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farmaco contraccettivo ormonale Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
La pillola anticoncezionale o pillola contraccettiva è un farmaco contraccettivo ormonale. Si tratta del metodo contraccettivo reversibile con la più alta percentuale di efficacia.
La pillola contraccettiva agisce grazie alla combinazione di piccole quantità di un estrogeno (generalmente etinilestradiolo) e di un progestinico. L'assunzione quotidiana di questi due ormoni inibisce gli eventi ormonali che inducono l'ovulazione.
Il meccanismo dell'ovulazione è controllato da un complesso sistema ormonale a tre livelli: nel sistema nervoso centrale l'ipotalamo produce, con una modalità pulsatoria, un ormone detto GnRH (ormone di rilascio delle gonadotropine); questo agisce sull'ipofisi anteriore inducendo la produzione di due ormoni, detti FSH (ormone follicolo-stimolante) e LH (ormone luteinizzante), che agiscono sull'ovaio determinando gli eventi che portano alla maturazione del follicolo e all'ovulazione.
All'inizio del ciclo mestruale, nella fase follicolare, i livelli di FSH aumentano, favorendo lo sviluppo del follicolo ovarico e stimolando la produzione di estrogeni nell'ovaio. Già verso il termine della fase follicolare i livelli di FSH prodotto iniziano a diminuire, mentre aumentano quelli dell'LH: quest'ultimo raggiunge un picco intorno al 14º giorno del ciclo, provocando l'ovulazione.
La secrezione degli ormoni FSH e LH nell'ipofisi è soggetta ad un meccanismo di controllo da parte dell'estradiolo prodotto dall'ovaio: infatti ad un aumento della produzione di estradiolo corrisponde una riduzione nella secrezione di FSH, probabilmente dovuta a una ridotta sensibilità delle cellule ipofisarie all'ormone stimolante (GnRH). Questo meccanismo di controllo è detto feedback negativo. Allo stesso modo, il progesterone prodotto dall'ovaio inibisce il rilascio di LH.
L'estrogeno ed il progestinico contenuti nella pillola, simulando gli ormoni naturali, sfruttano il feedback negativo, portando così a una ridotta secrezione di FSH e soprattutto di LH da parte dell'ipofisi. La riduzione dei livelli plasmatici di FSH inibisce lo sviluppo del follicolo, impedendo così il normale aumento dei livelli di estradiolo. Il feedback negativo del progestinico impedisce il picco di LH a metà ciclo: questo fatto, insieme all'arresto dello sviluppo follicolare, previene l'ovulazione.
Oltre a sopprimere l'ovulazione, la pillola è causa di meccanismi contraccettivi accessori che ne aumentano la sicurezza: provoca infatti l'ispessimento della mucosa cervicale, rendendo così difficoltoso il passaggio degli spermatozoi attraverso la cervice.
Alcuni scienziati sostengono che le possibilità di ovulazione durante l'assunzione della pillola anticoncezionale siano molto ridotte. Da questo concludono che è improbabile che le modifiche all'endometrio possano giocare un ruolo rilevante nell'efficacia del farmaco.[1] Altri presentano analisi più complesse per smentire la sussistenza di questi effetti[2], mentre altri scienziati ancora sostengono che i dati di cui si dispone confermino tali meccanismi.[3]
Esistono diversi tipi di pillola, classificabili in base al contenuto ormonale (progestinico e/o estrogeno) e, nel caso di un'associazione estro-progestinica (estrogeno + progestinico, la più frequente), in base al dosaggio delle due sostanze. Tale dosaggio può essere fisso per l'intero ciclo (in tal caso tutte le compresse contenute nella confezione avranno identica composizione) oppure variare di settimana in settimana. Nel primo caso si parla di associazione monofasica; diversamente si possono avere associazioni bifasiche (un dosaggio per i giorni da 1 a 10 e un altro per i giorni da 11 a 21) o trifasiche (tre dosaggi diversi nel corso dei 21 giorni di terapia).[4] Le pillole contraccettive che hanno come principio attivo l'associazione estro-progestinica sono detti anche COC (Combined oral contraceptive), le pillole contraccettive che hanno come principio attivo il solo progestinico (pillola progestinica) sono dette anche POP (Progestin-Only Pill).
In ogni caso, dopo 21 giorni di assunzione (in alcuni casi - es. pillola Minesse - dopo 24), la pillola estroprogestinica viene sospesa (o a volte sostituita con placebo) per 7 giorni (4 per le pillole da 24 giorni). Durante questo intervallo dovrebbe manifestarsi il cosiddetto "sanguinamento da sospensione", simile a una mestruazione. Terminati i 7 (o 4) giorni, l'assunzione della pillola riprende per un nuovo ciclo.[5]
Gli ormoni come possibilità anticoncezionale furono proposti in medicina per la prima volta nel 1931 dal ginecologo austriaco Ludwig Haberlandt, ma l'idea fu completamente ignorata. Soltanto nel 1958 biologi (tra cui Chang, García, Rice-Wray, Rock e Pincus) della Worcester Foundation for Biomedical Research e altre istituzioni statunitensi sperimentarono con successo la prima pillola, che fu approvata e commercializzata negli USA due anni dopo con il nome di Enovid (composizione: 150 mcg di mestranolo e 9,85 mg di noretinodrel). In Europa la pillola arrivò nel 1961 sotto un altro nome e un'altra composizione: Anovlar (5 mg di etinil-estradiolo e 4 mg di noretisterone acetato).[6]
Oggi è utilizzata da più di 100 milioni di donne nel mondo[7]. L'utilizzo varia molto in base all'età, all'educazione, allo stato civile, alle tradizioni culturali ed alla nazione di appartenenza: un quarto delle donne tra i 16 e i 49 anni nel Regno Unito usa correntemente la pillola, mentre in Giappone ne fa uso solo l'1%. Secondo i dati delle Nazioni Unite, nei paesi sviluppati la prevalenza d'uso è di circa il 18% delle donne[8], rispetto ad un 7% delle donne nei paesi in via di sviluppo.
In Italia il 16,2% delle donne tra i 15 e i 44 anni utilizza la pillola (14º posto in Europa, davanti solo a Spagna, Slovacchia, Polonia e Grecia).
Il maggiore uso della pillola in Italia è in Sardegna, dove il 30,3% delle donne la utilizza[9][10]
La pillola anticoncezionale non è utilizzata ai soli fini contraccettivi; può infatti essere prescritta per il trattamento di alcune patologie, come la sindrome dell'ovaio policistico, l'endometriosi, l'adenomiosi, l'anemia causata dalle mestruazioni, e le mestruazioni dolorose (dismenorrea). Inoltre, i contraccettivi orali spesso sono prescritti per curare forme di acne lievi o moderate.[11] La pillola può anche indurre le mestruazioni a intervalli regolari nelle donne disturbate da cicli mestruali irregolari e da alcune patologie caratterizzate da sanguinamento uterino disfunzionale.
L'uso della pillola comporta i seguenti vantaggi:[12]
L'uso della pillola può comportare i seguenti svantaggi[21]:
La pillola è stata dapprima approvata per uso contraccettivo negli Stati Uniti d'America nel 1960, ed in seguito è divenuta molto popolare.
Dopo la sua introduzione, la pillola anticoncezionale ebbe un grande impatto sociale. In primo luogo, era molto più efficace di qualsiasi precedente metodo di controllo delle nascite, dando alle donne il controllo sulla propria fertilità. L'utilizzo non richiedeva particolari accorgimenti al momento dell'attività sessuale che potessero interferirne con la spontaneità o le sensazioni. Questa combinazione di fattori rese la pillola immensamente popolare in pochi anni dalla sua introduzione.
Poiché la pillola era così efficace, e presto fu anche così diffusa, in breve tempo si sollevò il dibattito attorno alla morale e alle conseguenze per la salute del sesso pre-matrimoniale e della promiscuità. Mai prima di allora l'attività sessuale e la riproduzione furono così separate. Per una coppia che usava la pillola, copulare divenne puramente un'espressione di amore, o un modo per cercare il piacere fisico, o entrambi; ma non significava più riprodursi. Mentre questo era vero anche per i precedenti contraccettivi, la loro relativa alta fallibilità e la loro scarsa diffusione mancarono di enfatizzare questa distinzione così chiaramente come fece la pillola. La diffusione di un contraccettivo orale portò molte figure religiose e istituzioni a dibattere attorno al tema della sessualità e della relazione con la procreazione. La Chiesa cattolica in particolare ripropose l'insegnamento tradizionale cattolico circa il controllo delle nascite e nel 1968 papa Paolo VI pubblicò l'enciclica Humanae Vitae[37]. L'enciclica reiterò l'insegnamento tradizionale cattolico secondo il quale la contraccezione artificiale distorcerebbe la natura e gli obiettivi del sesso[38]. Nella stessa enciclica è però ribadita la liceità dell'utilizzo della pillola anticoncezionale, come di ogni farmaco che abbia questo effetto, se usata per il trattamento di patologie, quindi considerando l'effetto anticoncezionale solo come collaterale[39].
Nonostante ciò il 10 marzo 1971 in Italia la Corte Costituzionale annulla l'articolo 553 del codice penale che vieta la produzione, il commercio e la pubblicità degli anticoncezionali; grazie soprattutto alla battaglia condotta dall'Associazione italiana per l'educazione demografica (AIED) la pillola non è più clandestina.
Allo stesso tempo, la società stava cominciando a prendere coscienza dell'impatto della pillola sui tradizionali ruoli di genere; secondo studi di economia politica, la diffusione della pillola ebbe effetti significativi sulla rimodulazione dei rapporti socio-economici di genere, aumentando in breve tempo ed maniera strutturale il numero di donne che, tramite scelte più autonome relative alla propria vita famigliare, potevano raggiungere livelli più elevati di studio e di carriera[40].
Negli anni ottanta e novanta, nuovi studi e una progressiva riduzione del contenuto ormonale delle pillole contraccettive in commercio (ne esistono diverse tipologie, con differenti indicazioni di utilizzo ed effetti collaterali variamente significativi), scongiurarono le principali preoccupazioni per la salute della donna sollevate negli anni precedenti.
Oggi si ritiene l'utilizzo corretto della pillola come il più efficace metodo contraccettivo esistente, il cui uso può essere protratto anche molto a lungo senza rischi, se non per alcune particolari categorie di donne (quali quelle affette da malattie cardiovascolari), e con alcuni vantaggi in relazione alla significativa riduzione dell'incidenza di alcuni tipi di tumore[20].
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