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branca della linguistica che studia la produzione e la percezione di suoni linguistici Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La fonetica (dal greco φωνή (phōnḗ), "suono" o "voce") è la branca della linguistica relativa alla sostanza dell'espressione (secondo la definizione del linguista Ferdinand de Saussure) che studia la produzione e la percezione di suoni linguistici (foni), e le loro caratteristiche.
Branche della fonetica sono[1]:
Con "fonetica" ci si riferisce solitamente alla fonetica articolatoria, in quanto le altre si sono sviluppate in un'epoca più recente e soprattutto la fonetica uditiva necessita ancora di chiarimenti da parte dei linguisti anche per quanto riguarda molte delle attività dell'apparato uditivo, attualmente ancora sconosciute. È importante però fare una distinzione tra fonetica e fonologia. Con quest'ultima facciamo riferimento al livello della linguistica relativo alla forma dell'espressione, ai cosiddetti fonemi, cioè la rappresentazione dei singoli elementi lessicali.
La fonetica articolatoria studia i suoni di una lingua sotto l'aspetto della loro produzione attraverso l'apparato fonatorio, descrive quali organi intervengono nella produzione dei suoni, quali posizioni assumono e come queste posizioni interferiscono con il percorso dell'aria in uscita dai polmoni attraverso la bocca, il naso o la gola per produrre i differenti foni.
Non si occupa di tutte le attività fisiologiche che intervengono nella produzione di un suono, ma seleziona solamente quelle che attengono al luogo di articolazione. Un simbolo fonetico è un segno convenzionale usato per significare la descrizione articolatoria di un suono, nonché una sua approssimata collocazione in determinate classi detti foni, dal momento che nessuno è in grado di riprodurre due volte lo stesso identico suono. I simboli più utilizzati sono quelli dell'AFI, l'Associazione fonetica internazionale, conosciuta anche come IPA.
Per quanto concerne la lingua italiana bisogna fare un'importante distinzione tra consonantismo e vocalismo. A prescindere dal fatto che sono ben note le consonanti e le vocali, i due gruppi si distinguono per il modo in cui vengono prodotti. Nel vocalismo bisogna introdurre il concetto di meccanismo laringeo o più comunemente noto come vibrazione, che consiste nella vibrazione delle pliche vocali (= corde vocali). Le vocali risultanti si distinguono in base alla posizione che assumono gli organi mobili del tratto vocale. Il consonantismo, invece, è messo in moto non tramite la vibrazione ma tramite la formazione di un restringimento o chiusura del tratto vocale, permettendoci di distinguere le ostruenti (occlusive, affricate, fricative), in cui avviene una totale chiusura, dalle sonoranti (nasali, laterali, vibranti, approssimanti) in cui invece il flusso d'aria passa incontrastato nel tratto vocale.
Sebbene i due differiscano per il modo di articolazione in entrambi i casi viene utilizzato il medesimo apparato utilizzato per la funzione vitale della respirazione. Il processo infatti comincia nei polmoni nei quali l'aria durante l'espirazione viene incanalata nei bronchi, a causa della pressione dei muscoli intercostali, passando per la trachea fino ad arrivare al tratto vocale (laringe, glottide, faringe, velo palatino, ugola, lingua, palato, alveoli, denti incisivi, labbra, cavità nasali). Ma se nella respirazione la durata dell'inspirazione è più o meno equivalente a quella dell'espirazione, nella fonazione invece i tempi sono piuttosto diversi: possiamo quasi dire che l'uomo economizza sull'aria inspirata utilizzando per gli scarti espirati una durata maggiore rispetto ai tempi d'inspirazione.
Come abbiamo già detto le vocali sono realizzate tramite vibrazione delle pliche (corde) vocali. Come è facilmente intuibile però le vocali non si realizzano allo stesso modo - altrimenti non conteremmo oggi cinque vocali nel sistema linguistico italiano. per la realizzazione delle vocali dobbiamo, quindi, tener conto dei criteri[3] di:
Le consonanti, differentemente dalle vocali, si realizzano tramite un diaframma. Anche in questo caso le consonanti differiscono tra loro per tre criteri:
Di base, le consonanti e vocali si producono con un flusso d'aria egressivo che parte dai polmoni ma in altre lingue, per esempio in lingue africane come lo Xhosa, esistono delle consonanti prodotte senza flusso d'aria dai polmoni, cioè i click. Simili suoni sono presenti nella parlata colloquiale anche in altre lingue nel mondo, incluso l'italiano: si pensi per esempio alla negazione "tsk tsk", effettuata facendo schioccare la punta della lingua distesa sul palato e senza espirare (questo click è presente anche in lingua maori). Altri click coinvolgono il labbro inferiore a contatto con l'arcata dentaria superiore e il dorso della lingua con la parte tondeggiante del palato. Quest'ultimo è presente proprio all'inizio della parola "Xhosa". L'ultimo click è prodotto facendo schioccare la punta della lingua retroflessa nell'incavo del palato.
La fonetica acustica tratta l'onda sonora come il prodotto di un qualsiasi risonatore. In pratica equipara l'apparato fonatorio umano a un sistema d'emissione e riproduzione di suoni. Per decodificare le caratteristiche salienti dell'onda sonora prodotta si utilizzano il sonografo, o spettrografo, e gli spettrogrammi con esso prodotti: con questi strumenti si possono identificare determinate bande chiamate formanti che sono risultate essere importanti per la comprensione dei suoni linguistici e hanno anche mostrato una certa relazione con alcuni processi articolatori. Inoltre, con essi, si sono analizzate le onde sonore per capire quali fossero le frequenze che contenevano i dati fondamentali, necessari e sufficienti per identificare i suoni delle varie lingue.
La fonetica uditiva è probabilmente il settore della fonetica a tutt'oggi meno esplorato e tratta di come i suoni linguistici vengano recepiti dall'apparato uditivo umano: per questo studia in particolare come funziona il canale uditivo. Un altro campo d'investigazione riguarda le possibili interferenze acustiche che si possono determinare nell'ascolto dei suoni linguistici. Recentissimi sono gli studi in campo cognitivo, correlati alla percezione effettiva dei suoni. Rappresentano un ambito della fonetica uditiva anche le ricerche su come vengono percepiti i suoni nelle diverse situazioni comunicative (soprattutto nei diversi ambienti, in particolare rumorosi).
La fonetica sperimentale studia i suoni prodotti dall'apparato fonatorio secondo un approccio fisico, sia usando strumenti particolari per determinare con precisione la posizione dei vari organi articolatori sia prestando attenzione al risultato del processo fonatorio: unendo i dati si sono scoperte caratteristiche importanti sull'articolazione dei suoni linguistici. Essa utilizza strumenti come i raggi x per determinare la posizione degli articolatori e nella prima metà del secolo scorso si usava il chimografo che, mediante un pennino mosso dalle vibrazioni dell'aria provocate dalla produzione dei suoni, tracciava delle linee d'intensità su un tamburo rotante coperto con carta annerita con nerofumo. Il chimografo è stato in seguito sostituito dal più funzionale sonografo. Lo studio di questi dati risulta tanto più preciso e significativo quanto più sono perfezionati gli strumenti usati.
Altri settori di indagine della fonetica sono:
Nonostante il gran numero delle lingue presenti nel mondo e del vasto numero dei sistemi ortografici esistenti, è possibile comunque fare una trascrizione fonetica (tramite sistema IPA), ovvero realizzare nella scrittura le caratteristiche fonetiche di una determinata lingua mediante un sistema alfabetico nuovo riconosciuto universalmente e che non corrisponda a un sistema linguistico esistente (parleremmo altrimenti di traslitterazione). La trascrizione dei foni avviene tra parentesi quadre ([...]), quella dei fonemi tra parentesi oblique (/.../).
Ecco un esempio di trascrizione fonetica:
Le quattro trascrizioni fonetiche differiscono esclusivamente nei foni [a], [aː], [æ], [æː] non nel fonema (per approfondire, vedi Fonologia). Sono quattro pronunce diverse dello stesso significante (e stesso significato). Parliamo in questo senso di allofoni, in quanto i quattro suoni sono diverse realizzazioni fonetiche di un'unica unità del significante, di un medesimo fonema.
Un altro esempio di allofonia potrebbe essere dato dalla diversa realizzazione fonetica della /r/ (come vibrante alveolare, vibrante uvulare o la cosiddetta "erre moscia", fricativa uvulare o "erre francese"), sempre facendo riferimento all'esempio precedente. Quindi avremo [pare], [paʀe], [paʁe] il cui fonema corrispondente è per tutte -> /pare/ (con trascrizione fonologica).
Con caratteristiche prosodiche si intendono tutte quelle caratteristiche fonetiche che si producono simultaneamente ai suoni in sé e per sé ma che non sono rappresentabili con i soli foni. È per questo che si parla di "trascrizione fonetica larga" se si prende nota solo dei foni, gli elementi necessari, e di "trascrizione fonetica stretta" se si va più in dettaglio trascrivendo anche altri elementi come l'accento, la sillaba, la lunghezza dei segmenti.
Con accento si intende la prominenza di una sillaba su un'altra. Nella trascrizione fonetica si realizza tramite un apostrofo immediatamente precedente alla sillaba accentata. Ad esempio ['pare] oppure [pa'rere]. È importante notare che le lingue differiscono anche per la posizione dell'accento: esistono lingue con accento libero come l'italiano in cui la posizione dell'accento varia a seconda del lessico e quindi vi sono parole tronche, piane, sdrucciole, bisdrucciole) e lingue invece ad accento fisso in cui invece l'accento è fisso sempre sulla stessa sillaba, come nel caso del francese e il turco che hanno l'accento sempre sull'ultima sillaba.
La sillaba è l'unità fonetica minima. È costituita dal nucleo, che è l'elemento necessario e indispensabile, e può presentare o facoltativamente o obbligatoriamente un attacco e facoltativamente una coda. Se la sillaba presenta della coda è detta chiusa altrimenti la sillaba è aperta. Il nucleo deve essere caratterizzato da un picco di sonorità (in italiano quindi deve essere per forza formato solo dalle vocali). Nella trascrizione fonetica il confine sillabico è rappresentato dai punti, in posizione tonica può anche essere omesso per la presenza dell'accento.
È possibile rappresentare una vocale o consonante nel suo grado di lunghezza (breve o lungo) tramite diversi espedienti. In un primo basta segnalarlo tramite un trattino dritto per una maggiore lunghezza o tramite un archetto per una minore lunghezza. Il tratto lungo può essere rappresentato per le consonanti anche tramite ripetizione del fonema (es [fatte]) oppure tramite i due punti sia per consonanti che per vocali (es [fatːe] e [liːmpido]).
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