Daniel Bensaïd
filosofo francese Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Daniel Bensaïd (Tolosa, 25 marzo 1946 – Parigi, 12 gennaio 2010) è stato un filosofo, attivista e saggista francese.
Nato a Tolosa, nel dipartimento dell'Alta Garonna (nell'Occitania francese), da padre algerino originario di Orano e da madre francese, ambedue di origine ebraica[1], è stato studente della Scuola normale di Saint-Cloud. Ha partecipato al movimento del Maggio francese del 1968 durante i suoi studi all'Università parigina di Nanterre, quando era militante della Jeunesse communiste révolutionnaire (JCR), al fianco di Alain Krivine. Dal 1969 ha fatto parte del gruppo dirigente della Lega Comunista con, tra gli altri, lo stesso Alain Krivine ed Henri Weber.
Bensaïd è stato uno dei principali teorici della Ligue communiste révolutionnaire e membro del Segretariato Unificato della IV Internazionale. La sua influenza, politica e teorica lo ha reso uno dei maggiori esponenti della cultura comunista di ispirazione trotskista e anti-stalinista a livello mondiale. È stato, fino all'anno della morte, professore di Filosofia all'Università di Parigi VIII.
È conosciuto per i suoi studi su Walter Benjamin e Karl Marx, oltre che per un'analisi sul post-modernismo francese.
Ha scritto regolarmente articoli per il periodico La gauche, mensile legato alla IV Internazionale; è anche stato anche membro dell'Istituto Internazionale per la Ricerca e la Formazione.
In occasione delle elezioni politiche in Italia del 2008 ha sottoscritto, assieme ad altri nomi della cultura e della politica internazionale (Noam Chomsky, Richard Stallman, Howard Zinn, Michel Onfray, Ken Loach, Gilbert Achcar ed altri) un appello promosso da Sinistra Critica.
È scomparso all'età di 63 anni nel gennaio 2010, per le complicazioni dell'Aids e di un tumore[2][3].
Poco dopo la sua morte, la rivista italiana Erre gli ha dedicato l'intero numero del febbraio 2010[4], con numerosi scritti su e di lui.
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