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Sottogenere del rap Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'industrial hip hop[1][2][3] (chiamato anche industrial rap[1], noise hop[4] e noise rap[5]) è un genere derivato del rap e dell'industrial rock, sviluppatosi negli anni ottanta negli Stati Uniti d'America e in Inghilterra. Unisce alle parti vocali tipiche del rap le sonorità più vicine all'elettronica della musica industriale, spesso con utilizzo di parti parlate e a volte influenze da generi quali funk[1], metal e punk[4]. Tra i primi artisti a sperimentare tali combinazioni figura l'artista britannico Mark Stewart[1][4].
Industrial hip hop | |
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Origini stilistiche | Alternative rap Industrial rock |
Origini culturali | Metà anni ottanta a New York (Stati Uniti d'America) e Londra (Inghilterra) |
Strumenti tipici | voce, rapping, chitarra, basso batteria, drum machine, campionatore, sintetizzatore, turntablism |
Popolarità | Prevalentemente underground |
Generi correlati | |
Digital hardcore - Breakcore - Elettrorap - Post-industrial - Trip hop - Noise pop |
Nel 1985 Mark Stewart, ex cantante dei The Pop Group, dà alle stampe As the Veneer of Democracy Starts to Fade, applicando lo stile cut-up tipico della musica industriale con l'aiuto di Doug Wimbish, Keith Leblanc, e Skip McDonald, gruppo di punta della Sugar Hill Records[6]. Il produttore Adrian Sherwood, figura importante della musica dub[7], riprende il lavoro lasciato da Stewart con i Tackhead, progetto di collaborazione con la Sugar Hill[8]. I Disposable Heroes of Hiphoprisy di San Francisco[9][10] e gli inglesi Meat Beat Manifesto[11] continuarono a sperimentare il genere, dandogli una nuova forma. Gli ultimi lavori dei Godflesh di Broadrick[12], come le sue collaborazioni con Kevin Martin, Ice[13] e i Techno Animal[12] sono altri esempi di industrial hip hop[14].
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