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tecnica usata per realizzare i cosiddetti "effetti di Keying" Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Un intarsio a chiave di colore, per brevità chiave cromatica (dall'inglese: chroma key[1]), è una delle tecniche usate per realizzare effetti di sovrapposizione di due diverse immagini o due diversi video.
A seconda del colore, è anche detto green screen o blue screen (in italiano, rispettivamente, sfondo verde o sfondo blu). Con questa tecnica si può rimuovere il colore di sfondo della prima immagine e sostituirlo con qualsiasi altra immagine, come nel caso delle trasmissioni televisive delle previsioni del tempo.
Gli effetti speciali basati su questo principio sono l'effetto di keying, come la chiave di luminanza e l'effetto matte.
Il chroma key unisce due registrazioni video, una delle quali contiene un particolare colore (ad esempio, il verde), detto appunto chroma key: il primo video viene usato come sfondo, può essere preparato in precedenza ed essere artificiale, mentre il secondo video riprende una persona che si muove davanti ad uno sfondo di colore uniforme (il colore chiave). Il mixer unisce i due filmati e produce in uscita un video della persona che si muove davanti allo sfondo artificiale.
Perché l'effetto riesca, è necessario che nel filmato con la persona non vengano resi visibili elementi con colore uguale a quello chiave, in quanto nel video mixato essi verrebbero "bucati" dal chroma key, cioè risulterebbero trasparenti ed uguali allo sfondo retrostante, dando agli spettatori una sensazione di irrealtà. È anche necessario che i contorni fra lo sfondo e il soggetto in primo piano siano netti (senza sfumature o ombre), altrimenti si ottiene una sorta di "effetto neve" tra i bordi delle due immagini sovrapposte.
Negli anni '90 il comico italiano Teo Teocoli utilizzava questo effetto in maniera volutamente errata nelle sue gag in cui interpretava l'esperto di calcio napoletano Felice Caccamo, venendo ripreso in chiave cromatica con un panorama di Napoli come sfondo ed indossando una cravatta del colore chiave, che veniva "bucata" dalla telecamera.
Il chroma key si usa per ambientare soggetti e oggetti su sfondi virtuali, aggiunti successivamente, che possono essere di due tipi:
In quest'ultimo caso lo sfondo può essere statico, come durante le previsioni del tempo, oppure può essere calcolato dinamicamente, in base al movimento della camera che riprende il soggetto in primo piano, dando l'illusione di una scenografia virtuale o di uno studio televisivo tridimensionale, completamente virtuale.[2]
La tecnica del chroma key ebbe una prima versione con lo sfondo blu (blue screen) grazie al quale alle scene con gli attori venivano integrate scene girate altrove. A partire dal 1970 il blue screen è stato gradualmente sostituito dal green screen (codice colore: verde Pantone 354), più adatto alle telecamere digitali.
Per rendere efficace il risultato di questa tecnica sono necessari alcuni accorgimenti, tra cui:
Le tecniche ideali per realizzare un totale con colore chiave sono due, diametralmente opposte:
Nel cinema la tecnica del colore chiave è stata usata in passato soprattutto per film a basso costo, per via dei suoi grossi limiti qualitativi:
Per tutte queste ragioni questa tecnica viene solitamente usata per fondali lontani, di contorno o contesto, in secondo piano (o oltre) rispetto ad elementi reali che riempiono un primo sfondo della scena, più a fuoco e meno in contrasto con la precisione di bordo.
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