Chiesa di San Giovanni della Ficozza
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La chiesa di San Giovanni della Ficozza è una chiesa sconsacrata di Roma, nel rione Trevi, in via dei Maroniti. È conosciuta come la chiesa dei Maroniti.
Ex chiesa di San Giovanni della Ficozza | |
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Stato | Italia |
Regione | Lazio |
Località | Roma |
Coordinate | 41°54′07.6″N 12°29′05″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Giovanni Battista |
Diocesi | Roma |
Consacrazione | 1846 |
Stile architettonico | barocco |
Inizio costruzione | XII secolo |
Completamento | XVIII secolo |
Storia
Riepilogo
Prospettiva
Essa è attestata per la prima volta in un documento della fine del XII secolo e conservato nell'archivio di San Silvestro in Capite. Il nome deriva da un certo Cecco Ficoccia (Ceccus de Ficocia) che con i suoi soldi contribuì alla costruzione della chiesa. Nel 1584 Gregorio XIII fece costruire accanto alla chiesa il Collegio dei Maroniti, i quali officiarono la chiesa fino agli inizi del XIX secolo.
L'Armellini riporta, nel suo libro, il testo di una relazione fatta dopo una visita alla chiesa e risalente al 1662:
«Il collegio è situato nel rione di Trevi con una piazzetta in fronte verso ponente. Nel lato di mezzogiorno confina col collegio dei signori Mattei; a tramontana col palazzo dei signori Buratti, a levante con casipole d’un quartiero di soldati e d’altra poveraglia. La chiesa è lateralmente congiunta al collegio: fino ab antico è parrocchiale, et il volgo gli diceva s. Giovanni della Ficoccia. Il papa Gregorio XIII ne trasferì la cura a s. Andrea delle Fratte. Non vi è che un altare con il quadro del santo titolare, due come sepolture, una campana. Il collegio è fatto di due cameroni per otto alunni ciascuno.»
Durante l'epoca napoleonica l'intero complesso venne adibito ad usi civili, finché nel 1846 Pio IX riconsacrò la chiesa e destinò il collegio annesso al seminario polacco-sloveno. Dopo l'unità d'Italia (1870) chiesa e collegio furono nuovamente destinati ad usi civili. Oggi l'antica navata è occupata da locali pubblici: al suo interno sono ancora ben visibili e conservati l'abside, la cantoria, alcune nicchie laterali ed è stata dotata di alcuni affreschi su soffitto e sulle pareti di gusto barocco.
Bibliografia
- M. Armellini, Le chiese di Roma dal secolo IV al XIX, Roma 1891, pp. 272–273
- C. Hülsen, Le Chiese di Roma nel Medio Evo, Firenze 1927, pp. 276–277
- F. Titi, Descrizione delle Pitture, Sculture e Architetture esposte in Roma, Roma 1763, p. 330
- C. Rendina, Le Chiese di Roma, Newton & Compton Editori, Milano 2000, 133
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