Cavaso del Tomba
comune italiano Da Wikipedia, l'enciclopedia libera
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Cavàso del Tomba (Cavàs in veneto[5][6]) è un comune italiano di 2 946 abitanti[1] della provincia di Treviso in Veneto.
Cavaso del Tomba comune | |
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Localizzazione | |
Stato | Italia |
Regione | ![]() |
Provincia | Treviso |
Amministrazione | |
Sindaco | Gino Rugolo (centro-destra) dal 27-5-2019 (2º mandato dal 10-6-2024) |
Territorio | |
Coordinate | 45°52′N 11°54′E |
Altitudine | 248 m s.l.m. |
Superficie | 18,97 km² |
Abitanti | 2 946[1] (31-10-2023) |
Densità | 155,3 ab./km² |
Frazioni | Caniezza (sede comunale), Capovilla, Castelcies, Costalunga, Granigo, Obledo, Pieve, Vettorazzi, Virago[2] |
Comuni confinanti | Castelcucco, Monfumo, Pederobba, Possagno, Setteville (BL) |
Altre informazioni | |
Cod. postale | 31034 |
Prefisso | 0423 |
Fuso orario | UTC+1 |
Codice ISTAT | 026014 |
Cod. catastale | C384 |
Targa | TV |
Cl. sismica | zona 2 (sismicità media)[3] |
Cl. climatica | zona E, 2 776 GG[4] |
Nome abitanti | cavasotti o cavasiensi |
Patrono | Madonna della Salute |
Giorno festivo | 21 novembre |
Cartografia | |
![]() | |
Sito istituzionale | |
Si tratta di un comune sparso in quanto sede comunale è la frazione Caniezza.
Il toponimo è attestato per la prima volta in loco Capati (780), quindi de Cavaso (1076) e ancora de Cavasio (1152); sembra riflettere il nome personale latino Capatius.
La specifica è stata aggiunta all'indomani della grande guerra (R. D. 2 luglio 1922 n. 946) in ricordo dei combattimenti che interessarono l'area del monte Tomba[6].
La prima citazione relativa a Cavaso (e al suo colmello Virago) è contenuta in un documento del 780, in cui il chierico Felice donava alla figlia dei terreni in loco Capati, vico Viriacus[7].
Sin dall'epoca medievale la pievania di Cavaso costituiva una sorte di federazione, detta Università, costituita da otto comuni (gli attuali colmelli con l'esclusione di Vettorazzi). Gravitava attorno alla città di Treviso e ne seguì le sorti sino al 1388 quando, come questa, fu definitivamente assoggettata alla Serenissima. Nello stesso periodo, fu soggetta al fenomeno dell'incastellamento e fu controllata dalla famiglia Collalto[7].
La stabilità politica che caratterizzò il periodo veneziano favorì le attività economiche, in particolare l'industria laniera. Il paese prosperò anche durante la guerra della Lega di Cambrai, grazie alla sua posizione defilata rispetto ai campi di battaglia[7].
Ben più gravi i danni provocati dal terremoto di Santa Costanza del 1695[7].
Alla caduta della Repubblica di Venezia seguì il tormentato periodo napoleonico, che vide l'alternarsi delle amministrazioni francese e austriaca. Le guerre e la gravosa tassazione colpirono pesantemente la fiorente economia[7].
Nei decenni successivi Cavaso fu coinvolta solo marginalmente negli eventi storici (ad esempio, non partecipò ai moti del 1848). Ben più rilevante la grande guerra: dopo la rotta di Caporetto, il paese si ritrovò in prima linea e, semidistrutto, dovette essere sgomberato. I profughi poterono tornare solo all'inizio del 1919[7].
Durante la seconda guerra mondiale Cavaso fu teatro della Resistenza, che vide, tra l'altro, l'impiccagione di tredici partigiani arrestati durante l'operazione Piave[7]
«D'argento, al monte di verde, sormontato da una torre merlata di due e coperta, il tutto di rosso, murata, chiusa e finestrata di nero; al capo d'azzurro. Corona da Comune.»
Il gonfalone è un drappo di azzurro.
Abitanti censiti[9]
Al 31 dicembre 2023 gli stranieri residenti nel comune erano 259, ovvero il 8,8% della popolazione. Di seguito sono riportati i gruppi più consistenti[10]:[11]
L’economia locale non ha abbandonato l’agricoltura: si coltivano cereali, ortaggi, foraggi, viti e frutteti. È praticato anche l’allevamento, soprattutto di bovini e avicoli. L’industria è rappresentata da aziende lattiero-casearie, fabbriche meccaniche, metalmeccaniche, tessili, di abbigliamento, di calzature, del legno, del vetro e di materiali da costruzione; a queste si affiancano mobilifici e imprese edili. Prodotti tipici della gastronomia locale sono: la frittata alle erbe, la “soppressa” (insaccato), la polenta con “osei”, le castagne.[12]
Il comune è suddiviso nove frazioni, definite "colmelli" dallo statuto comunale.
All'altezza di Pederobba dalla Feltrina si dirama la strada "Valcavasia" che collega il paese a Possagno e infine a Bassano del Grappa. Cavaso del Tomba è collegata al centro di Montebelluna dalla linea n.191-192 di autobus della MOM: Montebelluna-Pederobba-Cavaso-Maser-Montebelluna.[14]
Periodo | Primo cittadino | Partito | Carica | Note | |
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13 giugno 2004 | 7 giugno 2009 | Massimo Damini | lista civica | Sindaco | |
7 giugno 2009 | 26 maggio 2019 | Giuseppe Scriminich | lista civica | Sindaco | |
27 maggio 2019 | in carica | Gino Rugolo | Lega per Salvini premier | Sindaco |
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