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Janusz Radziwiłł, in lituano Jonušas Radvila (Vilnius, 2 luglio 1579 – Czarlin, 3 dicembre 1620), fu szlachta della Confederazione polacco-lituana, podczaszy del Granducato di Lituania dal 1599, castellano di Vilnius dal 1619, starost di Borysów e principe del Sacro Romano Impero.
Figlio di Krzysztof Mikołaj Radziwiłł e di Katarzyna Ostrogska, il 1º ottobre 1600 sposò Zofia Olelkowicz Słucka, la quale morì nel 1612 e venne canonizzata dalla Chiesa ortodossa bielorussa, quale santa Sofia di Slutsk, per la carità di cui aveva dato prova in vita e i miracoli occorsi sulla sua tomba. L'ingente dote di Zofia (sette castelli e palazzi e circa 32 villaggi) contribuì ad aumentare la già cospicua fortuna della famiglia Radziwiłł[1]. Rimasto vedovo, Janusz sposò in seconde nozze Elisabetta Sofia, figlia di Giovanni Giorgio di Brandeburgo, il 27 marzo 1613 a Berlino: da questo matrimonio nacquero quattro figli, Elżbieta Eleonora Radziwiłł, Jan Jerzy Radziwiłł, Zofia Agnieszka Radziwiłł e Bogusław Radziwiłł.
Combatté contro l'Impero svedese in Livonia[1], ma, insoddisfatto del compenso ricevuto, si unì all'opposizione contro re Sigismondo III Vasa e divenne uno dei capi della ribellione di Zebrzydowski[1], una konfederacja che si proponeva di indebolire l'autorità del sovrano[1].
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