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scrittore e occultista francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Joseph-Aimé Péladan, detto Joséphin Péladan (Lione, 28 marzo 1858 – Neuilly-sur-Seine, 27 giugno 1918), è stato uno scrittore, pittore ed esoterista francese.
Figlio del giornalista e letterato Adrien Péladan, si formò presso i collegi gesuiti di Avignone e Nimes. Dopo aver tentato di fondare un culto "devoto alla settima ferita di Cristo" negli anni settanta dell'Ottocento, si trasferì a Parigi nel 1881, dove lavorò per la rivista L'Artiste diretta da Arsène Houssaye e per la banca Crédit Francais; sempre nella capitale avviò una carriera di critico d'arte e di narratore. Nel 1884 , dopo un lungo viaggio in Italia emulo culturale del grand tour settecentesco, pubblicò il suo primo romanzo, Le vice suprême, incentrato sul misticismo orientale, che ebbe da subito successo in Francia e venne più volte ristampato; anche in virtù di quest'opera, poco dopo il suo lancio allacciò un profondo legame culturale con l'aristocratico lorenese, di lontana ascendenza italiana, Stanislas de Guaita, di cui fu prima mentore e poi collaboratore alla fondazione dell'Ordine Cabbalistico della Rosacroce, stabilito, anche insieme a Gérard Encausse (da questo periodo, noto con lo ieronimo di Papus), come espressione del Supremo Consiglio direttivo del neonato Ordine Martinista. Il suo pensiero, rispetto a quello del Guaita nel tempo assai più incline alle dottrine del cattolicesimo, lo spinse nel 1890 a scegliere di abbandonare l'Ordine da lui stesso fondato[1] e a dar vita a una nuova organizzazione, estetizzante, nota come Rosa-Croce Cattolica del Tempio e del Graal,[2] (dalla quale gemmerà, di poi in Belgio, il gruppo KVMRIS, cui aveva aderito anche il famigerato cavaliere Le Clement de Saint-Marcq), che aveva l'obbiettivo di "rivelare alla teologia cristiana le magnificenze esoteriche di cui è piena, a sua insaputa".[3] Il nuovo gruppo di Rosacroce, composto anche da vari pittori della scuola del simbolismo, organizzò, sotto la sua guida, vari Salon dal 1892 fino al 1897. Le sue teorie, fra cui quella secondo cui l'arte non deve presentare la realtà ma Idee, furono di riferimento, per numerose personalità letterarie e artistiche dell'epoca: Paul Gauguin, Stéphane Mallarmé, Paul Verlaine e Joris-Karl Huysmans; altri ancora, tra i minori.[4] Fra gli artisti che Péladan ha promosso a fama e successo, lungo la sua vita di mistagogo iniziatico, vi sono stati Gustave Moreau, Maurice Chabas, Pierre Puvis de Chavannes,[5] lo svizzero Ferdinand Hodler e l'olandese Jan Toorop.[6] Le spoglie di Péladan, scomparso nel 1918, vennero sepolte nel parigino cimitero dei Batignolles. [7]
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