Timeline
Chat
Prospettiva

Drago dell'Apocalisse

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera

Drago dell'Apocalisse
Remove ads

Il Drago dell'Apocalisse è un mostro mitologico, nominato al capitolo 12[1] dell'Apocalisse di Giovanni.

Thumb
Il Drago dell'Apocalisse con in groppa Babilonia la Grande
Thumb
L'arcangelo Michele combatte il Drago dell'Apocalisse

Descrizione

Thumb
Donna dell'Apocalisse e Drago (incisione di Dürer)

Il Drago dell'Apocalisse viene descritto come un grande drago rosso, con sette teste e dieci corna, e un diadema sopra ogni testa.
Le corna generalmente sono considerate distribuite in tre possibili modi:

  • quattro su una testa, sulle altre una;
  • su tre teste due corna, sulle altre una;
  • dieci su ogni testa, con forme diverse;

Viene presentato subito dopo la descrizione della donna vestita di sole. Questo mostro non è da confondere con la Bestia del mare, con cui ha in comune alcune caratteristiche fisiche, perché si tratta di creature differenti.

Remove ads

Simbolismo

Thumb
Il Drago dell'Apocalisse e la Bestia del mare

Se la donna vestita di sole viene presentata con simbologia celeste (sole, luna e stelle) il Drago è descritto con simbologia terrestre. Infatti viene identificato con il serpente[2].

Interpretazione

Riepilogo
Prospettiva

Generalmente il Drago viene identificato con Satana, anche seguendo un'indicazione dell'Apocalisse stessa[2].[3]

Iconografia medievale

Thumb
Liber Figurarum (tav. 14)

Nell'iconografia medievale legata al pensiero di Gioacchino da Fiore, ciascuna testa del drago apocalittico può trovarsi associata a una figura storica.

Nel Liber Figurarum di Gioacchino, manoscritto al Corpus Christi College dell'Università di Oxford (mss. 255A - fol. 7r), sei delle sette teste sono associate in sequenza a Erode Antipa, Nerone, Costanzo II (figlio di Costantino Magno e seguace dell'Arianesimo), Maometto, Mesemotus (forse identificabile con il sultano ‛Abd al-Mu’min?) e Saladino, mentre la settima testa è di un Anticristo anonimo[4][5].

Nelle Praemissiones e super Esaiam, alla Biblioteca Vaticana (mss. Vaticano Latino 4959, fol. 2r), un commento a Isaia attribuito apocrifamente a Gioacchino da Fiore, redatto dopo la sua morte da qualcuno del suo seguito, spariscono Maometto e Mesemoto, ora sostituiti da Cosroe II e da Henricus primus (Enrico IV o, più probabilmente, Enrico II[4]), mentre la testa del settimo e ultimo Anticristo, precedentemente anonimo, si trova ora attribuita a Federico II di Svevia[5].

Nel Liber de oneribus prophetarum, altro scritto apocrifo di Gioacchino da Fiore (Biblioteca Vaticana, mss. Vaticano Latino 3822, fol. 5r), si ripete la medesima sequenza offerta dalle Praemissiones: Herodes, Nero, Constantius arrianus, Cosroe, Henricus primus, Saladinus, Fredericus secundus[4][5].

Note

Loading content...

Voci correlate

Loading content...
Loading related searches...

Wikiwand - on

Seamless Wikipedia browsing. On steroids.

Remove ads