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storico e saggista italiano (1940-) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Franco Cardini (Firenze, 5 agosto 1940) è un medievista italiano.
Consegue la laurea in Lettere presso l'Università di Firenze nel 1966. Nel 1967 diventa assistente volontario di Ernesto Sestan (cattedra di storia medievale). Dal 1967 al 1971 è docente ordinario di materie letterarie nelle scuole superiori pubbliche. Dal 1971 è assistente ordinario alla cattedra di storia medievale e moderna della facoltà di Magistero dell'Università degli Studi di Firenze (professor Giorgio Spini), poi professore incaricato di storia medievale nella stessa università e, dal 1985 al 1991 professore prima straordinario quindi ordinario all'Università di Bari; nel 1989 ottiene la cattedra di Storia medievale a Firenze nella Facoltà di lettere e filosofia. Nel 1994 è chiamato a coprire la cattedra di storia medievale presso l'Istituto di Scienze Umane e Sociali adesso aggregato alla Scuola Normale Superiore.
Dal 2012 è professore emerito nell’Istituto di Scienze Umane e Sociali (ora denominato Istituto di Scienze Umane e Sociali/SNS). Fa parte del Consiglio scientifico della Scuola Superiore di Studi Storici di San Marino. Inoltre, è Directeur d'études nell'École des Hautes Études en Sciences Sociales di Parigi e Fellow della Harvard University. Ha inoltre tenuto corsi e insegnamenti in varie università europee ed extraeuropee. Il campo di studi principale di Cardini è quello della storia dei pellegrinaggi e delle Crociate, affrontato nella prospettiva dei rapporti sociali e religiosi tra mondo cristiano e mondo musulmano. In particolare, Cardini ritiene che le crociate non siano interpretabili come uno "scontro di civiltà" o "guerra di religione", ma siano nate come "pellegrinaggio armato" in Terra santa e si siano evolute in un complesso sistema socio-culturale e socio-religioso esaminabile in una prospettiva eminentemente antropologica[1].
Dalle crociate e dai pellegrinaggi è stato per lui quasi naturale passare all'esame del mondo cavalleresco medievale, quindi alla guerra in età premoderna, infine alle ricerche su numerosi aspetti del mondo orientale; collegati a questi temi sono anche gli studi su san Francesco d'Assisi del quale Cardini ha messo in luce gli interessi cavallereschi in diversi saggi e nella monografia L'avventura di un povero cavaliere del Cristo. Frate Francesco, Dante, madonna Povertà (Laterza 2021). È stato d'altra parte appunto lo studio diacronico del fenomeno crociato a indurre Cardini ad allargare il suo campo di ricerca fino alla storia moderna e contemporanea: in ciò ha costituito per lui un impulso anche e soprattutto la serie di eventi che si sono snodati nel mondo a partire dagli anni novanta (fondamentalismo islamico, conflitti nel Vicino Oriente). Tale evoluzione è controllabile nella sua ampia produzione bibliografica dell'ultimo quarto di secolo e ha condotto nello specifico al saggio La deriva dell'Occidente[2] (Laterza 2023) che offre un panorama importante anche sul tema delle interpretazione generali della storia[3]. È autore di romanzi storici di ambientazione prevalentemente medievale e di due gialli in collaborazione con Leonardo Gori.
Parallelamente all'impegno universitario, mai abbandonato, Cardini ha intrapreso dal 1958 un'attività continuativa di collaboratore a periodici e quotidiani: segnatamente presso il Secolo d'Italia (fino al 1965), Il Tempo, il Messaggero Veneto, La Nazione. Dal 1982 al 1994 è stato redattore del quotidiano Il Giornale Nuovo chiamato direttamente a collaborare da Indro Montanelli. Dal 1985 è regolarmente iscritto all'ordine nazionale giornalisti, elenco pubblicisti. Dal luglio 1994 allo stesso mese del 1996 è stato membro del consiglio d'amministrazione della RAI. Dal 1996 al 2002 è stato membro del consiglio di amministrazione di Cinecittà sotto la presidenza di Gillo Pontecorvo e quindi di Felice Laudadio, che dal 1997 lo ha nominato membro del comitato scientifico del MystFest di Cattolica. È socio di numerose organizzazioni scientifiche italiane e straniere e ha ottenuto numerosi riconoscimenti per i suoi studi accademici, tra cui si ricorda l'elezione ad Accademico Ordinario della Accademia delle arti del disegno di Firenze. È stato direttore editoriale del mensile della Fondazione Federico II di Palermo, L'Euromediterraneo.
Collabora frequentemente con i quotidiani Avvenire, Quotidiano Nazionale, Il Sole 24Ore, il Secolo XIX, Il Mattino e occasionalmente con altri quotidiani e periodici. Da gennaio 2012 è membro del comitato scientifico della rivista Eurasia. Dal maggio dello stesso anno è membro del Collegio dei Reggenti dell'Associazione Fiorentini nel Mondo. Nel luglio 2015 ha fondato Civitas Dei, un'istituzione culturale preposta alla ricerca ed alla documentazione della storia e dell'archeologia gerosolimitane e dedicata alla valorizzazione del patrimonio storico, archeologico, religioso e culturale di Gerusalemme, ospitata presso l'Opera di Santa Maria del Fiore presso la quale Civitas Dei è ospitata. Cardini ne ha assunto la carica di Presidente Onorario.
È stato membro del comitato scientifico del programma televisivo Rai 3 Il tempo e la storia dal 2013 al 2017[4][5] e in seguito in quello di Passato e presente[6], programma della stessa rete con replica su Rai Storia.
Accanto all'interesse per gli studi, Cardini maturò precocemente una passione politica ispirata a fatti quali il ritorno di Trieste all'Italia (1953) e la rivolta antisovietica ungherese (1956). Tali impulsi si tradussero nell'iscrizione al Movimento Sociale Italiano e poi, dal 1965 al 1969, alla Jeune Europe, il movimento euronazionalista d'estrema destra fondato da Jean Thiriart. Riguardo a tale militanza lo stesso Cardini, in un'intervista dell'ottobre del 2021, dichiarò di non essersi pentito di nulla, nemmeno per aver fatto qualche saluto romano [7]; in quella stessa occasione, inoltre, ribadì la propria stima personale per Giorgia Meloni[7]. Non ha mai nascosto la sua ammirazione anche per i rivoluzionari Ernesto Che Guevara[8] e Fidel Castro[7].
A partire dagli anni settanta, ormai libero da impegni di tipo partitico, Cardini cominciò sulla scia della sua sempre più intensa attività di studioso e di docente universitario ad occuparsi di questioni internazionali e del rapporto tra "Occidente" e "Oriente". Ciò lo condusse a esprimere forti dubbi sulle posizioni politiche dell'Occidente già in rapporto alla Guerra del Vietnam, all'occupazione di Gerusalemme durante la Guerra dei sei giorni, alla guerra sovietico-afghana e, negli anni novanta, alla prima Guerra del Golfo (1990-1991). Espresse dubbi sulla versione ufficiale fornite dalle autorità statunitensi sugli attentati dell'11 settembre 2001[9] e, a tal proposito, partecipò all'inchiesta Zero condotta da Giulietto Chiesa.[10][11]
S'espresse pubblicamente contro la guerra in Afghanistan (iniziata nel 2001) e la guerra in Iraq (iniziata nel 2003), che reputa una aggressione unilaterale statunitense, e criticò aspramente l'atteggiamento dei massmedia nella trattazione dell'argomento: a suo parere, infatti, l'intento sarebbe quello di semplificare il campo d'analisi per polarizzare eccessivamente gli schieramenti coinvolti[12]. Cardini aderì inoltre alla manifestazione unitaria in favore della "resistenza irachena" del 13 dicembre 2003, promossa dal campo antimperialista, manifestazione che attirò l'interesse dei media soprattutto per via della presenza di una raccolta fondi in favore delle forze irachene[13]. Denunciò anche l'esistenza del campo di prigionia di Guantánamo come una forma di violazione delle leggi internazionali e dei diritti umani.
Tutto ciò lo ha condotto a denunciare inoltre la progressiva eclissi della dimensione pubblica e controllabile della politica che guida i popoli e le nazioni, da lui ritenuta sempre più asservita al «primato del profitto di alcune élite chiuse che monopolizzano decisioni e guadagni».[14] Il suo crescente impegno politico lo portò poi, nel 2004, a candidarsi come sindaco alle elezioni comunali di Firenze, sostenuto dalle liste civiche Sinistra per Firenze, Iniziativa popolare per Cardini, Lega pensionati e disabili per Firenze, Sovranità popolare e Democrazia della terra. Raccolse 10.155 voti (il 4,56%).[15][16]
Il 12 ottobre 2022, intervistato da Myrta Merlino alla trasmissione L'aria che tira, in merito alla guerra russo-ucraina, affermò che la responsabilità dell'imperversare del conflitto fosse del Presidente degli Stati Uniti d'America Joe Biden, il quale non accetterebbe le richieste del Presidente della Federazione Russa Vladimir Putin di sedersi ad un tavolo di trattativa; aggiunse inoltre, a dispetto della sua stima per Giorgia Meloni, che quest'ultima, in merito alle sue esternazioni atlantiste sul profilo della guerra, starebbe sbagliando tutto in politica estera. In risposta poi ad una domanda sulla scelta dell'esercito russo di bombardare direttamente aree popolate da civili, lo studioso ricordò la ben più grave decisione da parte degli statunitensi di sganciare ordigni atomici sulle città giapponesi di Hiroshima e Nagasaki, che provocarono un numero assai maggiore di vittime civili [17]. Sulla dichiarazione del Presidente ucraino Zelens'kyj al parlamento spagnolo nell'aprile 2022, in cui paragonò il massacro di Buča al bombardamento di Guernica, Cardini ebbe a commentare: «io grandi analogie fra Guernica e Bucha non ne vedo, a parte una, inquietante: oggi come allora non è chiaro ciò che è avvenuto, i dubbi sono stati sollevati anche da Toni Capuozzo. Esistono elementi di dubbio sia nel disastro di Guernica che nei fatti di Bucha.»[18]
In occasione della ricorrenza della festa della Liberazione, il 25 aprile 2023, Cardini affermò che i soldati della Repubblica di Salò fossero «molto spesso combattenti seri, non aguzzini»,[19] cosa che gli attirò diverse critiche [20] dalle quali lo storico si difese parlando di volontà censoria rispetto alla libertà di opinione e precisando che le sue affermazioni non contenevano valutazioni politiche [21].
In qualità di saggista e storico, Cardini ha ricevuto diversi riconoscimenti,[22][23][24][25][26][27][28][29] tra cui:
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