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Ivan Nikolaevič Pavlov (Kašira, 5 marzo 1872 – Mosca, 30 agosto 1951) è stato un pittore e incisore russo.
Pavlov si avvicinò all'arte giovanissimo, lavorando per un incisore di Mosca, realizzando già a quindici anni le sue prime opere.[1]
Successivamente perfezionò le sue conoscenze presso l'istituto Stieglitz di San Pietroburgo.[1]
Incominciò a lavorare ispirandosi alle opere russe dell'Ottocento, soprattutto degli Ambulanti,[2] oltre a collaborare con importanti periodici nei due decenni a cavallo del Novecento.
Dopo di che fu un pioniere dell'incisione, della xilografia, fino a portarla come mezzo artistico di primo piano, producendo numerosi album, tra i quali si ricordano: Russia che scompare (1914); Il paesaggio nelle silografie a colori (1923); Il Volga a Jaroslav (1920); Stalino (1936); inoltre fu celebre per i lavori dedicati alla seconda guerra mondiale oltre che come ritrattista.[3]
Pavlov caratterizzò le sue opere per l'inserimento di elementi tecnici innovativi, quali il linoleum.[1]
Infine, Pavlov si distinse anche come insegnante, dapprima all'istituto Stroganov dal 1907, poi al Vohutemas, dove ebbe allievi importanti come V. Zavjalov.
Tra i suoi trattati, i saggi e le autobiografie, si possono menzionare : La mia vita e i miei incontri (1949), Tecnica della xilografia (1952).
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