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opera di Leon Battista Alberti Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il De pictura (o Sulla pittura) è un trattato sulla pittura scritto da Leon Battista Alberti. Secondo alcuni recenti studi fu redatto dapprima in latino, nel 1435, dedicandolo a Filippo Brunelleschi, e successivamente in volgare, arricchendolo di nuove riflessioni, di correzioni di precedenti errori e di chiarimenti.[1] [2]
De pictura (La pittura) | |
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Titolo originale | De pictura |
Altri titoli | Sulla pittura |
ritratto di Leon Battista Alberti | |
Autore | Leon Battista Alberti |
1ª ed. originale | 1435 |
Genere | trattato |
Lingua originale | latino |
Fu la prima opera di una trilogia di trattati sulle arti "maggiori" che ebbero una larga diffusione nell'ambito umanistico, arrivando ad essere tre testi fondamentali del Rinascimento. Gli altri due sono il De re aedificatoria (sull'architettura, scritto intorno al 1450) e il De statua (sulla scultura, di datazione incerta, forse del 1462).
L'opera ebbe una scarsa fortuna nel campo della diretta pratica pittorica rinascimentale a dispetto delle sue valenze didattiche.[3] La versione volgare rimase piuttosto dimenticata fino alla pubblicazione avvenuta solo nel 1847. La versione latina ebbe maggior diffusione e fu pubblicata a stampa, per la prima volta nel 1540 a Basilea. Con questo trattato, tuttavia, Alberti influenzò sul piano teorico, non solo il Rinascimento italiano (Leonardo, Piero della Francesca) ma tutto quanto si sarebbe detto sulla pittura sino ai nostri giorni.[4]
Alberti faceva parte di una famiglia fiorentina esiliata durante le lotte politiche del XIV secolo, ed ebbe la possibilità di tornare a Firenze solo dal 1434, al seguito della corte papale che vi soggiornò a lungo, anche per partecipare al Concilio che si teneva in quegli anni.
Qui si avvicinò all'opera dei novatori fiorentini (Filippo Brunelleschi, Donatello e Masaccio), con i quali condivideva l'interesse per l'umanesimo e per l'arte classica. Alberti fu il primo a dare una sistemazione teorica scritta alle innovazioni di questi maestri nelle discipline artistiche. Il De pictura fu la prima trattazione di una disciplina artistica non intesa solo come tecnica manuale, ma anche come ricerca intellettuale e culturale,[5] e sarebbe difficile da immaginare fuori dallo straordinario contesto fiorentino e scritta da un autore diverso da Alberti, grande intellettuale umanista, ma artista egli stesso, anche se una sua attività nel campo delle arti figurative è ancora da dimostrare, nonostante poco lusinghieri riferimenti del Vasari. In particolare, nel De pictura l'Alberti si prefiggeva di dare una regola e una sistemazione alle arti figurative, anche attraverso la geometria, e con finalità probabilmente didattiche. Il trattato conteneva quindi un'analisi di tutta la tecnica e la teoria pittorica fino ad allora conosciuta, con una sistematicità che superava i precedenti prontuari medievali ed opere come il Libro dell'arte di Cennino Cennini di pochi decenni prima.
Il trattato è organizzato in tre "libri":
Da notare nel trattato alcuni riferimenti a Vitruvio che potrebbero indicare in Alberti interessi verso l'architettura fin dagli anni '30 del XV secolo.
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