Filippo Campus Chessa
vescovo cattolico italiano (1817-1887) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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vescovo cattolico italiano (1817-1887) Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Filippo Campus Chessa (Pattada, 13 gennaio 1817 – Tempio Pausania, 21 marzo 1887) è stato un vescovo cattolico italiano.
Filippo Campus Chessa vescovo della Chiesa cattolica | |
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Incarichi ricoperti | Vescovo di Ampurias e Tempio (1871-1887) |
Nato | 13 gennaio 1817 a Pattada |
Ordinato presbitero | 4 aprile 1840 |
Nominato vescovo | 24 novembre 1871 da papa Pio IX |
Consacrato vescovo | 18 febbraio 1872 dal vescovo Salvatore Angelo de Martis, O.Carm. |
Deceduto | 21 marzo 1887 (70 anni) a Tempio Pausania |
Appartenente a una delle famiglie notabili di Pattada, Filippo Campus Chessa era figlio e nipote di benestanti artisti, benefattori e medici del nord Sardegna. Fine teologo, fu insignito dell'Ordine dei Santi Maurizio e Lazzaro per la sua opera di soccorso prestata alle città di Sassari e Porto Torres colpite dal colera nel 1855. Quando il 7 settembre 1855 morì a Tempio l'allora vescovo Diego Capece, la sede vescovile restò vacante per 17 anni a causa dei contrasti giuridici tra lo Stato italiano e la Santa Sede.
Il 24 novembre 1871 fu eletto vescovo della diocesi Filippo Campus, elevato al rango vescovile in concistoro da papa Pio IX. La sua attività fu intensa, come dimostrano le cinque visite pastorali. Regolamentò la vita delle confraternite locali con uno statuto che voleva "ricondurle allo spirito religioso che deve animarle, all'incremento della pietà, (ma anche) alla migliore amministrazione dei beni, (sottoponendole al controllo del vescovo) dal quale direttamente dipendono, e (al quale) perciò devono prestare ossequio, venerazione e obbedienza".
Morì a Tempio il 21 marzo 1887. Il 14 dicembre 1915 fu nominato Giovanni Maria Sanna, Superiore dei Conventuali di Sardegna. Monsignor Campus Chessa venne poi sepolto nel cimitero di Pattada in una tomba monumentale realizzata dallo scultore piemontese Giuseppe Sartorio. Il monumento è impostato su muro realizzato con blocchi di granito squadrato e pietre irregolari di varia pezzatura. Consta di un'edicola costituita da un basamento trapezoidale su cui poggiano due colonne tortili con capitello composito, reggenti una trabeazione a baldacchino la cui cimasa porta lo stemma vescovile della diocesi. La lapide riporta l'iscrizione funebre e al di sopra il ritratto del vescovo incorniciato da una corona d'alloro. In seguito, il Comune di Pattada adotterà come proprio il suo stemma vescovile.
La genealogia episcopale è:
La successione apostolica è:
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