Chiesa di Sant'Antonino Martire (Grumento Nova)
chiesa a Grumento Nova Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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La chiesa di Sant'Antonino Martire è la parrocchiale di Grumento Nova, in provincia di Potenza e arcidiocesi di Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo[1][2]; fa parte della zona pastorale della Val d'Agri.
Chiesa di Sant'Antonino Martire | |
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Stato | Italia |
Regione | Basilicata |
Località | Grumento Nova |
Indirizzo | salita Don Vito Palermo |
Coordinate | 40°17′15.2″N 15°53′30.3″E |
Titolare | sant'Antonino di Apamea |
Arcidiocesi | Potenza-Muro Lucano-Marsico Nuovo |
Completamento | XIX secolo |
Le prime notizie su un luogo di culto intitolato a sant'Antonino[nota 1] risalgono al 1118 e sono contenute in una lapide; questa chiesa era sorta presumibilmente sui resti di un antico tempio pagano del III-XIV secolo ed era dedicato al dio Serapide[1].
L'evento sismico del 1857 distrusse completamente la chiesa, la quale venne poi riedificata in stile neoclassico; dieci anni dopo, nel 1867, a causa di una controversia tra l'arciprete e il vescovo di Marsico Nuovo, alla parrocchiale fu revocato il titolo di collegiata[1].
Nel 1975 si procedette all'adeguamento liturgico secondo le norme postconciliari mediante l'aggiunta dell'altare rivolto verso l'assemblea; il terremoto dell'Irpinia del 1980 arrecò all'edificio diverse lesioni che furono poi sanate con un restauro conclusosi entro la metà del decennio[1].
Tra il 2013 e il 2014 venne eseguito il rifacimento intero dell'impianto termico e di quello elettrico[1].
La facciata a capanna della chiesa, rivolta a sudovest, è suddivisa da una cornice in due registri, entrambi scanditi da quattro lesene; quello inferiore presenta centralmente il portale d'ingresso timpanato e ai lati due nicchie, mentre quello superiore è caratterizzato da una finestra e coronato dal frontone triangolare al di sopra del quale si eleva il campaniletto a vela[1].
Annesso alla parrocchiale è il campanile a base quadrata, la cui cella presenta su ogni lato una monofora a tutto sesto ed è coperta dal tetto a quattro falde[1].
L'interno dell'edificio, la cui pianta è a croce latina, si compone di un'unica navata, con soffitto piano, sulla quale si affacciano i modesti sfondamenti laterali e i bracci del transetto, introdotti da archi a tutto sesto, e le cui pareti sono scandite da lesene sorreggenti la trabeazione modanata e aggettante sopra la quale si eleva un registro attico caratterizzato dalle finestre[1].
Qui sono conservate diverse opere di pregio, tra le quali alcuni lacerti di affreschi del Cinquecento e un dipinto avente come soggetto l'Ultima Cena, risalente al XIX secolo[3]
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