François Maynard
poeta e scrittore francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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François Maynard (Tolosa, 21 novembre 1582 – Aurillac, 28 dicembre 1646) è stato un poeta e scrittore francese, membro dell'Académie française.
François Maynard (a volte scritto Mainard) è stato un poeta francese principalmente attivo a Tolosa. Per la sua abilità e padronanza della lingua, fu particolarmente apprezzato da François de Malherbe e da Paul Scarron.
Tra i membri fondatori della Académie française, fu presidente del tribunale generale di Aurillac, dove il suo palazzo può essere ancora visitato, consigliere di Stato e segretario della regina Margherita di Valois.
Pellisson propone il suo nome tra i primi accademici di Francia prima del 13 marzo 1634, tuttavia da una lettera di Maynard a de Flotte sembra che non fu ammesso all'Accademia che più tardi: «vedo bene che sul finire della vostra vita sarete dichiarato autore e canonizzato dei signori dell'Accademia. Se un giorno avrò l'onore di farne parte, glielo proporrò.» Sembra addirittura che fu tra coloro che attaccarono l'Accademia nascente, a meno da quel che può giudicare da questo passaggio di un'altra lettera a de Flotte: «sarò ben a mio agio quando farete sopprimere l'epigramma dall'Accademia, se credete che si tratti di qualcosa che possa essere fastidioso per le potenze superiori.» Ad ogni modo è certo che quando ne fu ammesso, frequentò poco l'Accademia ed ebbe dispensato l'obbligo di residenza.
Nei suoi versi fece a lungo le lodi del cardinale Richelieu e della regina Anna d'Austria, con la speranza di trarne qualche vantaggio. Non essendo riuscito ad ottenere nulla, preferì ritirarsi nella sua provincia d'origine.
Discepolo di Malherbe, fu amico di Racan, di Desportes e di Régnier e sarà assiduo frequentatore del salotto letterario dell'Hôtel de Rambouillet.
Le sue Opere, in cui si trovano sonetti, epigrammi, odi e canzoni, furono pubblicate a Parigi nel 1646, mentre le sue Lettere e le poesie in latino non vennero mai pubblicate durante la vita dell'autore. L'epigramma rimane lo stile in cui meglio sapeva esprimersi, perfezionò inoltre la versificazione delle stanze: è lui che stabilì la regola per cui, nelle stanze di 10 versi, la sospensione deve essere dopo il quarto e il settimo verso, mentre in quelle di 6, al centro.
Compose anche epigrammi e sonetti leggeri, scherzosi ed erotici come era d'uso per molti poeti dell'epoca.
«Ce que ta plume produit
Est couvert de trop de voiles.
Ton discours est une nuit
Veufve de lune et d'estoilles.
Mon ami, chasse bien loin
Cette noire rhetorique:
Tes ouvrages ont besoin
D'un devin qui les explique.
Si ton esprit veut cacher
Les belles choses qù l pense,
Dy-moy qui peut t'empescher
De te servir du silence ?»
«Quello che la tua penna produce
è coperto di troppi veli.
Il tuo discorso è una notte
vedova di luna e stelle.
Amico mio, scaccia lontano
questa nera retorica:
le tue opere han bisogno
di un indovino che le spieghi.
Se il tuo spirito vuol nascondere
le belle cose che pensa,
dimmi chi può impedirti
di servirti del silenzio?»
«Il est vray. Je le sçay. Mes Vers sont mesprisez.
Leur cadence a choqué les Galans et les Belles,
Graces à la bonté des Orateurs frisez,
Dont le faux sentiment regne dans les Ruelles.
Ils s'efforcent en vain de ravaler mon prix;
Et malgré leur malice, aussi foible que noire,
Mon Livre sera leu de tous les beaux Esprits;
Et, plus il vieillira, plus il aura de Gloire.
Tant qù n fera des Vers, les miens seront vivans;
Et la Race future, équitable aux Sçavans,
Dira que j'ay connu l'Art qui fait bien Escrire.
Elle n'aymera pas l'impertinent caquet
Des Eloquens fardez que nostre siècle admire,
Et qui luy font porter le tiltre de Coquet.»
«È vero. Lo so. I miei versi sono disprezzati.
La loro cadenza ha oltraggiato i Galanti e le Belle,
grazie alla bontà degli Oratori rugosi,
il cui falso sentire regna per le Vie.
Si sforzano invano di abbassare il mio prezzo;
e malgrado la loro malizia, tanto mediocre quanto oscura,
il mio Libro sarà letto da tutti i begli Spiriti;
e, più invecchierà, più avrà Gloria.
Finché si faranno dei Versi, i miei saranno ancora vivi;
e la Razza futura, giusta coi Sapienti,
dirà che ho conosciuto l'Arte che fa ben Scrivere.
Essa non amerà l'impertinente chiacchiera
degli Eloquenti imbellettati che il nostro secolo ammira,
e che gli fan meritare il titolo di Damerino.»
«C'est de ses vers qù l a tiré sa plus grande gloire, comme il le prétendait bien aussi; et véritablement il faut avouer qù ls ont une facilité, une clarté, une élégance et un certain tour que peu de personnes sont capables d'imiter.»
«È dai suoi versi che ha ottenuto la più grande gloria, come d'altra parte era lui a volerlo; e davvero bisogna ammettere che essi hanno una facilità d'espressione, una chiarezza, un'eleganza e un certo portamento che poche persone sono in grado d'imitare.»
«On peut le compter parmi ceux qui ont annoncé le siècle de Louis XIV. Il reste de lui un assez grand nombre de vers heureux.»
«Lo si può mettere nel novero di quelli che hanno annunciato il secolo di Luigi XIV. Di lui resta un gran numero di versi felici.»
Controllo di autorità | VIAF (EN) 24644820 · ISNI (EN) 0000 0001 1874 0224 · SBN SBLV001674 · BAV 495/218688 · CERL cnp00957702 · LCCN (EN) n84020217 · GND (DE) 118782754 · BNF (FR) cb12180924r (data) · J9U (EN, HE) 987007265134305171 |
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