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commedia di Carlo Goldoni Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'uomo di mondo, commedia in tre atti in prosa di Carlo Goldoni del 1738, è la prima commedia riconosciuta del commediografo veneziano[1]. Rappresentata per la prima volta nel Teatro San Samuele di Venezia col titolo di Momolo cortesan, riscosse grande successo e fu replicata molte volte. Originariamente si trattava di un canovaccio per la recitazione all'improvviso, ma l'autore stesso ne redasse la versione definitiva con tutte le parti scritte per la successiva edizione a stampa[2].
L'uomo di mondo | |
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Opera teatrale in tre atti | |
Teatro San Samuele | |
Autore | Carlo Goldoni |
Lingue originali | |
Genere | Commedia |
Prima assoluta | 1738 |
Prima rappresentazione italiana | Teatro San Samuele, Venezia |
Personaggi | |
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Momolo (diminutivo di Girolamo), rampollo gioviale e spensierato di una ricca famiglia veneziana, è innamorato di Smeraldina, una lavandaia corteggiata a sua volta da Lucindo, e cerca di far diventare Smeraldina una ballerina. Momolo si improvvisa cavalier servente di Beatrice, moglie di Silvio, e salva i due sposi dagli intrighi dell'usuraio Ludro. Di Momolo è innamorata Eleonora, figlia del dottor Lombardi, corteggiata a sua volta da Ottavio; quest'ultimo, geloso, manda due bravacci, Beccaferro e Tagliacarne, a bastonare Momolo, ma quest'ultimo riesce a corrompere i due e a convincerli a bastonare Ottavio. Il protagonista, infine, disgustato per gli inganni di Smeraldina, e convinto dell'amore di Eleonora, decide di abbandonare la sua vita di gaudente e di sposare quest'ultima.
L'uomo di mondo è un tardo rifacimento della commedia intitolata Momolo cortesan nella quale la parte del protagonista era scritta per intero, mentre il resto era improvvisato[3]; ne L'uomo di mondo tutte le parti sono scritte. Il canovaccio del primo Momolo cortesan è invece andato perduto [4]. L'occasione del Momolo cortesan fu l'arrivo a Venezia nel 1738 di due attori straordinari della Commedia dell'arte: Francesco Golinetti (Pantalone) e Antonio Sacchi (Truffaldino). La parte del protagonista Momolo fu scritta per il Golinetti[5]. Il cambiamento del titolo fu giustificato da Goldoni dal proposito di evitare equivoci: il vocabolo "cortesan" significava in veneto "cortese", e non corrispondeva pertanto al vocabolo toscano "cortigiano" a cui poteva essere ricondotto per assonanza[3].
Il personaggio di Momolo sarà in seguito protagonista di un'altra commedia di Goldoni (Il prodigo, conosciuto anche come Il Momolo sulla Brenta), mentre in altre due ancora farà da comprimario (La donna di garbo e Una delle ultime sere di carnovale). Il personaggio negativo di Ludro sarà ripreso da Francesco Augusto Bon che gli dedicherà una trilogia.
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