Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine (Soragna)
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La chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine è un luogo di culto cattolico dalle forme neoclassiche situato in via Castellina Santa Maria 32/a a Castellina, frazione di Soragna, in provincia e diocesi di Parma; fa parte della zona pastorale di Fontanellato-Fontevivo-Noceto-Soragna.
Chiesa dell'Annunciazione di Maria Vergine | |
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Facciata | |
Stato | Italia |
Regione | Emilia-Romagna |
Località | Castellina (Soragna) |
Indirizzo | via Castellina Santa Maria 32/a |
Coordinate | 44°54′55.26″N 10°06′35.42″E |
Religione | cattolica di rito romano |
Titolare | Annunciazione di Maria Vergine |
Diocesi | Parma |
Stile architettonico | neoclassico |
Inizio costruzione | entro il XIII secolo |
Completamento | 1803 |
L'originario luogo di culto fu edificato in epoca medievale; la prima testimonianza della sua esistenza[1] risale al 1230.[2]
La chiesa collegiata, dotata di fonte battesimale, mantenne a lungo una notevole importanza nella zona, in quanto sede di prevostura.[3]
Tra il 1752 e il 1756 l'edificio fu completamente ristrutturato, riutilizzando parte dei materiali recuperati dalla demolizione del vicino castello di Castellina.[3]
Nel 1803 la facciata fu ricostruita dal mastro Ilario Ferramola in forme neoclassiche, seppur riprendendo alcuni elementi barocchi tipici dello stile di Ottavio Bettoli.[2]
Nel 1874 fu modificata la zona del presbiterio, sostituendo l'altare maggiore in legno con uno in marmi policromi e aggiungendo la balaustra.[2]
Il 22 ottobre del 1901 il vicino torrente Stirone straripò allagando anche gli interni della chiesa; l'anno seguente furono eseguiti i lavori di rifacimento della pavimentazione.[2]
Nel 1909 il campanile fu sopraelevato fino all'altezza di 36 m, su progetto del capomastro Luigi Pedretti.[2]
Tra il 2007 e il 2008 il tetto del luogo di culto fu completamente risistemato.[2]
La chiesa si sviluppa su un impianto basilicale a tre navate affiancate da due cappelle su ogni lato, con ingresso a ovest e presbiterio a est.[2]
La simmetrica facciata a salienti, interamente intonacata, è scandita verticalmente in tre parti da quattro alte lesene coronate da capitelli dorici. Nel mezzo è collocato l'ampio portale d'ingresso principale, delimitato da una cornice mistilinea e sormontato da un frontone triangolare; più in alto si apre un finestrone rettangolare con cornice mistilinea, sovrastato da un grande orologio; a coronamento si staglia il timpano con cornice modanata, retto da una coppia di lesene scanalate. Ai lati sono posti i due portali d'accesso secondari, delimitati da cornici mistilinee; a coronamento si elevano sul cornicione orizzontale in aggetto due volute concave, che si concludono alle estremità in due piccole guglie.[2]
Dai fianchi aggettano le cappelle laterali; al termine del lato sinistro si innalza su tre ordini sovrapposti il campanile in laterizio, alto 36 m; gli spigoli sono decorati con lesene con capitelli dorici, mentre la cella campanaria si affaccia sulle quattro fronti attraverso ampie monofore ad arco a tutto sesto; in sommità si eleva la lanterna a base ottagonale, sormontata da una guglia conica su tre livelli.[2]
All'interno la navata centrale, coperta da una serie di volte a vela, è separata da quelle laterali da arcate rette da alti pilastri a fascio con capitelli dorici; sui fianchi si aprono le cappelle laterali coronate da volte a botte,[2] contenenti alcuni dipinti di pregio.[3]
Al termine della navata sinistra è collocato all'interno della cantoria neoclassica, realizzata nel 1824 da Giovanni Cavalletti, l'organo a canne.[3]
Il presbiterio, di modeste dimensioni rispetto al resto dell'edificio in quanto probabilmente risalente alla fine del XV secolo, è coperto da una volta a crociera decorata con affreschi; preceduto da una balaustra in marmo, progettata dal pittore Rivara, ospita nel mezzo l'altare maggiore in marmi policromi, anch'esso disegnato dal Rivara e realizzato da Alessandro Monti nel 1874;[2] sul retro si staglia la pala raffigurante l'Annunciazione di Maria, eseguita nei primi anni del XVII secolo da Andrea Mainardi detto "il Chiaveghino".[3]
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