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attività di intercettazione passiva dei dati che transitano in una rete telematica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Con sniffing (dall'inglese, odorare), in informatica e nelle telecomunicazioni, si definisce l'attività di intercettazione passiva dei dati che transitano in una rete telematica: può essere svolta sia per scopi legittimi (ad esempio l'analisi e l'individuazione di problemi di comunicazione o di tentativi di intrusione) sia per scopi illeciti contro la sicurezza informatica (intercettazione fraudolenta di password o altre informazioni sensibili).
I prodotti software utilizzati per eseguire queste attività vengono detti sniffer e oltre a intercettare e memorizzare il traffico offrono funzionalità di analisi del traffico stesso: questi intercettano i singoli pacchetti, decodificando le varie intestazioni di livello datalink, rete, trasporto, applicativo, potendo offrire inoltre strumenti di analisi per valutare il comportamento dei protocolli di rete o per ricostruire lo scambio di dati tra le applicazioni.
Il traffico può essere intercettato da uno degli host coinvolti nella comunicazione, indipendentemente dal tipo di interfaccia di rete su cui viene inviato.
Per intercettare i dati che circolano su una determinata LAN è necessario possedere o ottenere l'accesso fisico al mezzo trasmissivo oppure avere l'accesso remoto (tramite telnet, SSH, VNC o altro) e privilegi amministrativi su un host fisicamente connesso alla rete in questione.
In questo tipo di reti ethernet il mezzo trasmissivo (cavo coassiale o, attualmente, cavo UTP o STP connesso a un hub) è condiviso, quindi tutte le schede di rete dei computer nella rete locale ricevono tutti i pacchetti, anche quelli destinati ad altri, selezionando i propri a seconda dell'indirizzo MAC (indirizzo hardware univoco della scheda di rete).
Lo sniffing in questo caso consiste nell'impostare sull'interfaccia di rete la cosiddetta modalità promiscua, che disattivando questo "filtro hardware" permette al sistema l'ascolto di tutto il traffico passante sul cavo.
In questo caso l'apparato centrale della rete, definito switch, si occupa di inoltrare su ciascuna porta solo il traffico destinato al dispositivo collegato a quella porta: ciascuna interfaccia di rete riceve, quindi, solo i pacchetti destinati al proprio indirizzo e i pacchetti di broadcast.
L'impostazione della modalità promiscua è quindi insufficiente per poter intercettare il traffico in una rete gestita da switch. In questo caso ci si può collegare a una porta chiamata "Switched Port Analyzer" (SPAN) nella terminologica di Cisco, "Roving Analysis" per 3Com e "port mirroring" per gli altri produttori che riceve il traffico circolante su tutte le porte dello switch.
Alcuni metodi per poter ricevere tutto il traffico dallo switch da una porta qualunque sono il MAC flooding, l'ARP poisoning e il port stealing.
Per intercettare i dati che transitano su reti geografiche si utilizzano tecniche Man in the middle analoghe a quelle accennate in precedenza, operanti però a livello più alto: possono intervenire a livello di instradamento del traffico IP (routing) oppure inviare alle vittime informazioni fasulle per quanto riguarda la corrispondenza tra nomi di dominio e indirizzi IP sfruttando l'assenza di autenticazione del sistema DNS.
Per condurre l'intercettazione delle comunicazioni e l'analisi dei relativi dati, esistono appositi strumenti, chiamati analizzatori di rete o sniffer. Si tratta di elementi software o un hardware dedicati a questo genere di attività, che quantomeno sono in grado di memorizzare i dati ottenuti in un formato adatto al loro trattamento esterno e di gestire le configurazioni delle interfacce di rete. Gli analizzatori spesso integrano anche funzionalità di ordinamento e filtraggio dei dati, a seconda della pila di incapsulamento dei protocolli dei diversi livelli di rete, p.es. HTTP, TCP, IP, 802.11.
Tra i software più comuni, con licenza libera e disponibili per le più diffuse piattaforme, quali la famiglia Unix, Microsoft Windows e macOS, si ricordano: tcpdump, uno strumento con interfaccia a riga di comando per condurre mera intercettazione e Wireshark, che offre invece tutte le citate funzionalità di analisi attraverso un'interfaccia grafica.
Lo sniffing pone problemi di privacy in quanto accede senza mandato e a insaputa dell'utente a un computer che è sua proprietà privata nonché a una rete che è proprietà di chi diffonde il software di accesso. In generale, l'accesso a un'abitazione o altra proprietà privata per una perquisizione richiede un mandato della magistratura e che esso sia mostrato al proprietario del bene perquisito.
I dati forniti dall'Internet Service Provider non identificano la persona, ma l'utenza telefonica. Non necessariamente poi la persona che ha commesso il fatto è un componente del nucleo familiare, al quale è intestata l'utenza. Tramite un WISP o una rete wireless domestica è più facile che si verifichino violazioni della rete e accessi abusivi dall'esterno. La non-identificazione di chi commette materialmente il fatto esclude un nesso di causalità fra la connessione alla rete P2P e la violazione del diritto d'autore, e non è una prova sufficiente per gli effetti penali previsti dalla legge. Per l'ambito penale, serve un accertamento univoco e inequivocabile della persona e delle responsabilità. Tuttavia, il titolare della utenza telefonica può essere ritenuto responsabile della sua sicurezza e del suo utilizzo, e rispondere dell'illecito amministrativo.
La perquisizione dei domicili e l'accesso ai tabulati telefonici (dei provider per conoscere i siti visitati) sono provvedimenti riservati a illeciti penali. In Paesi come gli Stati Uniti, dove la violazione del copyright è punita con sanzioni pecuniarie, è comunque diffusa tale prassi nelle indagini per violazioni del diritto d'autore.
Il codice penale italiano al cap.2 ("dei delitti in particolare") dedica un'apposita sezione a tale tema: "Dei delitti contro la inviolabilità del domicilio" (sez. IV). Gli artt. 615 bis e ter specificano le pene per accesso abusivo ad un sistema informatico o telematico, o interferenze illecite nella vita privata. Gli strumenti che controllano il traffico web di un utente, "si mettono in ascolto" su una porta del computer non utilizzata da alcun programma, e funzionano come uno "strumento di ripresa sonora" che registra tutto il traffico in ingresso e uscita dal nodo internet.
In questo caso è dato di sapere soltanto ciò che l'utente sta facendo con il browser Internet e con i programmi peer-to-peer, ma non con le altre applicazioni (se ad esempio sta ascoltando una canzone, vedendo un film, stampando un file). L'intrusione non consente un controllo o manipolazione del computer, ma comunque di "mantenervisi contro la volontà tacita di chi ha il diritto di escluderlo".
Entrando nelle reti di condivisione l'utente rende visibile una parte dei file del suo computer e inevitabilmente i file che sceglie di scaricare. Viene in questo modo a crearsi un conflitto con la normativa sulla privacy: la conservazione dei dati dei download, anche in forma aggregata e anonima, deve essere autorizzata nei confronti di chi immette file nelle reti P2P per "testarne" il gradimento del pubblico, oppure entra per perseguire in flagranza di reato chi viola i diritti di copyright.
A detta di alcuni giuristi l'accesso è più grave del reato di violazione del copyright che con esso si vuole reprimere. È stato osservato che è eccessivo uno sconfinamento nella giustizia penale e che l'entità della reclusione minima e massima non rispettano il proporzionalismo delle pene se comparate con le pene detentive di altri reati.
In questo senso, se può essere chiesto un risarcimento danni per la violazione del copyright, le persone oggetto di intercettazioni possono ottenere un risarcimento, probabilmente in misura maggiore, per la violazione dei loro diritti soggettivi.[1][2][3]
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