Kalhaṇa
poeta e storico indiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Kalhaṇa (कल्हण; XII secolo – XII secolo) è stato un poeta indiano.
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Biografia
Riepilogo
Prospettiva
Kalhana nacque a Parihaspore, una piccola città a ventidue chilometri da Srinagar nel Jammu e Kashmir, agli inizi del XII secolo, figlio di Champaka, un ministro del re Harsha che governò il Kashmir a cavallo del XII secolo.[1]
Kalhana ricevette un'istruzione culturale e religiosa nella tradizione induista śivaita e brahamanica, inoltre lui stesso approfondì le sue conoscenze del Buddhismo e del Giainismo.[1]
Il suo spirito critico emerse soprattutto nella storicità dei suoi scritti, nei quali si distinse per una maggiore storiografia nei confronti degli scrittori contemporanei, evidenziata dal non mescolamento di leggende e miti con eventi reali, dalla grande attenzione alla cronologia, dall'imparzialità del narratore, dall'individualità dei personaggi e dei loro tratti personali, dalla storicità della narrazione.[1][2][3]
La sua opera più famosa è Rajatarangini (La fiumana dei re, 1149), definita anche la "storia del Kashmir", nella quale l'autore descrive la storia dei re e delle regine del Kashmir, dal 1180 a.C. fino al XII secolo, con ampi riferimenti geografici e etnologi impreziositi di leggende poetiche.[4][5] Da sottolineare le descrizioni di strade e vie di comunicazione, oltreché delle zone di frontiera del Kashmir. Tra gli elementi che caratterizzano il Kashmir descritto da Kalhana vi è sicuramente la tolleranza presente nella regione, dove venivano eretti templi di Visnù accanto a stupa buddhisti, oltreché la generosità attestata dalla pratica della carità.[3]
Nella sua opera, scritta in sanscrito, descrive i vari ambiti della vita quotidiana, da quelli religiosi a quelli giuridici, da quelli amministrativi a quelli di costume, da quelli artistici a quelli architettonici.[6]
Importante si rivelò la sua ricerca di fonti storiche e di cronaca, nella quale utilizzò sia fonti letterarie come la Harṣacarita, sia fonti epigrafiche; inoltre studiò monete, monumenti, genealogie, iscrizioni, tradizioni locali.[4]
Descrisse con molta accuratezza il ruolo delle donne, sia quelle regnanti sia quelle influenti sui governanti.[6]
Note
Bibliografia
Altri progetti
Collegamenti esterni
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