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azienda musicale britannica Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La Electric and Musical Industries, abbreviata in EMI, è stata un'etichetta discografica britannica. Fondata a Londra nel 1931, fu una delle quattro major che dominarono il mercato musicale fino a quando le sue attività musicali furono acquisite da Vivendi Universal e quelle editoriali da Sony/ATV[1]. La EMI continua a operare come divisione discografica "back to back" dell'UMG.
EMI Group Ltd | |
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Stato | Regno Unito |
Forma societaria | Società a responsabilità limitata |
Fondazione | 31 marzo 1931 a Londra |
Chiusura | 28 settembre 2012 (divisa in:
|
Sede principale | Londra |
Gruppo | Universal Music Group |
Settore | Musicale |
Fatturato | 2,07 miliardi di sterline (2007) |
Dipendenti | 5 500 (2008) |
Sito web | www.universalmusic.com/label/emi/ |
Nasce, dal punto di vista industriale, nel 1931, dalla fusione della Gramophone Company (nota anche come His Master's Voice, in Italia La voce del padrone, che fa riferimento al celebre dipinto dal titolo omonimo, realizzato nel settembre del 1899 da Francis Barraud, "La voce del padrone" che ritrae il cagnolino Nipper mentre ascolta un grammofono, usato come marchio nell'etichetta) e della Columbia Graphophone Company.
La branca statunitense della His Master's Voice fu invece acquisita dalla RCA Victor.
La divisione di musica classica, confluita nel 1990 nella etichetta EMI Classics, è stata per molto tempo diretta da Walter Legge; durante questo periodo erano di proprietà della casa discografica l'orchestra londinese Philharmonia e gli studi di Abbey Road, inaugurati il 12 novembre 1931 da Sir Edward Elgar. In quell'anno, nei suoi laboratori di ricerca, l'ingegnere Alan Blumlein brevetta il suo sistema di registrazione e riproduzione del suono binaurale (stereo). Nell'ottobre del 1952 lancia il suo primo microsolco a 33 giri in concomitanza con l'inizio della produzione dei 45 giri da 7". Nel 1958 viene pubblicato il primo LP stereo, il 19 febbraio del 1960 viene pubblicato l'ultimo 78 giri EMI: Rule Britannia e Royal Event di Ross Conway; il 23 marzo 1962 cessa la produzione dei 78 giri. La prima cassetta a nastro preregistrata viene pubblicata nel 1966.
Il settore produttivo non è stato unicamente quello discografico, al pari della società concorrente, Decca, è stata presente sul mercato delle apparecchiature di riproduzione con realizzazioni di pregevole fattura, oltre ai grammofoni, anche di amplificatori tecnicamente all'avanguardia per l'epoca, ormai veri oggetti da collezione; basti pensare al modello stereoscope Twenty-Twenti (20+20 watt) del 1960, oltre alle innumerevoli possibilità operative, comprese le varie equalizzazioni, oltre alla RIIA, la Europe dei vecchi LP, dei 78 giri e la NARTB, incorporava un oscilloscopio di precisione con tono pilota interno.
La EMI è presente in Italia dal 1931 con il nome VCM, (sigla di Voce del Padrone - Columbia - Marconiphone) che dal 1967 ha assunto la denominazione di EMI Italiana.
La società è stata acquisita dal fondo di investimento privato Terra Firma il 22 marzo 2007 di cui è proprietario il britannico Guy Hands. La società è stata valutata 4,7 miliardi di dollari.[2]. L'operazione si è rivelata fin dall'inizio difficile: la contrazione del mercato della musica, iniziata con il boom della musica digitale, è accelerata con la crisi, lasciando a Citigroup un debito da 3 miliardi di sterline di Emi e inasprendo i rapporti con Hands e la sua società Tierra Ferma. Il finanziere ha fatto causa alla banca americana, accusandola di averlo ingannato durante la vendita. Hands puntava a rinegoziare l'accordo e a non perdere il controllo di Emi ma senza successo: in tribunale ha perso. La presa di controllo da parte di Citigroup, avvenuta il 1º febbraio 2011[3] ha comportato una riduzione del 65% del debito di Emi da 3,4 miliardi di sterline a 1,2 miliardi di sterline.
L'11 novembre 2011 Vivendi e Universal Music Group (UMG) rilevano EMI Music per un valore totale di 1,2 miliardi di sterline[1] e completano l'acquisizione il 28 settembre 2012. La EMI aveva una quota del mercato mondiale del 13,4%.
Tra i musicisti che hanno firmato con la EMI, si ricordano:
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