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attività imprenditoriale di produzione e gestione di contenuti riproducibili in serie e della loro diffusione e commercializzazione Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
L'editoria è l'attività imprenditoriale di produzione e gestione di contenuti riproducibili in serie e della loro diffusione e commercializzazione in forme trasmissibili attraverso i mezzi di comunicazione di massa.
Il soggetto che esercita tale attività è detto editore.
L'editoria è il processo di trasformazione delle idee di un determinato autore in contenuti accessibili e disponibili a tutti. Comprende le seguenti fasi: selezione degli originali, preparazione delle bozze, cura del progetto grafico, stampa. Se nel XIX secolo l'editoria, libreria, periodica e musicale, proponeva al pubblico un oggetto con evidenti caratteri materiali (libro, giornale, disco), oggi, con la digitalizzazione dell'informazione, l'ambito si è ampliato per includere l'editoria elettronica con CD-ROM ipertestuali, eBook, videogiochi, fino ad arrivare, con la diffusione di internet, ai siti e ai portali web.
La storia dell'editoria è materia di studio relativamente recente.
L'editoria nacque come industria per la produzione in serie di libri. Si potrebbe pensare che la nascita dell'editoria corrisponda con la nascita della stampa a caratteri mobili e che, quindi, il primo editore sia stato Johann Gutenberg. In realtà Gutenberg non fu un editore nel senso pieno del termine, ovvero un imprenditore, ma rimase uno stampatore.
Un precursore dell'editoria così come è intesa oggi fu l'italiano Aldo Manuzio (1449 - 1515). Nel 1494 a Venezia egli iniziò la sua attività di tipografo e libraio, nel corso della quale stampò e vendette un numero considerevole di opere in greco e latino. Manuzio non esercitava solo l'attività di stampatore: egli curava il processo di preparazione del libro nel suo complesso (entità di contenuto, forma estetica e realizzazione materiale) e, nel caso di opere di autori viventi, interveniva anche sul contenuto, affiancando l'autore nella sistemazione del manoscritto. Oltre a Manuzio, sono ben noti altri librai italiani del Cinquecento, quali Nicolò d'Aristotele detto Zoppino o Francesco Marcolini da Forlì, anch'essi attivi a Venezia.
I primi veri editori nel senso pieno del termine apparvero in Europa in un periodo che va (a seconda delle aree geografiche) dal 1790, con la Rivoluzione francese, agli anni '40 dell'Ottocento. Nello stesso periodo si assisté a un profondo mutamento nella base dei lettori. Mentre alla fine del XVIII secolo il pubblico era costituito prevalentemente dalle persone benestanti, nel corso degli anni si affacciarono alla lettura nuove fasce sociali e nacque il pubblico femminile. Gli editori colsero il cambiamento in atto e attuarono scelte imprenditoriali nuove: invece di pubblicare per un pubblico già conosciuto e stabile, iniziarono ad investire i propri capitali nella produzione di testi economicamente convenienti e per un pubblico di lettori più vasto e anonimo[1].
L'editoria è, prima di tutto, un'attività culturale, basata sulla scelta e la cura dei contenuti creati da artisti, scienziati, filosofi ecc. per portarli, trasformati in oggetto fisico (il libro, appunto, ma anche l'articolo, il saggio, la recensione), fino all'utente finale: il lettore. In questo viaggio del testo dall’autore al lettore sono fondamentali i meccanismi della mediazione editoriale[2].
L'editore è quindi l'artefice della trasformazione di un testo concepito da una persona in un'opera fruibile dal vasto pubblico: egli valuta le proposte editoriali provenienti dagli agenti letterari e dagli stessi autori stessi (il cosiddetto controllo editoriale o linea editoriale). Questa funzione creativo-culturale permette al pubblico, almeno teoricamente, di fruire di contenuti selezionati evitando di esporlo a un'indiscriminata massa di materiale . Con il tempo questa funzione di discernimento dei contenuti è andata via via scemando, anche a causa della crisi delle vendite cartacee, della diffusione dei nuovi media e del fenomeno delle autoedizioni).
In italiano il termine ha un significato diverso rispetto al vocabolo inglese editor: quest'ultimo, che significa "curatore di un'opera scritta da altri" è un termine che abbraccia un vasto campo di attività, dalla stampa professionistica al giornale locale. In particolare, nei giornali piccoli il lavoro di compilazione e messa in pagina degli articoli è compiuto da una sola persona. L'articolo di apertura di tali pubblicazioni è denominato "lettera del curatore" (letter from the editor). Il termine inglese con cui si indica un editore o una casa editrice è publisher.
Nel lavoro editoriale è coinvolta una catena di figure professionali provenienti da varie discipline. Un elenco indicativo di queste figure, affiancate ma non sempre distinte da quella dell'editore, specie nelle piccole case editrici, potrebbe essere il seguente. Esso costituisce anche uno schema sintetico del processo editoriale in sé, ovvero del passaggio del documento dalla forma dattiloscritta al suo arrivo nelle mani del lettore.
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