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politico palestinese (1963-2024) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Ismāʿīl Haniyeh, riportato anche come Ismail Haniya, in arabo إسماعيل هنية? (Al-Shati, 1962 / 1963[1] – Teheran, 31 luglio 2024), è stato un politico palestinese[2][3].
Ismail Haniyeh | |
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Capo di Hamas nella Striscia di Gaza | |
Durata mandato | 2 giugno 2014 – 13 febbraio 2017 |
Predecessore | carica creata |
Successore | Yahya Sinwar |
Presidente dell'ufficio politico di Hamas | |
Durata mandato | 6 maggio 2017 – 31 luglio 2024 |
Predecessore | Khaled Mesh'al |
Successore | Yahya Sinwar |
Primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese | |
Durata mandato | 29 marzo 2006 – 14 giugno 2007 |
Predecessore | Ahmed Qurei |
Successore | Salam Fayyad |
Dati generali | |
Partito politico | Hamas |
Titolo di studio | Laurea in lingua e letteratura araba |
Università | Università islamica di Gaza |
Professione | Politico |
Membro di spicco di Hamas[2], del quale è stato capo dell'ufficio politico dal 2017 al 2024[4], nonché primo ministro dell'Autorità Nazionale Palestinese dal 2006 al 2007[4] (pur mantenendo nominalmente la carica fino al 2014[5]) e capo dell'amministrazione della Striscia di Gaza dal 2014 al 2017. Dal 2019 fino alla sua morte viveva e operava a Doha, in Qatar.[6][7]
È nato tra il 1962 e il 1963 nel campo profughi Al-Shati di Gaza durante l'occupazione egiziana della Striscia, dove i genitori si erano rifugiati in seguito all'esodo palestinese del 1948. Dopo aver studiato nelle scuole gestite dall'Agenzia delle Nazioni Unite per il soccorso e l'occupazione dei profughi palestinesi nel vicino oriente (UNRWA) si è laureato presso l'Università islamica di Gaza in lingua e letteratura araba. Si sposò e fu padre di tredici figli.[8]
All'interno del movimento politico di Hamās è stato il braccio destro del fondatore del movimento, Ahmed Yassin. Ha conosciuto le carceri israeliane per essere stato arrestato durante le rivolte del 1987 e del 1988 della prima intifada e quindi nuovamente arrestato nel dicembre del 1992 e deportato assieme ad altri 451 componenti di Hamās e della Jihād islamica nel Sud del Libano, tornando poi a Gaza solo a fine 1993, diventando poi preside nell'Università islamica di Gaza.
Condivideva col suo partito la forte avversione contro Israele in quanto assieme agli Stati Uniti e numerosi altri Paesi accusavano di terrorismo l'organizzazione di Hamās. Ancora nel corso del 2006 il vice-primo ministro e ministro degli affari strategici israeliano Avigdor Lieberman esortò a liquidare fisicamente Haniyeh qualora il soldato israeliano Gilad Shalit, catturato da palestinesi, non fosse stato rilasciato o, peggio, se fosse stato ucciso.
Nel novembre 2006, dopo mesi di aspre polemiche dovute alle posizioni del governo circa Israele, Haniyeh ha deciso di dimettersi in seguito a colloqui tra il presidente dell'Autorità Nazionale Palestinese Mahmūd Abbās e Hamās, favorendo così la nascita di un governo di unità nazionale. Il candidato più probabile alla successione era l'ex rettore dell'Università islamica di Gaza, Mohammed Shbair. Nei primi giorni del mese seguente gli accordi tra Hamās e Abū Māzen sono saltati e pertanto Haniyeh non si è dimesso. Inoltre durante una visita al presidente iraniano Mahmud Ahmadinejad ha avuto modo di rivedere le proprie posizioni sullo Stato di Israele dichiarando che non potrà mai essere riconosciuto da Hamās.
Il 15 febbraio 2007, in seguito ad accordi con Abū Māzen, si dimise ricevendo l'incarico di costituire un governo di unità nazionale, grazie all'intermediazione alla Mecca del re dell'Arabia Saudita ʿAbd Allāh. Il 18 marzo seguente prestò giuramento alla cerimonia di insediamento del nuovo esecutivo di unità nazionale. Nonostante ciò le tensioni tra le due anime del governo divennero sempre più insanabili fino a portare a una situazione di guerra civile a inizio giugno, culminata con la presa della striscia di Gaza da parte di Hamās. Come contromisura, il 14 giugno Abū Māzen considerò decaduto il governo e affidò il giorno seguente l'incarico di formarne uno nuovo a Salam Fayyad, esponente del partito centrista La Terza Via.
Il 6 maggio 2017 è stato eletto presidente dell'ufficio politico di Hamās al posto di Khaled Mesh'al; nel 2019 ha lasciato Gaza ed è fuggito in Qatar, dove ha ottenuto asilo politico.[6]
Nel maggio 2024 la Corte Penale Internazionale (CPI) aveva chiesto il suo arresto assieme agli altri capi di Hamas Yahya Sinwar e Mohammed Deif, con l'accusa di sterminio, presa di ostaggi, stupri e altre forme di violenza sessuale.[9][10]
Il 31 luglio 2024, i media statali iraniani hanno riportato che Haniyeh è stato assassinato a Teheran,[11] dove si trovava per partecipare alla cerimonia d'insediamento del nuovo presidente eletto Masoud Pezeshkian. Poche ore dopo la sua morte, Hamas ha dichiarato che Haniyeh è stato ucciso da un "attacco aereo sionista" sulla sua residenza, insieme a una delle sue guardie del corpo.[12] Tuttavia, qualche giorno dopo, il New York Times ha affermato che Haniyeh sia stato in realtà ucciso da una bomba piazzata due mesi prima nell'edificio dove era ospitato fatta detonare da remoto dopo aver avuto la conferma della sua presenza all'interno.[13]
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