La gherusìa o gerusia (in greco antico: γερουσία?, gerousía) in età omerica era il consiglio degli anziani (i gheronti, γέροντες), che assisteva e deliberava con i re. In età classica si conservò nelle città a regime aristocratico, la più nota delle quali era a Sparta. Presente anche a Cartagine e, con funzioni variabili, in Asia Minore, nelle isole Egee e in Tracia.[1]
La gherusia a Sparta
Storia
La gherusia era composta complessivamente da 30 membri: 28 erano gerontes, spartiati ultrasessantenni eletti a vita dall'apella (assemblea che riuniva tutti gli spartiati maschi di oltre trent'anni) per acclamazione, mentre i restanti due erano i re di Sparta (la diarchia era un'istituzione tipicamente spartana).[2] Secondo il racconto di Plutarco, i candidati alla gherusia erano portati individualmente o a piccoli gruppi davanti all'assemblea, senza essere presentati; per ogni candidato si registrava il livello di acclamazione e coloro che erano applauditi con maggior entusiasmo risultavano eletti.[3] Teoricamente tutti gli spartiati (cittadini di pieno diritto) erano potenzialmente eleggibili alla carica di geronte ma nella prassi abituale le famiglie aristocratiche riuscivano ad influenzare l'elezione a tale importante carica.[4]
La gherusia rappresentava in età classica (V-IV secolo a.C.) gli interessi delle famiglie aristocratiche spartane e si poneva dunque a metà fra il potere dei due re, i quali miravano a instaurare poteri tirannici, e l'apella, ossia l'assemblea popolare, che invece era portavoce di interessi democratici. A partire dalla metà del VI secolo a.C. emerse la magistratura dell'eforato: l'ascesa di questa istituzione vide il contemporaneo progressivo svuotamento di poteri dei due re.
Funzione
La gherusia svolgeva a Sparta sia funzioni legislative che giudiziarie. Secondo quanto tramanda la grande Rhetra, le proposte legislative della gherusia dovevano essere sottoposte all'apella perché le ratificasse per acclamazione; viceversa, la gherusia poteva annullare le deliberazioni dell'appella se riteneva che queste distorcessero le proposte iniziali, anche se forse questo veto non si applicava a deliberazioni sulla guerra e la pace.[5] Per quanto riguarda le funzioni giudiziarie, la gherusia poteva avocare i processi di maggiore importanza, ossia quelli riguardanti delitti punibili con la morte, l'esilio o l'atimia, ossia la perdita dei diritti di cittadino. Anche i re potevano essere giudicati dalla gherusia: tra gli anni Novanta del V secolo a.C. ed il 378 a.C. almeno sette re dovettero difendersi davanti alla gherusia, tra cui Plistoanatte.[6]
La gherusia a Cartagine
A Cartagine era il nome, in ambito ellenistico, del consiglio di 300 anziani nominati a vita. In ambito romano era altresì noto come Senato. Era suddiviso in un consiglio ristretto di 30 membri. I due consigli, convocati dai due sufeti, prendevano le maggiori deliberazioni. Tra i suoi membri si sceglievano coloro che dovevano giudicare l’operato dei magistrati. Anche se i membri della Gerusia erano teoricamente eletti dal popolo tra chi avesse raggiunto una certa età e avessero un censo sufficiente, de facto erano eletti solo coloro che erano stati già stati magistrati.[1]
Note
Bibliografia
Collegamenti esterni
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