Il Fondo unico per lo spettacolo (FUS) è il meccanismo utilizzato dal governo italiano per regolare l'intervento pubblico nei settori del mondo dello spettacolo (cinema, teatro, musica, etc).

Il FUS è stato creato con l'articolo 1 della legge 30 aprile 1985, n. 163, presentata al Parlamento dal Ministro per il Turismo e lo Spettacolo, Lelio Lagorio, e promulgata dal Presidente della Repubblica Sandro Pertini[1] per fornire sostegno finanziario ad enti, istituzioni, associazioni, organismi e imprese operanti in cinema, musica, danza, teatro, circo e spettacolo viaggiante, nonché per la promozione ed il sostegno di manifestazioni e iniziative di carattere e rilevanza nazionale in Italia o all'estero.

Finanziamento

Il FUS viene rifinanziato ogni anno con la legge finanziaria e viene ripartito tra i vari settori con un decreto del Ministero della cultura. Il finanziamento complessivo dall'istituzione nel 1985 ad oggi è stato delle entità che seguono.

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AnnoImporto % PIL
1985357480000 0,0832
1986414610000 0,0873
1987443870000 0,0854
1988464030000 0,0804
1989428590000 0,0676
1990459430000 0,0652
1991436290000 0,0567
1992477130000 0,0589
1993460630000 0,0552
1994460580000 0,0522
1995439020000 0,0461
1996471820000 0,0468
1997461890000 0,0438
1998477670000 0,0435
1999494310000 0,0436
2000499360000 0,0417
2001530340000 0,0422
2002499820000 0,0384
2003517930000 0,0386
2004499390000 0,0357
2005464490000 0,0323
2006427300000 0,0286
2007441290000 0,0284
2008471330000 0,0299
2009397000000 0,0260
2010398060000 0,0256
2011407610000 0,0258
2012411464000 0,0263
2013389077276 0,0249
2014406229000 
2015406229000 
---
2022423191856 
2023420291856 
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Andamento delle risorse destinate al FUS (2007-2021) al netto dei 3 capitoli riguardanti la cinematografia

Ulteriori informazioni Anno, Importo ...
AnnoImporto
2007363638136,39 
2008381260462,57 
2009329924885,29 
2010323094057,17 
2011347122509,46 
2012335375565,03 
2013315928474,82 
2014319957521,30 
2015329456895,03 
2016329936173,17 
2017350342594,50 
2018353106946,28 
2019328723547,46 
2020343556513,66 
2021408389419,00 
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Il FUS è ripartito tra i diversi settori (ai sensi dell'art. 2 della Legge 163/1985), in ragione di quote non inferiori al 45% per le attività musicali e di danza, al 25% per le attività cinematografiche, al 15% per quelle del teatro di prosa ed all'1% per le attività circensi e dello spettacolo viaggiante. Nell'anno 2014 la ripartizione è stata la seguente.

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AmbitoPercentualeDirezione
Fondazioni liriche 47,00% Direzione Spettacolo dal vivo
Attività musicali 14,10%
Attività di danza 2,64%
Attività teatrali di prosa 16,04%
Attività circensi e spettacolo viaggiante 1,40%
Attività cinematografiche 18,59% Direzione Cinema
Osservatorio dello Spettacolo 0,20% Altro
Spese funzionamento Comitati e Commissioni 0,03%
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Spettacolo dal Vivo

A seguito della riforma operata dal cosiddetto "Decreto Cultura" (decreto-legge 8 agosto 2013, n. 91, convertito con legge 7 ottobre 2013, n. 112) l'erogazione dei contributi per lo spettacolo dal vivo è disciplinata da un regolamento ministeriale (adottato con Decreto del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo 1º luglio 2014)[2].

Questa disciplina secondaria ha introdotto dei nuovi criteri di attribuzione dei contributi. L'assegnazione dei contributi avviene sulla base della presentazione da parte di ciascun soggetto di un progetto artistico triennale. Per ogni categoria di attività finanziate. Il meccanismo di assegnazione è prevalentemente automatico, con una quota minoritaria riservata alla valutazione discrezionale delle commissioni tecniche. Per ciascun ambito di attività finanziate sono individuate una serie di categorie di soggetti finanziati, individuate dai criteri per l'erogazione dei contributi allo spettacolo dal vivo.

Le categorie individuate, ai fini dell'assegnazione dei contributi FUS, sono le seguenti.

Ulteriori informazioni PRODUZIONE, PROGRAMMAZIONE ...
PRODUZIONE PROGRAMMAZIONE
TEATRO TEATRI NAZIONALI
(ART. 10)
TEATRI DI RILEVANTE INTERESSE CULTURALE
(ART. 11)
IMPRESE DI PRODUZIONE
(ART. 14)
CENTRI DI PRODUZIONE
(ART. 15)
CIRCUITI
(ART. 16)
ORGANISMI DI PROGRAMMAZIONE
(ART. 17)
FESTIVAL
(ART. 18)
MUSICA TEATRI DI TRADIZIONE
(ART. 19)
ICO
(ART. 20)
ATTIVITÀ LIRICHE ORDINARIE
(ART. 21)
COMPLESSI STRUMENTALI
(ART. 22)
CIRCUITI
(ART. 23)
PROGRAMMAZIONE ATTIVITÀ CONCERTISITICA E CORALE
(ART. 24)
FESTIVAL
(ART. 25)
DANZA ORGANISMI DI PRODUZIONE DANZA
(ART. 26)
CENTRI DI PRODUZIONE DANZA
(ART. 27)
CIRCUITI
(ART. 28)
ORGANISMI DI PROGRAMMAZIONE
(ART. 29)
FESTIVAL E RASSEGNE
(ART. 30)
CIRCO ATTIVITÀ CIRCENSE
(ART. 33)
FESTIVAL CIRCENSI
(ART. 34)
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Per l'ambito teatro, le categorie individuate sono le seguenti[3].

PRODUZIONE

Ulteriori informazioni Categorie, Soggetti accreditati ...
Categorie Soggetti accreditati Definizione Requisiti annuali Riferimento normativo
Teatri nazionali 7 Organismi che svolgano attività teatrale di notevole prestigio nazionale e internazionale e che si connotino per la loro tradizione e storicità. 240 giornate recitative di produzione e di 15.000 giornate lavorative Art. 10 D.M.
Teatri di rilevante interesse culturale 19 Organismi che svolgano attività di produzione teatrale di rilevante interesse culturale prevalentemente nell'ambito della regione di appartenenza 160 giornate recitative di produzione e di 6000 giornate lavorative Art. 11 D.M.
Imprese di produzione teatrale 160 Imprese di produzione teatrale, commedia musicale e operetta 110 giornate recitative e 1300 giornate lavorative Art. 14 D.M.
Centri di produzione teatrale 29 Organismi che svolgono attività di produzione e di esercizio presso un massimo di tre sale teatrali, per un totale di almeno 300 posti con una sala di almeno 200 120 giornate recitative di produzione, 100 giornate recitative di programmazione e 3500 giornate lavorative Art. 15 D.M.
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PROGRAMMAZIONE

Ulteriori informazioni Categorie, Soggetti accreditati ...
Categorie Soggetti accreditati Definizione Requisiti annuali Riferimento normativo
Circuiti regionali 3 Circuiti regionali, che svolgano attività di distribuzione, promozione e formazione del pubblico in idonee sale teatrali di cui l'organismo ha la disponibilità 160 giornate recitative Art. 16 D.M.
Organismi di programmazione 14 Organismi di programmazione, gestori di una sala teatrale 2000 giornate lavorative Art. 17 D.M.
Festival 27 soggetti pubblici e privati organizzatori di festival di particolare rilievo nazionale e internazionale

che contribuiscano alla diffusione e allo sviluppo della cultura teatrale, alla integrazione del teatro con il patrimonio artistico e alla promozione del turismo culturale

2000 giornate lavorative Art. 18 D.M.
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Ogni anno l'Osservatorio dello spettacolo costituito presso il Ministero dei beni e delle attività culturali e inquadrato nella Direzione generale spettacoli dal vivo, redige una relazione riguardante l'utilizzo dei finanziamenti previsti dal FUS che viene presentata dal ministro al Parlamento. L'ultima relazione pubblicata sul sito del ministero è quella relativa all'anno 2013[4].

Critiche

Diversi economisti, politici e giornalisti propongono da anni l'abolizione del FUS oppure il suo ridimensionamento. Membri dell'Istituto Bruno Leoni sostengono, ad esempio, che la malagestione dei fondi regalati dallo Stato italiano tramite il FUS ad enti lirici, fondazioni, teatri e cinema sarebbe innanzitutto viziata da un'assegnazione clientelare dei fondi stessi, basata più sulle amicizie tra gestori e politici che sulla qualità dell'opera finanziata, e poi ad una distorsione del mercato dei beni culturali italiani, ad un sistema di concorrenza sleale tra beneficiari e non-beneficiari, ed infine ad un abbassamento generale della qualità dei progetti d'arte proposti.[5]

Essendo poi i soggetti ed i progetti finanziati dal FUS sempre gli stessi ogni anno, gli studiosi dell'Istituto Bruno Leoni si chiedono:

«Nei fatti, poi, la scelta che, ogni anno, determina l'erogazione delle risorse si risolve nel favorire sempre i medesimi soggetti. E questo è particolarmente evidente nel settore dello spettacolo dal vivo. Così, la tanto sbandierata logica del finanziamento “a progetto” viene smentita da un sistema eccessivamente rigido. A essere premiati con contributi stabili e costanti sono sempre gli stessi. Come può allora esserci concorrenza se gli interventi pubblici vanno sempre verso gli stessi beneficiari e magari si stratificano con quelli erogati da Regioni ed enti locali?»

Note

Voci correlate

Collegamenti esterni

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