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Il kit di pronto soccorso, cassetta di pronto soccorso, cassetta del pronto soccorso,[1] equipaggiamento di pronto soccorso o kit medico è una raccolta di materiali necessari per un primo sommario trattamento di un infortunato, detto primo soccorso. Un minimo di attrezzatura per il primo soccorso è indispensabile in casa, in garage, nell'automobile, sul lavoro e dovunque si svolge un'attività anche solo saltuariamente; negli ambienti sportivi e di lavoro, le dotazioni sono regolate da precise normative.
L'attrezzatura inclusa nel kit di pronto soccorso è varia e dipende dal tipo di rischio prevalente, dal numero di persone presenti e dal tipo di soccorso che può essere necessario prestare. Per esempio, in un miniappartamento in zona sciistica è opportuno che vi siano stecche e materiale per immobilizzare un arto fratturato, in presenza di bambini sono utili cerotti di ogni dimensione, ecc...
Ognuno può personalizzare a proprio piacimento il proprio kit, a meno che esso non debba seguire precise normative (per esempio i kit per veicoli obbligatori in certe nazioni). Esistono in commercio dei kit già pronti all'uso, contenenti il necessario per le occasioni previste.
Se si tengono medicinali, aghi o altri oggetti pericolosi, è opportuno limitare l'accesso al kit (chiudendolo a chiave se possibile) per evitare incidenti ai bambini; tali tutele non devono però intralciare eccessivamente l'accesso, poiché in momenti d'emergenza dev'essere comunque fruibile
I medicinali hanno una validità limitata, così come la garanzia di sterilità di garze o altro: questi materiali vanno sostituiti entro la data di scadenza.
È il tipo più pratico da portare con sé in quanto, generalmente, si tratta di sacchette di piccole o medie dimensioni; i tipi più diffusi sono infatti dedicati a cicli, motocicli, autovetture ed escursionisti. Per quanto riguarda, per esempio, i cicli e motocicli, il contenuto è più ricco di garze di grandi dimensioni, presumendo che un motociclista possa subire più danni da sfregamento rispetto ad un automobilista.
Generalmente questo tipo kit è riconoscibile perché è contenuto in un involucro rosso, meno spesso verde.[2]
In questo caso il materiale è raccolto in una cassetta rigida portatile, spesso di plastica o metallo, talvolta provvista di maniglia per un trasporto più agevole.
Generalmente questo tipo di kit è contenuto in cassette di colore arancione[3], più difficilmente di colore rosso e sporadicamente di colore bianco.[2]
È il tipo più diffuso nei luoghi di lavoro. Si tratta di un armadietto fissato al muro o appoggiato a terra, se di grandi dimensioni, che può avere una capacità contenitiva notevolmente superiore ai due tipi precedenti, in quanto essendo fisso non ha limiti di dimensione o di peso per la trasportabilità. La caratteristica di essere fisso è tuttavia uno svantaggio, in quanto impone il trasporto fino ad esso del ferito o il trasporto dell'occorrente fino a destinazione.
Generalmente questa tipologia di contenitore è di colore bianco.[2]
La posizione dei kit di primo soccorso è individuabile seguendo questi simboli:
Tipicamente il simbolo ISO è più utilizzato in Unione europea, mentre negli Stati Uniti d'America è comune il simbolo internazionale di soccorso.
Nonostante il simbolo della Croce Rossa sia vietato in base alla convenzione di Ginevra[4], il simbolo è un marchio registrato dalla Johnson & Johnson[5].
Inoltre tutti i recenti kit in commercio, per uso civile, hanno un contenitore colorato in maniera da poterlo individuare ancora più facilmente.
È obbligatorio portare con sé un kit di pronto soccorso omologato per cicli e motocicli (normativa DIN 13167) ed autovetture (normativa DIN 13164) quando si circola sulle strade delle seguenti nazioni dell'Unione europea:[6][7] Austria; Bulgaria; Croazia; Estonia; Germania; Grecia; Lettonia; Lituania; Polonia; Portogallo; Repubblica Ceca; Slovenia[8]; Spagna; Ungheria.
Nei paesi europei non appartenenti alla UE è obbligatorio in Bielorussia; Moldavia; Svizzera; Turchia europea; Ucraina.
La disponibilità di cassette di pronto soccorso sul luogo di lavoro è regolamentata dal decreto del Ministero della Salute 15 luglio 2003 n. 388.[9]
In particolare esso prevede che:
L'articolo 4, paragrafo 2, del D.M. in questione fa specifico riferimento alla necessità di tenere in efficienza la cassetta di pronto soccorso. Purtroppo, la maggior parte dei riscontri nelle aziende in Italia, fanno rilevare un atteggiamento negativo nei confronti di tali problematiche.[senza fonte] Il mantenimento in efficienza dei presidi medici delle cassette di primo soccorso, spesso, viene considerato come un solo costo aziendale.
Il possesso e il mantenimento della dotazione della cassetta nelle aziende fanno parte delle responsabilità del datore di lavoro.
Il Decreto Ministeriale 388/2003[9] regolamenta cosa è necessario fare all'interno delle aziende per la tutela della salute dei lavoratori.
La legge prevede una classificazione delle aziende in base ai rischi, assegnando in base alla classe l'obbligo di un minimo di ore di formazione relativa al primo soccorso e il possesso di una dotazione minima (artt. 2 e 4 del D.M. 388/2003), prevista in due differenti tipologie, indicate rispettivamente con i nomi di “Allegato 1” (per aziende con tre o più persone) e di “Allegato 2” (per aziende fino a due persone e per gli automezzi aziendali). I nomi “Allegato 1 base” e “Allegato 2 base” indicano le dotazioni minime. Le dotazioni minime, utili trasversalmente ad ogni tipologia di azienda, devono obbligatoriamente essere integrate (artt. 2 e 4 del D.M. 388/2003) in relazione ai potenziali rischi e pericoli di ogni singola realtà aziendale individuati dal Datore di Lavoro, sentito il medico competente (ove previsto) o professionisti sanitari specializzati nell'area sicurezza e medicina del lavoro.
Il Decreto Ministeriale 388/2003[9] trattando nello specifico di "aziende o unità produttive", prescrive per gli automezzi aziendali, in quanto luogo di lavoro, l'obbligo della cassetta di primo soccorso o del pacchetto di medicazione sul mezzo. In base all'attività svolta e dall'esito della valutazione dei rischi il datore di lavoro può, in ogni caso, ritenerne necessaria l'adozione.[Se è già prescritto dal decreto ministeriale, perché il datore di lavoro deve valutare se "ritenerne necessaria l'adozione"?]
Nell'autovettura esistono delle dotazioni inerenti alla sicurezza che sono già obbligatorie, quali il triangolo di segnalazione catarifrangente e il gilet ad alta visibilità con bande riflettenti.
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