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album di Joni Mitchell del 1977 Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Don Juan's Reckless Daughter è la decima uscita discografica, in veste di album doppio, della cantautrice canadese Joni Mitchell, pubblicato nel dicembre[7] del 1977. Mitchell avrebbe dichiarato che, prossima a completare il suo contratto con la Asylum Records, le sarebbe stato permesso di essere anche più flessibile di qualsiasi altra cosa fatta da lei stessa in precedenza.[8]
Don Juan's Reckless Daughter album in studio | |
---|---|
Artista | Joni Mitchell |
Pubblicazione | dicembre 1977 pubblicato negli Stati Uniti |
Durata | 59:30 |
Dischi | 2 |
Tracce | 10 |
Genere | World music Jazz Folk rock |
Etichetta | Asylum Records (BB-701) |
Produttore | Joni Mitchell |
Arrangiamenti | Joni Mitchell |
Registrazione | Hollywood al A&M Studios |
Formati | LP |
Joni Mitchell - cronologia | |
Recensione | Giudizio |
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AllMusic | [1] |
Robert Christgau | B-[2] |
Sputnikmusic | 3.5 (Great)[3] |
Piero Scaruffi | [4] |
Dizionario del Pop-Rock | [5] |
24.000 dischi | [6] |
Insolito per il suo stile sperimentale, anche rispetto all'album precedente, Hejira, Don Juan's Reckless Daughter fu pubblicato nel dicembre del 1977, dopo recensioni contrastanti, scalando al venticinquesimo posto nella Billboard americana, diventando disco d'oro nel giro di tre mesi. Gran parte dell'album è sperimentale, ma soprattutto lo sono: Overture, con una partitura originale per sei chitarre, accordate diversamente talune dalle altre, con effetti, echi vocali e riverberi. The Tenth World risulta invece una long-track tutta strumentale di percussioni latine e Dreamland è incentrata solo su percussioni e voci, tra le quali spicca in maniera particolare quella di Chaka Khan.
La più sperimentale di tutti è Paprika Plains, sedici minuti di brano, suonato al pianoforte in ensemble improvvisato e strutturato su una grande orchestra[non chiaro], che occupa tutto il lato B. In esso, la Mitchell descrive in prima persona un incontro a tarda notte in un bar frequentato da indiani d'America, e narra, toccando temi di disperazione e alcolismo. A un certo punto della narrazione, il narratore si abbandona a uno stato onirico, da sogno, e il testo diventa una commistione di riferimenti e ricordi d'infanzia innocente, con la riproduzione di un'esplosione nucleare e di una tribù inespressiva in contemplazione del sognatore e narratore[non chiaro].
Proprio a riguardo della tecnica descrittiva usata in questo brano l'autrice canadese ebbe modo di dichiarare in un'intervista che:
«L'improvvisazione, l'aspetto spontaneo di questo processo creativo - come del resto fa un poeta - è quello di impostare le parole in musica, che è un processo di martello e scalpello che a volte scorre, ma un sacco di volte è bloccato concettualmente, come se si stesse scrivendo in free consciousness, cosa che faccio di sovente, perché sto montando a piccoli pezzi questo puzzle, e alla fine questo flusso inizierà a scorrere, come sgorgato per la prima volta.[8]»
Brani composti da Joni Mitchell, eccetto dove indicato.
Durata totale: 13:40
Durata totale: 16:19
Durata totale: 15:27
Durata totale: 14:04
Note aggiuntive:
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