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Dezső Szentgyörgyi (Kőkút, 6 gennaio 1915 – Copenaghen, 28 agosto 1971) è stato un militare e aviatore ungherese, asso dell'aviazione da caccia nel corso della seconda guerra mondiale abbattendo individualmente 32 aerei nemici e 1 probabile nel corso di 200 missioni [2][3].
Dezső Szentgyörgyi | |
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La sua tomba | |
Nascita | Kőkút, 6 gennaio 1915 |
Morte | Copenaghen, 28 agosto 1971 |
Cause della morte | Incidente aereo |
Luogo di sepoltura | Cimitero di Farkasrét, Budapest |
Dati militari | |
Paese servito | Regno d'Ungheria |
Forza armata | Magyar Királyi Honvéd Légierő |
Specialità | Caccia |
Grado | alfiere |
Guerre | Guerra slovacco-ungherese Seconda guerra mondiale |
Campagne | Fronte orientale (1941-1945) |
Battaglie | Battaglia di Kursk[1] |
Decorazioni | vedi qui |
dati tratti da Szentgyörgyi, Dezső [2] | |
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Nacque il 6 gennaio 1915 con il nome di Dezső Szánti il 6 gennaio 1915 a Kőkút, allora parte dell'Impero austro-ungarico.[2] Suo padre in seguito cambiò il suo cognome in Szentgyörgyi, ed egli completò gli studi a Enyingen iniziando a lavorare quindi come fabbro.[4]
Si arruolò nella Magyar Királyi Honvéd Légierő all'età di 18 anni e prestò giuramento nella Guardia Nazionale il 3 settembre 1933.[4] Desiderava diventare pilota di caccia, ma a causa della mancanza di un'istruzione adeguata inizialmente fu assunto come meccanico aeronautico per poi diplomarsi con ottimi voti presso la Scuola meccanici.[4] Gli fu quindi data la possibilità di prendere parte all'addestramento dei piloti, frequentando una scuola biennale per piloti a Székesfehérvár, diplomandosi nel 1938 con ottimi voti.[4]
Divenuto pilota militare fu assegnato al 1/2. Ludas Matyi, equipaggiato con il caccia Fiat C.R.32.[4] Il 24 marzo 1939 subì il battesimo del fuoco, accompagnando con la sua squadriglia gli aerei che bombardarono Igloo durante il breve conflitto contro il nuovo stato della Slovacchia.[4] Nella primavera del 1941 frequentò un corso di pilotaggio per i caccia Reggiane Re.2000 Heja in Italia.[4]
Nell'estate del 1942 fu assegnato al 1/1 Dongó schierato sul fronte orientale contro l'Unione Sovietica.[4] Eseguì la sua prima missione di combattimento l'8 luglio 1942 volando su un Re.2000 Héja, passando poi a pilotare i Messerschmitt Bf 109F.[5] Conseguì la sua prima vittoria aerea il 7 agosto 1942 a spese di un bombardiere Heinkel He 111 della Luftwaffe, il cui equipaggio riuscì fortunatamente a sopravvivere.[4] Il 7 ottobre 1942 il 1/1 Dongó iniziò la transizione al pilotaggio dei Bf 109F-4.[2][6] Successivamente il reparto effettuò un gran numero di sortite con gli aerei utilizzati come cacciabombardieri, i combattimenti aerei si svolsero meno frequentemente.[4] Ha volato la sua 50ª missione il 12 dicembre 1942.[4] Il 26 giugno 1943, durante la sua 92ª missione, riuscì ad abbattere il suo primo aereo sovietico, un caccia Yakovlev Yak-1.[2] Effettuò la sua ultima missione sul fronte orientale il 7 agosto 1943, e all'epoca aveva effettuato 142 missioni e abbattuto altri 6 aerei sovietici, 3 caccia Lavochkin La-5, 2 cacciabombardieri Ilyushin Il-2 e 1 Petlyakov Pe-2.[2]
Il 1 maggio 1944 fu istituita la 101. Honi Légvédelmi Vadászrepülő Osztály, ed egli fu assegnato al 101/2 Retek. Abbatté il suo primo aereo americano, un caccia Lockheed P-38 Lightning, il 14 giugno 1944, cui seguì un North American P-51 Mustang il 26 giugno.[2][7] Abbatté 4 bombardieri pesanti Consolidated B-24 Liberator tra il luglio e l'agosto 1944.[2] Fu promosso alfiere il 16 novembre 1944, e nel marzo 1945 aveva effettuato la sua 200ª missione di guerra[N 1] abbattendo altri 17 aerei sovietici, l'ultimo, un caccia Yakovlev Yak-9, il 16 aprile 1945.[2] Decorato con la medaglia d'oro al valor militare il 15 marzo 1945, quando il conflitto terminò aveva conseguito 32 vittorie in 200 missioni.[2][3]
Il 3 maggio 1945 fu fatto prigioniero di guerra dalle truppe americane.[4] Rientrato in Ungheria, tra il 1946 e il 1949 fu pilota per la Magyar–Szovjet Polgári Légiforgalmi Részvénytársaság, si sposò e diede alla luce il giovane Dezső.[4] Nel 1950 fu arrestato con false accuse e fu rilasciato solo nel 1956. Dal 1957 divenne pilota presso la compagnia aerea Malév.[4] Perse la vita in un incidente aereo a Copenaghen il 28 agosto 1971, quando lo Ilyushin Il-18V (HA-MOC) precipitò in mare durante la fase di atterraggio.[4]
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