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La credibilità è la qualità, attribuita ad una fonte o a un messaggio, che misura la disponibilità del destinatario ad accettare le affermazioni ricevute. Essa comprende una componente oggettiva ed una soggettiva. Un'informazione, un documento, una statistica, un esperto, etc, saranno giudicati più o meno credibili in base all'idea che il ricevente ha del livello di veridicità e/o di verificabilità della fonte, della persona o dell'istituzione di cui fa parte, e per estensione, del livello generale di fiducia che ripone in essi.
La definizione di credibilità risale alla Retorica di Aristotele (I, 2, 1356a1-20). Aristotele divide i mezzi di persuasione in tre categorie: la credibilità della fonte (Ethos), gli appelli emotivi o motivazionali (Pathos), e la logica utilizzata per sostenere un'affermazione (Logos). Secondo Aristotele, il termine Ethos ha due componenti chiave: affidabilità e competenza. Esse si basano sia su fattori soggettivi, sia su caratteristiche oggettive della fonte o del messaggio (ad esempio, credenziali, certificazione o qualità delle informazioni).
«Inimico testi credi non oportet»
«Non è opportuno credere ad un testimone nemico (di una parte in causa)»
La credibilità come termine legale può essere usata sia per descrivere l'attendibilità di un testimone sia della sua testimonianza in un procedimento giudiziario. Per esempio, un testimone non è credibile se ha un interesse anche solo potenziale nella causa. D'altra parte, anche un testimone credibile può non essere in grado di fornire una testimonianza attendibile (cioè una dichiarazione precisa, completa e priva di contraddizioni), per esempio su un evento verificatosi molti anni prima.
Nel tentativo di ricondurre la credibilità ad un contesto misurabile, la Teoria dei giochi cerca di verificare e quantificare la credibilità dell'avversario attraverso i tentativi di gioco. In particolare, la credibilità indica la convinzione che gli annunci dell'avversario si realizzeranno effettivamente. Uno dei punti chiave è che "la credibilità deve essere guadagnata".[1]
I mezzi di informazione mettono a disposizione di tutti una grande mole e una grande varietà di informazioni e punti di vista diversi. Tra la loro pubblicazione e la fruizione spesso esiste un filtro non basato sulla veridicità delle informazioni e sulla competenza del relatore, ma sull'attività di giornalisti e motori di ricerca personalizzati non adeguatamente verificati. Le bolle di filtraggio che vengono a crearsi aumentano notevolmente gli errori di conferma, in quanto è possibile trovare esclusivamente fonti che sostengano la propria opinione di partenza.
Questo, nella necessità di valutare la situazione, e prendere decisioni su sistemi anche complessi (per esempio ambiente, clima, biodiversità) aumenta l'importanza di una valutazione della credibilità dell'informazione. Tuttavia, non esiste un metodo universalmente valido, ma solo un gran numero di indicatori.
indicatore | Indicatore di credibilità | Indicatore di una mancanza di credibilità |
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False conclusioni e distorsioni cognitive |
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