruppate in tre aree: Area Nord, Area Centro e Area Sud. Le attività citate sono organizzate dalla sede centrale e dalle sezioni territoriali, spesso in collaborazione con enti e aziende esterni.

Presso la sede centrale ha sede la biblioteca "Pietro Mallégori-Manlio Perilli", accessibile anche ai non soci. Nel 1943 l'archivio interno e parte della biblioteca, allontanati da Roma per le vicende belliche, furono distrutti o rubati[14].

CIFI e cultura storica ferroviaria

Negli anni Settanta il CIFI intervenne ufficialmente per "sbloccare" l'annosa e irrisolta questione del museo nazionale ferroviario, istituendo un gruppo di lavoro interno che contribuì al progetto del Museo nazionale ferroviario di Pietrarsa[15].

Durante il convegno internazionale per il suo centenario (1999) rese nota una proposta, elaborata insieme a dirigenti della Direzione Risorse umane delle Ferrovie dello Stato, di una ricognizione dei beni culturali del comparto ferroviario, proponendo la costituzione d'una Fondazione Ferrovie dello Stato incaricata di gestirli[16]. La Fondazione Ferrovie dello Stato fu poi istituita nel 2013[17][18][19].

Note

Bibliografia

Voci correlate

Collegamenti esterni

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