Nel settembre del 1975 era comandante interinale della caserma dei Carabinieri di Angri dove viveva insieme alla moglie e ai suoi cinque figli, un sesto era in arrivo. La mattina dell'8 settembre 1975 intorno alle 11:15, tornando a casa fu allertato da urla e rumori provenienti dal quarto piano del palazzo in cui viveva, lui e la famiglia risiedevano al primo piano.
Quattro malviventi, armati e mascherati, avevano appena compiuto una rapina. Benché fuori servizio, era suo dovere intervenire. Iniziò a salire le scale, ma si imbatté in due dei quattro rapinatori, che gli puntarono contro le armi; il brigadiere non esitò a lanciarsi sull'uomo con il fucile. Dopo una violenta colluttazione riuscì a disarmarlo e a immobilizzarlo, ma il complice gli sparò alla schiena. D'Anna, colpito, cadde; benché ferito continuò a lottare affrontando anche il secondo bandito e rotolò con uno dei malviventi giù per le scale fino al pianerottolo del primo piano, dove il bandito sparò ancora colpendolo a morte
Ad Angri gli è stata dedicata una strada e due lapidi in pietra applicate all'esterno di abitazioni civili, a ricordo, dal comune di Angri, datate 8 settembre 1975.
A Ravello e a Casoria, sua città natale, gli è dedicata una strada.
Gli è intitolata la Stazione Carabinieri di Napoli Capodimonte, sita in viale Colli Aminei.
L'8 settembre 2024 (anniversario della morte) gli è intitolata la Stazione Carabinieri di Angri.[1][2][3]
«Richiamato dalle grida provenienti da un appartamento, ove cinque banditi armati e mascherati stavano perpetrando una rapina, si dirigeva, senza indugio, verso l'abitazione. Giunto sulle scale veniva affrontato da uno dei malviventi e, benché minacciato con un fucile a canne mozze, non esitava, con eccezionale ardimento e cosciente sprezzo del pericolo, a slanciarsi sul rapinatore. Dopo una violenta colluttazione riusciva a disarmarlo e a immobilizzarlo, ma, fatto segno a colpi d'arma da fuoco, proditoriamente esplosi da uno dei complici, cadeva mortalmente ferito, immolando la propria vita ai più nobili ideali di grande eroismo. Fulgido esempio di elette virtù civiche e di assoluta dedizione al dovere spinta fino all'estremo sacrificio. Angri (Salemo) 8 settembre 1975.»
«Comandante interinale di Stazione distaccata, nel corso di servizio isolato, richiamato da grida provenienti da caseggiato dove era stata perpetrata una rapina, irrompeva, senza esitazione, nel fabbricato, imbattendosi in quattro malfattori armati e travisati, contro i quali si lanciava con coraggiosa determinazione e cosciente sprezzo del pericolo. Avvinghiatosi a uno dei malviventi, armato di fucile, nel disperato tentativo di bloccarne la fuga riusciva, dopo violenta colluttazione, a disarmarlo, ma nell'impari lotta veniva ferito mortalmente con due colpi di pistola da altro correo. Esempio di elette virtù militari e di alto senso del dovere.»