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scrittrice inglese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Enid Mary Blyton (East Dulwich, 11 agosto 1897 – Hampstead, 28 novembre 1968) è stata una scrittrice britannica, autrice di romanzi per varie fasce di età, famosa soprattutto per la sua produzione nel campo della letteratura per ragazzi. Popolare e prolifica, una delle più vendute di tutti i tempi, con un totale di quasi 400 milioni di copie, è stata tradotta in oltre 90 lingue e ha prodotto circa 800 libri in 40 anni. Nelle sue opere letterarie per ragazzi i protagonisti indiscussi sono i bambini, che vivono avventure di ogni sorta all'insaputa degli adulti; vi sono spesso personaggi ricorrenti da un'opera all'altra e ritroviamo i piccoli protagonisti coinvolti in avventure che occupano più di un libro.
Primogenita di tre figli, con due fratelli più piccoli, nasce presso Beckenham da Thomas Blyton e Theresa Harrison. Aveva un rapporto strettissimo con il padre, a cui non perdonò il "tradimento" di abbandonare la famiglia per andare a vivere con un'altra donna, lasciandola con una madre con cui non andava d'accordo. A questo fatto viene spesso attribuita l'origine di quell'immaturità che non l'abbandonerà mai del tutto. Dal 1907 al 1915 ha frequentato la Scuola di San Cristoforo per sole donne. Si dimostrò molto portata anche per la musica, ma abbandonò gli studi di pianoforte per lavorare come insegnante. Iniziò a scrivere molto presto, pubblicando il suo primo libro all'età di 25 anni. Sposò Hugh Alexander Pollock, che si occupò di pubblicare alcuni dei suoi libri e da cui ebbe due figlie. Quando la famiglia cominciò ad avere problemi economici la donna abbandonò il marito per iniziare una relazione con un chirurgo londinese, arrivando persino a ricattare il marito incolpandolo completamente del loro fallimento come famiglia e costringendolo ad accollarsi l'accusa di infedeltà della quale in realtà si era macchiata lei, ma che non poteva rendere pubblica per paura di rovinare la sua immagine. Dopo il divorzio sposò il chirurgo Kenneth Fraser Darrell Waters, con il quale ebbe un matrimonio felice e non rovinato da quell'adulterio che aveva compiuto. L'ex marito si diede all'alcolismo, poi si risposò. Enid Blyton sviluppò la malattia d'Alzheimer dopo la morte del marito nel 1967 e morì l'anno successivo.
Dall'autobiografia della figlia minore la donna emerge come una figura autoritaria, severa e priva di qualsiasi istinto materno, portata spesso a ignorare i problemi come se non esistessero nella speranza di poter farli ricadere sulle spalle degli altri. La figlia maggiore è invece meno severa con la madre, alla quale riconosce comunque un certo infantilismo, ma anche dei ricordi positivi di un'infanzia felice.
Una placca commemorativa è stata posta dove sorgeva la sua casa in Hook Road a Chessington dove visse per alcuni anni.
Le sue opere più famose sono le avventure di Noddy (rivolte ad un pubblico prescolare, con le quali inizia a sfruttare i libri come traino per prodotti per l'infanzia come spazzolini da denti e cereali per la colazione), Il Club dei Sette e La Banda dei Cinque. Da quest'ultimo sono stati tratti molti prodotti televisivi, tra cui il telefilm La banda dei cinque trasmesso negli anni settanta, con la canzone d'apertura cantata da Elisabetta Viviani, e il cartone animato The Famous Five (titolo originale della serie), che riprende in chiave moderna le loro avventure.
L'autrice si è dimostrata prolifica anche nella produzione di racconti brevi e avventure a puntate che venivano pubblicate su quotidiani e seguite da un pubblico numerosissimo.
A parte l'inizio della sua produzione, in cui l'autrice si propone più in veste di pedagogista che non di autrice, gli anni quaranta-cinquanta sono quelli in cui vengono pubblicati i romanzi delle sue serie più famose e i romanzi fantasy. Scrive anche opere di altro genere: poesie, fiabe, storie di animali e album illustrati. Come si spiega dunque questo successo spropositato che ha fatto di Enid Blyton un fenomeno sociologico, nonché l'antenata della moderna J. K. Rowling? I critici hanno offerto varie spiegazioni che si possono riassumere nel fatto che l'autrice si rivolga esclusivamente ad un destinatario infantile, senza alcuna pretesa di artisticità. Ecco perché gli adulti, che trovavano interessanti precedenti opere per ragazzi di altre autrici, sia per l'originalità delle situazioni, sia per la sapiente caratterizzazione dei personaggi, si ritrovano frustrati nella lettura di un qualsiasi volume della Blyton a causa dell'estrema semplificazione del linguaggio e della stereotipizzazione dei personaggi. In fin dei conti le sue opere sono calibrate attentamente per essere adatte all'età dei ragazzini che le leggono: utilizzano un vocabolario in genere limitato e comprensibile, danno maggiore importanza ai dialoghi e all'azione piuttosto che alle descrizioni e le trame finiscono per essere ripetitive, perché descrivono sempre le avventure di intrepidi ragazzini in cui i giovani lettori possono tranquillamente immedesimarsi. L'happy ending è trionfale ed inevitabile, ci si arriva dopo una buona dose di suspense che cattura il lettore e ne rafforza l'ego: questo appare chiaro anche nella rappresentazione degli adulti che nelle storie di avventura sono generalmente poco presenti, incapaci e spesso inaffidabili.
Sebbene le ambientazioni non siano immediatamente identificabili, i paesaggi e le situazioni sono indiscutibilmente inglesi e contemporanei all'autrice: ad esempio in Five on a Treasure Island la protagonista si dà da fare per evitare l'invasione della sua isola da parte dei "cattivi", nello stesso periodo in cui Churchill si adoperava per scongiurare l'invasione nazista nelle isole britanniche. Analogamente negli episodi degli anni cinquanta, quelli della Guerra Fredda, compaiono molte spie e i ragazzini delle serie di avventure si trovano spesso a dover smascherare dei traditori della patria. Oltre ai romanzi di avventura, imbevuti della moralità a volte ristretta e dei pregiudizi piccolo-borghesi del dopoguerra (l'autrice è stata anche accusata di razzismo e xenofobia per alcuni riferimenti troppo severi nei confronti di persone nere o straniere) Enid Blyton può essere considerata pioniera del genere che ha fatto di J.K.Rowling una delle donne più ricche dell'Inghilterra: la school story con una punta di fantastico che ispirerà le autrici successive fino alla creatrice di Harry Potter.
Nonostante il suo indiscutibile successo, Enid Blyton è stata spesso oggetto di critiche e censure. Alcuni dei suoi romanzi sono stati definiti sessisti a causa della forte distinzione fra maschi e femmine, in cui queste ultime appaiono meno affidabili per via della loro emotività. Altri contenuti sono stati attaccati dalla critica odierna perché considerati improponibili ad un pubblico di bambini di oggi, essendo basati sull'equazione "nero=brutto" e su un'impronta xenofoba che attribuisce le caratteristiche di superficialità, malizia e disubbidienza a personaggi invariabilmente francesi o americani. Altre critiche recenti hanno analizzato in modo più sofisticato e meno rigido le sue opere, individuando ad esempio nella serie di Noddy una risposta europea al monopolio Disney
Anche pubblicati nelle collane chiamate "I cinque sbarazzini" e "The famous five". In Italia sono stati pubblicati soltanto i 15 primi titoli della collana inglese. La collana ha cominciato a essere pubblicata di nuovo alla fine del 2017 dalla casa editrice Mondadori.
Non sono stati pubblicati in Italia i sei ultimi titoli della collana: Five go to Billycock Hill, 1957; Five get into a fix, 1958; Five on Finniston Farm, 1960; Five go to Demon's Rocks, 1961; Five have a mystery to solve, 1962 e Five are together again, 1963.
La casa editrice Mursia ha pubblicato alla fine degli anni ottanta dei Libri-gioco ispirati ai best seller di Enid Blyton.
In Italia sono stati pubblicati i 15 titoli della collana:
Soltanto i due primi libri dei 15 della collana sono stati pubblicati negli anni 60 in Italia dalle Edizioni Paoline.
Cinque libri dei 8 della collana sono stati pubblicati in Italia negli anni 60: Quattro dalla casa editrice Bompiani (i quattro primi) e uno dalle edizioni Paravia (l'ultimo).
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