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The Little House (小さいおうち?, Chiisai ouchi) è un film del 2014 diretto da Yōji Yamada.

Fatti in breve Titolo originale, Lingua originale ...
The Little House
Titolo originale小さいおうち
Chiisai ouchi
Lingua originalegiapponese
Paese di produzioneGiappone
Anno2014
Durata136 min
Generedrammatico
RegiaYōji Yamada
SoggettoKyoko Nakajima
SceneggiaturaYōji Yamada e Emiko Hiramatsu
FotografiaMasashi Chikamori
MontaggioIwao Ishii
MusicheJoe Hisaishi
ScenografiaMitsuo Degawa e Daisuke Sue
Interpreti e personaggi
  • Takako Matsu : Tokiko Hirai
  • Haru Kuroki : Taki (giovane)
  • Hidetaka Yoshioka : Itakura
  • Satoshi Tsumabuki : Takeshi
  • Chieko Baishō : Taki (anziana)
  • Takatarō Kataoka : Mr. Hirai
  • Isao Hashizume: Insegnante Konaka
  • Shigeru Muroi: Sadako
  • Shozo Hayashiya: terapista
  • Kazuko Yoshiyuki: moglie di Konaka
  • Tomoko Nakajima: Chikako
  • Lasalle Ishii: presidente della società Yanagi
  • Aki Takejo
  • Nenji Kobayashi
  • Fumino Kimura
  • Takashi Sasano: Hanawa
  • Yui Natsukawa
  • Masakane Yonekura
  • Yukijiro Hotaru: proprietario del bar
  • Yoneko Matsukane: zia di Hanawa
  • Fukutaro Ichikawa: Hirai da giovane
  • Satoshi Akiyama: Hirai bambino
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Il film presenta uno spaccato della società giapponese tra la seconda guerra sino-giapponese e la seconda guerra mondiale, visto dalla prospettiva di un'umile domestica.

La protagonista del film, Haru Kuroki, ha vinto l'Orso d'argento per la migliore attrice al Festival di Berlino del 2014.

Trama

L'anziana Taki muore. Non ha avuto figli e non si è mai sposata. Negli ultimi mesi di vita ha cominciato a scrivere la propria biografia che ora viene consegnata al nipote Takeshi che l'aveva sollecitata a raccontarsi.

Nata nella prefettura di Yamagata, per una ragazza di campagna negli anni trenta c'erano due possibilità: fare la prostituta o fare la domestica. Non essendo particolarmente bella Taki fu destinata a questa seconda opzione che però prevedeva di trasferirsi in città, a Tokyo.

Così la giovane Taki dopo una prima esperienza nella quale era una delle domestiche, viene raccomandata dalla padrona di casa alla sua sorella minore che, con la propria famiglia, ha appena allestito una piccola, moderna e originale casa caratterizzata dal tetto rosso.

Presso gli Hirai Taki si trova subito benissimo affezionandosi al piccolo Kyoichi specie dopo che questo, colto da poliomielite, sembra non essere più in grado di camminare. Con cure amorevoli e specializzandosi nei massaggi, Taki permette al bambino di tornare a camminare restituendogli una fanciullezza che sembrava compromessa. Tokiko e suo marito, un dirigente di un'industria di giocattoli, apprezzano enormemente la dedizione di Taki stringendo un forte legame con lei.

Un giorno il signor Hirai invita a casa un nuovo dipendente della sua azienda, il giovane Shōji Itakura, un artista molto sensibile che si interessa poco di politica e che cattura subito l'interesse di Tokiko.

Inizia così tra i due una frequentazione, prima a distanza, poi ravvicinata, anche perché è lo stesso marito di Tokiko ad incaricarla di aiutare Itakura a trovarsi una moglie.

Dopo che l'"incidente cinese" ha messo già a dura prova l'economia del paese, incombe e poi giunge la seconda guerra mondiale a sconvolgere tutto l'assetto del paese. Tra le altre conseguenze vi è anche il richiamo al fronte di persone in un primo tempo esentate, come appunto Itakura. L'annuncio della sua partenza portato a casa Hirai è un dramma per Tokiko. Shōji saluta tutta la famiglia dovendo prepararsi per partire di lì a due giorni. Tokiko il giorno seguente fa per uscire di casa per andare a dare l'addio al suo amante ma, inaspettatamente, Taki la ferma, contravvenendo al suo compito di serva ubbidiente. Lei informa la signora che la sua relazione è già molto chiacchierata e che anziché esporsi ad un possibile scandalo sarebbe meglio scrivere una missiva al suo amato e far sì che sia lui a raggiungerla, cosa del tutto accettabile per molti motivi. Tokiko si convince e scrive un messaggio che Taki si incarica di recapitare ad Itakura che, però, non verrà a salutarla.

L'impoverimento generale dovuto alla guerra costringerà gli Hirai a fare a meno della domestica e così, con dolore da parte di tutti, Taki tornerà al suo paese e dopo la guerra scoprirà che i due coniugi sono morti sotto i bombardamenti che hanno distrutto completamente la piccola casa.

Takeshi, dopo aver letto il racconto della zia assieme alla sua fidanzata scopre che invece Itakura sopravvisse alla guerra diventando un artista famoso, oggi celebrato con delle mostre in suo onore. Decidono così di cercare Kyoichi, l'unico che potrebbe essere ancora vivo. Ed in effetti così è.

Cieco e su una carrozzina, l'uomo accoglie con piacere il nipote di chi lo curò tanto amorevolmente quando era piccolo. Dopo il racconto della storia della zia, Takeshi apre davanti a Kyoichi una busta intatta che la stessa aveva conservato. Si tratta del messaggio con il quale Tokiko pregava Shōji Itakura di andarla a salutare prima di partire per la guerra. Taki, forse per invidia, non lo consegnò mai. E portò con sé il peso di questo gesto per il resto della sua vita. Kyoichi è addolorato dall'aver appreso che la mamma avesse un amante ma apprezza la volontà dei due giovani di ricostruire il passato della zia, fatto di affetti ed omissioni, conscio dei limiti che tutti gli esseri umani hanno, anche quelli mossi dalle migliori intenzioni.

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Distribuzione

Fu distribuito nelle sale giapponesi il 25 gennaio 2014. In Italia non fu distribuito al cinema, ma trasmesso dalla Rai.[1]

Accoglienza

Critica

«In The Little House convivono più storie, tra passato e presente, narrate da punti di vista sinceri ma sempre personali, parziali, filtrati dal ricordo, velati dalla commozione. [...] Yamada traccia soavemente i contorni di queste avventure sentimentali, tra mani che si sfiorano e malcelati imbarazzi per un massaggio ai piedi, disegnando nel microcosmo della casa dei tetti rossi un rifugio ancor più piccolo: esemplare, in questo senso, la sequenza nella stanza di Kyōichi, con Taki e Tokiko che accolgono tra di loro l'impacciato e sensibile Itakura, mentre Masaki e i suoi colleghi discutono un po' ottusamente di lavoro e politica estera. Tra le pieghe del romanzo di Taki si aprono anche parentesi sulla storia del Giappone, sulla prima parte del complesso periodo Shōwa. Yamada ripercorre gli snodi principali dell'imperialismo e militarismo nipponico attraverso i discorsi di Masaki, i ritagli di giornali, le foto d'epoca, le notizie anche frammentarie dell'evolversi del conflitto sino-giapponese, della Seconda guerra mondiale, della decrescita economica del Sol Levante – i giocattoli in legno sono un capolavoro della narrazione. The Little House rievoca l'incidente in Manciuria, il Manshūkoku, la seconda guerra sino-giapponese, il disastroso conflitto mondiale, la sovrastimata alleanza con la Germania e la sottostimata entrata in campo degli Stati Uniti, fino al bombardamento di Tokyo, fino a Hiroshima e Nagasaki. Fino alle macerie della casa dai tetti rossi. The Little House racconta un'epoca che non c'è più, con tutte le sue contraddizioni, ma è anche la messa in scena di un cinema che forse non rivedremo, ultimo atto della carriera di Yamada, ultimo riflesso della grandezza di Ozu. Difficile imitarli. Di The Little House ci resteranno impressi quei tetti rossi, simbolo di una vitalità gentile, di piccole giornate felici, e la partenza di Taki dalla prefettura di Yamagata, immersa nella neve e messa a dura prova dal vento. Come nei quadri e nei disegni di Itakura, ci sarà spazio per i volti di Taki e Tokiko, così distanti eppure così vicine. Ci resterà quel calore indescrivibile, quelle lacrime strozzate. Yamada ci lascia con un prezioso regalo, riesce a dare corpo al valore del passato e dei ricordi. Il maestro giapponese costruisce un commovente viaggio nella memoria del singolo e della collettività, intrecciando flashback, sovrapponendo precise date e sensazioni sfuggenti. Impreziosito dalla colonna sonora di Joe Hisaishi e dalle performance di Takako Matsu e Haru Kuroki (premiata alla Berlinale come miglior attrice), The Little House è un meraviglioso e struggente addio.»

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Note

Collegamenti esterni

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