José Efraín Ríos Montt (Huehuetenango, 16 giugno 1926 – Città del Guatemala, 1º aprile 2018[1]) è stato un generale e politico guatemalteco.
José Efraín Ríos Montt | |
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26º Presidente del Guatemala | |
Durata mandato | 23 marzo 1982 – 8 agosto 1983 |
Predecessore | Fernando Romeo Lucas García |
Successore | Óscar Humberto Mejía Victores |
Presidente del Congresso del Guatemala | |
Durata mandato | 14 gennaio 2000 – 14 gennaio 2004 |
Predecessore | Leonel Eliseo López Rodas |
Successore | Francisco Rolando Morales Chávez |
Dati generali | |
Partito politico | Democrazia Cristiana Guatemalteca (1974) Indipendente (1974-1989) Fronte Repubblicano Guatemalteco (1989-2013) |
José Efraín Ríos Montt | |
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José Efraín Ríos Montt in uniforme con la fascia da presidente | |
Nascita | Huehuetenango, 16 giugno 1926 |
Morte | Città del Guatemala, 1º aprile 2018 |
Dati militari | |
Paese servito | Guatemala |
Forza armata | Esercito nazionale del Guatemala |
Anni di servizio | 1950 - 1977; 1982 - 1983 |
Grado | Generale di brigata |
Guerre | Guerra civile in Guatemala |
Comandante di | Capo di stato maggiore generale dell'Esercito nazionale del Guatemala |
Decorazioni | Gran Maestro dell'Ordine del Quetzal |
Altre cariche | Politico |
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Sostenuto dalla locale Democrazia cristiana, fu eletto presidente nel 1974, ma venne subito deposto dai militari e Kjell Eugenio Laugerud García prese il suo posto. Tornò al potere nel 1982 grazie ad un colpo di Stato, mettendo fuori legge i partiti. Nel 1983 fu nuovamente deposto da un ennesimo golpe guidato dall'ex Ministro della difesa, il generale Oscar Humberto Mejìa Victores, che indisse per il 1º luglio 1984 le elezioni politiche. Nell'ottobre 1990 la Corte Costituzionale escluse la sua candidatura, ma al secondo turno delle elezioni, tenutosi nel 1991, il vincitore fu uno dei suoi uomini, Jorge Serrano Elìas del Movimento per l'azione e la solidarietà (MAS), deposto nel 1993 dopo aver tentato di sciogliere il Parlamento e la Corte Suprema.
Nel 1994 il Fronte repubblicano di Rìos Montt vinse le elezioni politiche e nel gennaio 1995 il generale fu eletto presidente del Parlamento. Le presidenziali del 1996 decretarono la vittoria di Alvaro Arzù, dal momento che la candidatura di Rìos Montt era stata impedita in quanto ex-golpista, e anche il suo prestanome, Portillo, era stato sconfitto. L'11 maggio 2013 viene condannato ad 80 anni di carcere per il genocidio commesso nel 1982-1983 nei confronti della comunità maya.[2][3]
Onorificenze
Note
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Collegamenti esterni
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