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Stato de iure indipendente ma de facto sottoposto al controllo di un'altra potenza Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Uno Stato fantoccio, a volte anche governo fantoccio, è una forma di governo che, anche se formalmente appartiene alla cultura del popolo governato, in realtà deve la sua esistenza a un'entità più potente, di solito uno Stato estero, che la controlla, l'appoggia e la difende.[2]
Era pratica usuale della Repubblica romana prima, e dell'Impero romano poi, quella di mantenere formalmente in carica i governanti dei Regni che si sottomettessero volontariamente al potere di Roma, anziché andare allo scontro bellico.[3] Ricordiamo ad esempio:
Ma già in precedenza altri grandi imperi avevano optato per forme più moderate di dominio sulle loro conquiste più lontane:
Altri esempi ottocenteschi possono essere considerati:
Durante la seconda guerra mondiale le potenze dell'Asse, in particolare la Germania e il Giappone, stabilirono degli Stati fantoccio in alcuni dei territori conquistati.
Alcune delle nazioni sconfitte dalla Germania nazista furono sottoposte a regimi fantoccio, col fine di formare un'Europa ideologicamente affine alle idee dell'Asse. L'Unione Sovietica, invece, instaurò dei regimi proni ai propri voleri tra il 1944 e il 1945, gettando così le basi per il Patto di Varsavia. Gli Stati fantoccio sviluppatisi nel corso della guerra furono:
Durante il periodo imperiale del Giappone, e in particolare durante la guerra del Pacifico, il Giappone stabilì un gran numero di Stati dichiarati indipendenti dal governo nipponico in un processo di decolonizzazione, ma che gli storici concordano nel definire "vassalli" poiché privi di reale autogoverno, perlomeno nel breve lasso di tempo in cui ebbero vita. I governi fantoccio del Giappone furono:
Durante la guerra fredda, diventò comune l'affermazione che ogni Stato era semplicemente un fantoccio nelle mani di una superpotenza, una tendenza che rifletté la visione che la guerra era solo un conflitto tra gli Stati Uniti d'America e l'Unione Sovietica. Ogni Stato che pertanto decideva di schierarsi con gli Stati Uniti d'America o con l'Unione Sovietica veniva pertanto definito fantoccio dell'uno o dell'altro. In linea con questo pensiero, fu coniato il termine "Impero sovietico", termine che dipingeva il blocco comunista come un potere centralizzato controllato da Mosca. Gli Stati Uniti d'America erano conosciuti come l'"impero yankee" in altre regioni del mondo, in particolare nell'America Latina. Questa definizione potrebbe essere però definita errata per quanto riguarda l'Impero Yankee dato che in più occasioni (come la crisi del canale di Suez o in generale l'esistenza di partiti comunisti nei vari Stati, come il PCI) le potenze dell'Occidente risultavano divise nelle scelte di politica interna ed estera e pertanto indipendenti le une dalle altre, tale da non giustificare l'idea di un potere assoluto degli USA sui loro alleati, cosa che invece era palese nel blocco guidato dall'URSS, come dimostra l'esito della rivoluzione ungherese del 1956 e la Primavera di Praga del 1968 (a cui seguì la dottrina Brežnev, che affermava esplicitamente la sovranità limitata dei paesi del Patto di Varsavia rispetto all'Unione Sovietica); tra gli Stati comunisti non definibili come vassalli della Russia si annoverano invece Cina, Vietnam e per certi versi Cuba (la cui politica dei fuochi rivoluzionari era ben poco gradita a Mosca), gli Stati africani legati a Mosca (Angola, Mozambico, Etiopia) e l'Albania ben prima che si schierasse con la Cina. Queste eccezioni sono accomunate da alcuni aspetti: divergenze ideologiche (per esempio quelle tra comunismo maoista e quello sovietico, anche prima della rottura del 1961), distanza territoriale dall'URSS (che rendeva l'intervento sovietico estremamente difficoltoso), forza militare autonoma, capacità del regime comunista di nascere in maniera autonoma dall'intervento sovietico (come a Cuba e in Jugoslavia prima della rottura di quest'ultima con Stalin). Anche all'interno del blocco sovietico più tradizionale non mancarono alcune differenze di vedute tra paesi del patto di Varsavia e Mosca, in particolare le posizioni della Romania e della Polonia nei tardi anni 1950, grazie soprattutto alla politica di distensione di Chruščëv rispetto ai suoi successori.
Durante gli anni settanta e ottanta, quattro bantustan etnici, alcuni dei quali particolarmente frammentati al loro interno, furono separati dal Sudafrica e fu loro data sovranità formale. Due furono per il popolo Xhosa: Ciskei e Transkei, una per i Tswana (Bophuthatswana) e una per i Venda (Repubblica del Venda). Nessuno di questi Stati fu riconosciuto dalla comunità internazionale che li considerava entità legate alla politica dell'apartheid, e alla fine tutti e quattro i territori vennero reincorporati nel Sudafrica nel 1994.
Un esempio di accuse e contro accuse di essere uno Stato fantoccio, tipico della guerra fredda, può essere considerato quello dei governi della Corea del Nord e del Sud: entrambi hanno tacciato l'altro di essere uno Stato fantoccio, in modo da legittimare la pretesa di essere l'unica forma di potere esistente della penisola, mentre il rivale sarebbe stato solo una pedina in mano all'Unione Sovietica o agli Stati Uniti d'America.
La guerra in Afghanistan nel 2001 e la guerra in Iraq del 2003 hanno portato a cambi di regime a favore degli USA in queste nazioni, facendo nascere accuse tra i critici di aver creato dei regimi fantoccio negli Stati invasi.
Spesso, d'altronde, i governi che prendono il potere dopo un intervento militare straniero sono spesso chiamati dai critici "governi fantoccio", come ad esempio il governo di Hamid Karzai nell'Afghanistan del dopo-talebani. Talvolta, queste accuse sono mosse per destabilizzare l'ordine politico del Paese o per incoraggiare un colpo di Stato.
Questo tipo di governo è una condizione più gravosa di quella di Stato satellite o di protettorato, ma meno intrusiva dell'occupazione militare o dell'annessione.[48] Può essere istituito uno Stato vassallo in conseguenza a una sconfitta militare quando il vincitore non è abbastanza forte militarmente per imporre pieno controllo sullo sconfitto o non ha sufficiente popolazione per colonizzare i territori neo-acquisiti. Come compromesso viene deciso un tributo, dovuto dallo sconfitto al vincitore.
In uno Stato fantoccio è spesso implicata attività di collaborazionismo, ovvero la collaborazione con lo Stato dominante, ma viceversa un atteggiamento di collaborazione non sottintende necessariamente una subordinazione giuridica e può essere semplicemente dovuto a ragioni militari o politiche.[49]
Un territorio viene definito regime fantoccio quando presenta le seguenti caratteristiche istituzionali:
Il termine è spesso utilizzato in maniera strumentale da persone di parte contrarie a un certo tipo di governo, in modo da screditarne il reale potere. Alcuni utilizzano anche il termine Stato/governo fantoccio per identificare la mancanza di legittimazione politica di un governo[52].
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