Fragilità
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La fragilità è la tendenza di alcuni materiali a rompersi bruscamente senza che avvengano precedentemente deformazioni e snervamenti. È un concetto molto importante nell'ambito della scienza dei materiali, perché rappresenta un tipo di rottura piuttosto pericolosa e quasi sempre non desiderata; per i metalli in particolare, è spesso un effetto collaterale di un trattamento di indurimento, soprattutto se svolto a freddo.
Un materiale che non è fragile si dice invece "duttile".
Non sempre un materiale si rompe in maniera univoca; esistono diversi fattori che possono renderlo fragile o duttile, come pure gli possono conferire caratteristiche intermedie. La transizione può essere continua o discontinua. Solitamente si prende la temperatura a cui avviene tale transizione come parametro maggiormente indicativo del comportamento del materiale. Una normale richiesta è che essa sia minore della temperatura di esercizio del pezzo. Si elencano i fattori maggiormente influenti sulla temperatura di transizione duttile - fragile:
Negli acciai ricchi di zolfo si ha presenza non trascurabile di solfuro di ferro, che fonde a 988 °C, a una temperatura quindi molto più bassa di quella del ferro e inclusa nel campo delle lavorazioni plastiche a caldo (ad esempio laminazione e fucinatura). Tale composto, se in quantità superiori allo 0,035%, crea una pellicola liquida ai giunti dei grani e pregiudica la coesione dei cristalli.
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