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pittore olandese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Jan Linsen (Hoorn, 1602 – Hoorn, 1635) è stato un pittore olandese del secolo d'oro.
Studiò pittura inizialmente in patria ed in seguito in Italia[1].
Si stabilì a Roma, dove nel 1624 e nel 1625 condivise una casa in Piazza di Spagna e poi una in Strada dell'Olmo con il pittore Paulus Bor e con l'italiano Michelangelo Cerquozzi[2].
Cornelis van Poelenburch, Bartholomeus Breenbergh e Jan Linsen furono rappresentati in disegni di autore anonimo (in precedenza attribuiti a Jan van Bijlert) di Bentvueghels, conservati al Museo Boymans-van Beuningen di Rotterdam[3]. In particolare Linsen è ritratto in un disegno rappresentante Bacco, il dio del vino, seduto tra Paulus Bor (indicato come Paulus Borro alias Orlando) e lo stesso Linsen (indicato come Joan Linsen alias Hermafrodito)[2].
Fu ispirato dallo stile e dai soggetti dipinti da Cornelis van Poelenburch e fu il suo solo seguace che imitò i suoi dipinti di genere con figure eseguiti in Italia. Le opere di Linsen comunque presentano anche reminiscenze del lavoro italiano di Bartholomeus Breenbergh[3]. Un esempio di questi paesaggi con figure mitologiche o storiche è Orfeo che suona il violino all'entrata degli Inferi, notevole per la rappresentazione di rocce fantastiche[4]
La sua opera più importante fu un dipinto descrivente la sua cattura da parte dei Rovers di Salee[1].
Morì ancor giovane, ucciso da un amico con cui stava giocando[1].
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