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specie di animali della famiglia Canidae Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
Il maikong (Cerdocyon thous Linnaeus, 1766), è un canide cerdocionino originario del Sudamerica, unico rappresentante del genere Cerdocyon. Viene classificato dalla IUCN tra le specie a rischio minimo, dato che è relativamente comune lungo e largo il suo areale e, sebbene non ci siano stime sulle popolazioni, i suoi numeri sono considerati stabili.[2]
Maikong | |
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Maikong in Villamaría, dipartimento di Caldas, Colombia | |
Stato di conservazione | |
Rischio minimo[1] | |
Classificazione scientifica | |
Dominio | Eukaryota |
Regno | Animalia |
Phylum | Chordata |
Classe | Mammalia |
Ordine | Carnivora |
Famiglia | Canidae |
Sottofamiglia | Caninae |
Sottotribù | Cerdocyonina |
Genere | Cerdocyon |
Specie | C. thous |
Nomenclatura binomiale | |
Cerdocyon thous Linnaeus, 1766 | |
Areale | |
Il nome generico Cerdocyon combina le parole greche per "volpe" e "cane", mentre thous significa "sciacallo".[3][4]
Il nome volgare "maikong" deriva da maikang, un sostantivo di origine makuxi.[5] La specie viene anche chiamata karasissi,[6] cerdocione,[7] volpe dei boschi[7], volpe sciacallo,[8] e volpe cancrivora.
Si riteneva, in base a fossili frammentari, che la specie ebbe origine circa 5.3 milioni di anni fa in Nordamerica.[9] Un'analisi delle sequenze delle regioni HV1 e HV2 del DNA mitocondriale del maikong e le licalopecie, però, rivelò che il maikong si divise dalla stirpe delle licalopecie a circa 1-3 milioni di anni fa, dopo la formazione dell'istmo di Panama, e che i fossili precedentemente attribuiti alla specie in Nordamerica appartenessero più probabilmente agli urocioni.[10]
Questo albero filogenetico è basato su una filogenia proposta nel 2005 in base al genoma mitocondriale delle specie odierne:[11]
Veri cani |
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Il maikong è un canide di dimensioni medie, pesante 5-7 chili, con una coda moderatamente folta, spesso scura alla base e presentando una punta nera. La testa è relativamente corta e snella, con un muso lungo e appuntito.[8] I suoi seni frontali sono larghi, e i denti grandi, sebbene i canini non sono particolarmente lunghi. Il cieco è quasi dritto, contrariamente agli altri canidi che ce l'hanno attorcigliato.[12] Il colore della pelliccia varia generalmente dal grigio scuro al nero lungo la schiena, con fianchi e arti grigi o neri, talvolta presentando chiazze gialle o arancioni. La gola e il ventre variano dal crema al camoscio. La specie dimostra un'alta variazione geografica di colore, con esemplari quasi neri segnalati nel Venezuela settentrionale, l'Amazonia e il Brasile centrale, grigio argentato nelle pianure venezuelane, e grigio-giallastro fulvo chiaro nel Ceará.[8]
È un animale monogamo, vivendo in coppia con 1-5 cuccioli di più d'un anno d'età. La grandezza d'un territorio tende a fluttuare stagionalmente, con una notevole contrazione durante le stagioni delle piogge, probabilmente in risposta all'incremento delle fonti di cibo. Produce una cucciolata all'anno, e entrambi i genitori si curano della prole. La gravidanza dura circa 52-59 giorni, e i cuccioli nascono pesanti 120-160 grammi. Cominciano a consumare cibo solido dopo 16-20 giorni, e sviluppano il mantello adulto dopo 45. I cuccioli cresciuti lasciano i genitori all'età di 18-24 mesi. Il maikong normalmente non si scava la propria tana, preferendo riposare e crescere i cuccioli in boscaglia fitta, sebbene sia stato segnalato talvolta ad occupare le tane abbandonate degli armadilli.[8]
I maikong sono piuttosto vocali. Se separati dalla famiglia, ristabiliscono contatto attraverso dei vocalizzi acuti, simili ai cinguetti degli uccelli.[8] Altri vocalizzi segnalati sono ringhi stridenti o soffi quando arrabbiati.[13] William Beebe descrisse come i maikong emettono di notte strilli acuti che egli paragonò ai "gemiti prolungati di una persona in agonia."[5]
Il maikong occupa numerosi habitat diversi, inclusi le paludi, le savane, cerrado, caatinga, le zone transizionali di Gran Chaco-cerrado-caatinga, la boscaglia, i boschi, le foreste aride e semi-decidui, le foreste a galleria, la foresta atlantica, i boschi di Araucaria, le savane isolate entro la pianura amazzonica, e le foreste montane. Ci sono segnalazioni della specie occupando zone a 3,000 m s.l.m.. Si adatta bene alla deforestazione e allo sviluppo agricolo e orticolo. Nelle regioni aride del Chaco in Bolivia, Paraguay e Argentina, esso è limitato alla periferia boscosa e le zone aperte.[2]
È una specie onnivora ed opportunista, la cui dieta include frutta, insetti, anfibi, crostacei, uccelli e carogne. Nelle zone occupate dall'uomo, gran parte della sua dieta consiste in frutti coltivati, pollame domestico e spazzatura. Sul Marajó, il maikong è stato osservato a consumare la ghiaia, probabilmente per estrarne i minerali. È un importante disseminatore di varie piante selvatiche e coltivate.[8]
I maikong sono stati segnalati a essere uccisi e consumati dagli anaconda, gli ocelotti e i cani domestici. È probabile che vengono predati anche dagli jacarè, i caimani dal muso largo, i giaguari e i puma.[8]
Le malattie del maikong sono poco studiate. Sono state segnalate una manciata di casi di rabbia e cimurro, entrambi riconducibili ai cani domestici, e potrebbe svolgere un ruolo limitato nella diffusione di Leishmania infantum. In cattività, dei casi di mortalità sono stati attribuiti alla scabbia, l'echinococcosi, le malattie respiratorie, gli ectoparassiti e la meningite.[8]
Il maikong è relativamente comune, con una distribuzione geografica che comincia dalle regioni costali e montane della Colombia e del Venezuela settentrionale, scendendo a sud alla provincia di Entre Ríos e la parte adiacente di Buenos Aires in Argentina, e dalle colline orientali delle Ande in Bolivia e Argentina alle foreste atlantiche del Brasile orientale. Il suo areale centrale nella pianura amazzonica è limitato alle zone a nordest del Rio delle Amazzoni e Rio Negro, sudest del Rio Amazon e del Rio Araguaia, e a sud di Rio Beni in Bolivia. Fu segnalato nel 1999 in Panama, e ulteriori incrementi nel suo areale sono stati segnalati in Venezuela e Brasile nel 2013, in Argentina nel 2010 e in Colombia nel 2015, con una possibile presenza in Ecuador.[2]
Viene considerato un animale nocivo per il pollame e gli agnelli, perciò è indiscriminatamante soggetto a cattura, uccisione per arma da fuoco o avvelenamento. Fino ai primi anni ottanta, una pelliccia di maikong valeva l'equivalente di 30 dollari americani in Bolivia. È facilmente addomesticato, e i cuccioli vengono spesso catturati e tenuti come animali da compagnia. Certi contadini in Brasile usano le code di maikong come talismani contro i pipistrelli rabbiosi.[8]
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