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quantità di vapore acqueo presente nell'atmosfera Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'umidità è la quantità d'acqua o di vapore acqueo contenuta nell'atmosfera (o, più in generale, in una massa d'aria), in una sostanza o in un corpo[1].
Esistono diversi parametri che rappresentano l'umidità di un sistema:
Il quantitativo massimo di umidità che può essere contenuta nell'unità di volume (o di massa) di aria dipende dalla temperatura; per "umidità di saturazione" (o tensione di saturazione) si intende il quantitativo massimo di vapore acqueo contenibile a quella temperatura (con l'equilibrio tra molecole che evaporano e molecole che condensano). La quantità di vapore che può essere contenuta da una massa d'aria decresce al diminuire della temperatura e diventa nulla a -40 °C. La saturazione è influenzata anche dalle caratteristiche dell'acqua evaporante (fase, sostanze disciolte e loro carica, forma della superficie evaporante). Si definisce per questo una "temperatura di saturazione adiabatica".
A pressione costante (trasformazione isobara), se la temperatura aumenta, la pressione parziale del vapore resta costante mentre la pressione di saturazione aumenta: pertanto l'umidità relativa (pressione parziale del vapore/pressione di saturazione) diminuisce; analogamente se la temperatura esterna diminuisce l'umidità relativa aumenta.
Esiste dunque una temperatura, detta "temperatura di rugiada", che corrisponde a un valore dell'umidità relativa pari al 100%, al di sotto della quale l'aria si trova in condizione di sovrassaturazione, che è una condizione di non-equilibrio, per cui l'aria tende spontaneamente ad allontanare l'acqua in eccesso in modo da riportarsi in condizioni di equilibrio, cioè a saturazione. In condizioni di sovrassaturazione il vapore acqueo condensa, formando la "nebbia", che è una dispersione di piccolissime goccioline di acqua in aria. Se la nebbia incontra una superficie fredda, le goccioline d'acqua in essa dispersa aderiscono alla superficie sotto forma di rugiada (o brina per valori di temperatura minori di 0 °C).
Altri effetti dell'umidità atmosferica sono:
In base ai valori di umidità, possono essere identificate le seguenti tipologie di zone climatiche:
Valori estremamente bassi di umidità relativa minima diurna (5% o poco meno, anche nelle ore notturne può rimanere molto contenuta) si riscontrano generalmente nei deserti, per esempio nella regione sahariana.
Durante le giornate di pioggia l'umidità relativa dell'aria in ambiente esterno raggiunge tipicamente valori dell'80-90%.
L'umidità relativa dell'aria in situazioni di benessere varia dal 35 al 65%; non dovrebbe mai essere superato il valore del 50% con temperature maggiori di 26 °C.
Il contenuto di acqua presente in un terreno comprende i seguenti contributi:[3]
I principali fenomeni che determinano problemi di umidità negli edifici sono:[4][5]
Ai fini della corretta diagnosi di una situazione bisogna tener presente che a parte queste tre non ci sono altre fonti di umidità. Ognuna di queste tre fonti è a sé stante, ma possono ovviamente agire in concomitanza l'una dell'altra.
È credenza diffusa che la sola presenza di umidità eccessiva nei muri e/o nell'aria all'interno degli edifici provochi degrado del materiale murario, intonacato o no, così compromettendo finiture, la stabilità strutturale degli edifici e la vivibilità degli ambienti. Tuttavia, il fatto che un muro sia bagnato non lo degrada affatto: basti pensare alle pile di ponti e alle banchine di porto romane immerse nell'acqua da secoli e ancora in ottimo stato. L'umidità da sola può solo instaurare le condizioni che favoriscono l'insorgere dei fenomeni che sono le vere cause dirette dei degradi (ad esempio di funghi e muffe che fanno marcire una coperta di lana in un armadio). Nei muri, sfarinamenti, scagliature, marcimenti, ecc. sono provocati dall'espansione dei cristalli dei sali che si formano sotto la superficie a seguito dell'evaporazione dei sali minerali solubili trasportati entro il muro dalle infiltrazioni capillari, ad esempio di acqua risalita, o da spuma marina, che sono sempre cariche di sali disciolti. Sono dette "sub-efflorescenze" - mentre le "efflorescenze" (volgarmente ed erroneamente dette "salnitro") - sono i cristalli che si formano all'esterno della superficie. Non causano danni e possono essere semplicemente spazzolate via.
Per poter ricavare l'umidità specifica, si utilizza il nomogramma di Herloffson, che è una cartina con riportati molte griglie di più valori e dal risultato del loro incrocio si ottiene il valore massimo d'umidità specifica per quelle condizioni.
Lo strumento usato per misurare l'umidità relativa si chiama igrometro la cui scala è graduata da 0% a 100%.
Tra gli strumenti per la misurazione dell'umidità atmosferica vi sono:
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