Città e villaggi arabi spopolati durante la guerra arabo-israeliana del 1948
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Assommano a circa 400 le città e villaggi arabi spopolati durante la guerra arabo-israeliana del 1948, che hanno provocato l'esodo delle loro popolazioni. Alcune località furono interamente distrutte e rese inabitabili;[1][2] altre restarono abitate da poche centinaia di residenti e furono ripopolate da immigranti ebrei e successivamente chiamate in modo diverso, secondo le tradizioni storico-culturali ebraiche.
Queste aree, che entrarono a far parte dello Stato d'Israele, mantennero un'esigua presenza araba in circa 100 villaggi e due città. Gli arabi palestinesi rimasero in piccolo numero in alcune città più importanti e popolose (Haifa, Giaffa e Acri); e Gerusalemme fu divisa tra Transgiordania (presto diventata Giordania) e Israele stessa. Quasi 30 000 palestinesi rimasero nella Città Santa, in quella che divenne nota come "parte araba" di Gerusalemme (o, semplicemente, Gerusalemme Est). All'incirca 30 000 rifugiati non-ebrei si sistemarono del pari a Gerusalemme Est, mentre 5 000 rifugiati ebrei si spostarono dalla parte orientale della Città Santa in quella occidentale ebraica. Un numero enorme di residenti arabi, e altre componenti non-ebraiche - come greci e armeni, che vivevano nelle città entrate a far parte dello Stato d'Israele (Acri, Haifa, Safad, Tiberiade, al-Majdal Asqalan, Beersheba, Giaffa e Beisan) - fuggirono o furono espulsi. Molti dei palestinesi dei villaggi vicini che erano rimasti, furono sistemati all'interno d'Israele e classificati come "Presenti assenti".[3]
Vi sono più di libri e resoconti riguardanti i villaggi palestinesi che documentano la storia dello spopolamento provocato dalle forze israeliane. Queste pubblicazioni sono basati sulle testimonianze concesse dagli abitanti di quei villaggi.[4]
Le città e i villaggi sottoelencati sono ricordati secondo l'articolazione in sotto-distretti redatta dall'amministrazione mandataria.
«About 400 villages and towns were depopulated in the course of the war and its immediate aftermath. By mid-1949, the majority of these sites were either completely or partly in ruins and uninhabitable.»
«Of the 418 depopulated villages, 293 (70%) were totally destroyed and 90 (22%) were largely destroyed. Seven survived, including 'Ayn Karim (west of Jerusalem), but were taken by Israeli settlers.»
Morris, Benny, The Birth of the Palestinian Refugee Problem Revisited. Cambridge University Press, 2004. Si vedano in particolare le pp. xiv–xviii, in cui Morris elenca 389 villaggi palestinesi spopolati per massacri, espulsioni, attacchi militari, o abbandono da parte dei relativi abitanti.
Morris, Benny, 1948: The First Arab–Israeli War, Yale University Press, 2008.
Khalidi, Walid (ed.), All That Remains: The Palestinian Villages Occupied and Depopulated by Israel in 1948, Institute for Palestine Studies 1992, 2006.
Davis, Rochelle A. (2011), Palestinian Village Histories: Geographies of the Displaced, Stanford, CA, Stanford University Press. ISBN 978-0-8047-7312-6.