Pecorino
formaggio italiano prodotto con latte di pecora Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il pecorino è un formaggio prodotto con latte di pecora, il quale si differenzia da quello vaccino soprattutto per la percentuale di grasso e di caseina: più del doppio, il che ai fini della caseificazione configura un latte particolarmente ricco[1]. Storicamente di origine mediterranea, è un prodotto diffuso anche altrove.
Descrizione
In Italia il pecorino ha raggiunto una produzione di tale qualità da occupare una posizione strategica nel settore lattiero caseario dando origine a un comparto produttivo valido e da valorizzare, con tecniche di lavorazione simili ma con differenti sfumature che portano a formaggi diversi e dunque non concorrenziali fra loro.[1] La Comunità europea ha riconosciuto ben otto denominazioni d'origine protetta (DOP) registrati sotto il nome "pecorino"[2]: si tratta del pecorino romano,[3] pecorino toscano,[4] pecorino sardo,[5] pecorino di Filiano,[6] pecorino crotonese,[7] pecorino di Picinisco[8], del pecorino siciliano[9] e del pecorino delle Balze Volterrane[2][10]. Diversi altri formaggi pecorini italiani inoltre rientrano nell'elenco dei prodotti agroalimentari tradizionali (PAT) stilato dal ministero delle politiche agricole e forestali (Mipaaf).[11]
Zone di produzione (Italia)
Riepilogo
Prospettiva





In Italia i formaggi pecorini sono prodotti in diverse regioni, soprattutto quelle centrali, meridionali e nelle isole. Le tre denominazioni DOP più diffuse e conosciute e prodotte in più regioni sono: il pecorino romano, prodotto in Sardegna (97%[12]), Toscana (2%) e Lazio (1%), il pecorino toscano che è prodotto sia in Toscana che in Lazio e il pecorino sardo prodotto in Sardegna. Gli altri pecorini sono prodotti a livello regionale e spesso provinciale, assumendo una forte tipicizzazione geografica.
Toscana
- Pecorino di Pienza (PAT)
- Pecorino stagionato in foglie di noce (PAT)
- Pecorino toscano (DOP)
- Pecorino romano (DOP)
- Pecorino delle Balze Volterrane (DOP)
- Pecorino di fossa (PAT)
Abruzzo
- Pecorino d'Abruzzo (PAT)
- Pecorino di Farindola (PAT)
- Pecorino di Atri (PAT)
Emilia-Romagna
- Pecorino di fossa di Sogliano (DOP)
- Pecorino del pastore (PAT)
- Pecorino dolce dei colli bolognesi
Umbria
- Pecorino di fossa (PAT)
- Pecorino di Norcia del pastore (PAT)
- Pecorino morbido dell'Umbria
- Pecorino del Subasio
- Pecorino toscano (DOP)
Marche
Lazio
- Pecorino di Amatrice (De.Co)
- Pecorino romano (DOP)
- Pecorino toscano (DOP)
- Pecorino di Picinisco (DOP)
Campania
- Pecorino bagnolese (PAT)
- Pecorino di Carmasciano (PAT)
Puglia
- Pecorino foggiano (PAT)
- Pecorino dauno
- Canestrato pugliese (DOC)
Basilicata
Sardegna
- Pecorino sardo (DOP)
- Pecorino romano (DOP)
- Casu marzu (PAT)
- Fiore Sardo (DOP)
Calabria
- Canestrato (PAT)
- Pecorino del Monte Poro (DOP)
- Pecorino crotonese (DOP)
Sicilia
- Pecorino siciliano (DOP)
- Piacentino ennese (DOP)
- Vastedda della Valle del Belice (DOP)
- Belicino (PAT)
- Caciotta degli Elimi (PAT)
- Canestrato (PAT)
- Formaggio di Santo Stefano di Quisquina (PAT)
- Maiorchino (PAT)
- Pecorino rosso (PAT)
- Piddiato (PAT)
- Primosale (PAT)
- Secondo sale (PAT)
- Tuma (PAT)
Stagionatura
Può essere classificato in base alla stagionatura: fresco, primosale, secondo sale, semi-stagionato o stagionato.
Varietà
I caseifici producono diverse varianti aggiungendo pepe nero, peperoncino, pomodori secchi, olive o tartufo.
Note
Bibliografia
Voci correlate
Altri progetti
Collegamenti esterni
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