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rabbino e religioso spagnolo Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Joseph ben Abraham Gikatilla (in ebraico יוסף בן אברהם ג'יקטיליה?, spagnolo: Chiquitilla, "il piccolo") (Medinaceli, 1248 – Peñafiel, 1305) è stato un rabbino e religioso spagnolo, studioso ebreo cabalista, discepolo di Abramo Abulafia.
Nato a Medinaceli, nella Vecchia Castiglia, Gikatilla fu per un periodo lo studente del rinomato cabalista Abramo Abulafia, dal quale venne molto lodato; la sua conoscenza cabalistica divenne così profonda che si reputò fosse in grado di fare miracoli e per questo venne chiamato "Joseph Ba'al ha-Nissim" (il Taumaturgo o letteralmente "Maestro dei Miracoli")[1] Come il suo insegnante, Gikatilla studiò le combinazioni mistiche e le trasposizioni delle lettere e numeri ebraici; in verità, Abulafia lo considerò il continuatore della sua scuola.[2] Tuttavia Gikatilla non era contrario alla filosofia, al contrario, provò a conciliare la filosofia con la Cabala, dichiarando che quest'ultima è la base della prima. Gikatilla tuttavia, cercava la scienza superiore, cioè il misticismo. Le sue opere, in generale, rappresentano un progressivo sviluppo di conoscenze filosofiche nell'ambito del misticismo. La sua prima opera mostra che aveva una notevole conoscenza delle scienze secolari e una familiarità con le opere di Salomon Ibn Gabirol, Abraham ibn ‛Ezra, Maimonide e altri. Morì a Peñafiel in Portogallo, verso il 1305.
Nei vari manoscritti delle sue opere, il nome dell'autore viene riportato in vari modi: "Gribzul", "Karnitol" e "Necatil", varianti di "Gikatilla."
Gikatilla fu scrittore prolifico: scrisse la sua prima opera (Ginnat Egoz, גנת אגוז) quando aveva solo ventisei anni. Si tratta di un trattato cabalistico in tre parti (Hanau, 1615).
Gikatilla a volte critica lo Sefer Yetzirah e il Pirḳe Hekalot. Identifica i sette cieli (Ḥag. 12a) con i sette pianeti. Stima immensamente Maimonide anche quando lo oppone e lo cita molto spesso. Altre autorità che menziona frequentemente sono Ibn Gabirol, Samuel ibn Naghrela e Abraham ibn ‛Ezra. Isaac ben Samuel di Acci, nel suo Me'irat 'Enayyim, critica severamente Gikatilla per l'uso troppo libero del Nome Santo.
Sha'are Orah, o Sefer ha-Orah, (שערי אורה) è l'opera più influente di Gitatilla. L'Arizal la chiama "una chiave per capire gli studi mistici".[4] Il Gaon di Vilna e Rabbi Zundel Salant (1786–1866) raccomandavano ai propri studenti di stuadiarlo. Tra coloro che lo citano si annoverano: Moses Cordovero, Joseph Caro, Hayim Vital, Isaiah Horowitz, Yehudah Aryeh Leib Alter,[5] Shem Tov ibn Shem Tov, Moses al-Ashkar e Judah Hayyat, con lunghi estratti inseriti dal rabbino di Praga Reuben ben Hoshke (m. 1673) nel suo Yalḳuṭ Reubeni. Fu tradotto in latino dall'ebreo convertito al Cristianesimo Paolo Riccio e usato da Johannes Reuchlin come difesa contro i suoi avversari.[6]
Sha'are Orah (Mantova, 1561) tratta dei nomi di Dio.
Sefirah | Nome Santo |
---|---|
כתר, Keter, "Corona" | אהי"ה, Eheyeh, "I SONO" |
חכמה, Chokhmah, "Sapienza" | יה, Yah, "SIGNORE" |
בינה, Binah, "Comprensione" | יהו"ה, Havayah, "SIGNORE" |
חסד, Chesed, "Bontà" | אל, El, "Dio" |
גבורה, Ghevurah, "Severity" | אלהים, Elohim, "God" |
תפארת, Tiferet, "Bellezza" | יהו"ה, Havayah, "SIGNORE" |
נצח, Netzach, "Eternità" | יהו"ה צבאות, Havayah Tsevaot, "SIGNORE delle schiere" |
הוד, Hod, "Splendore" | אלהים צבאות, Elohim Tsevaot, "Dio degli eserciti" |
יסוד, Yesod, "Fonadazione" | אל חי, El Chai, "il Dio vivente" |
מלכות, Malkuth, "Regalità" | אדני, Adonai, "mio Signore" |
Gikatilla non cita alcuna filosofia, ma solo le Scritture Sefer Yeẓirah e Pirḳe Hekalot.
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